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Vanina – Un vicequestore a Catania 2 ci sarà? Le prime anticipazioni

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Mercoledì 17 aprile è andata in onda l’ultima puntata della prima serie Vanina – Un vicequestore a Catania tratta dai romanzi di Cristina Cassar Scalia e ambientata nell’omonima città (le location di Vanina). Sono molti coloro che si chiedono se ci sarà in futuro una seconda stagione: la fiction, andata in onda su Canale 5 con protagonista Giusy Buscemi, ha coinvolto moltissimi telespettatori.

Vanina – Un vicequestore a Catania 2” si farà? Ecco cosa sappiamo ad oggi e perché Mediaset potrebbe decidere di proseguire la storia con una nuova stagione.

Vanina – Un vicequestore a Catania 2: ci sarà?

L’ultima puntata di Vanina – Un vicequestore a Catania ha tenuto incollati al televisore ben 2,7 milioni di spettatori, registrando uno share del 17%. Giorgio Marchesi e Giusy Buscemi, protagonisti della nota fiction di Canale 5, sono pronti a tornare sul set della seconda stagione della serie, ma rimane da capire se Mediaset ha intenzione di proseguire la serie.

Visto il successo della prima stagione, pare quasi scontato l’arrivo di nuovi episodi, ma da Mediaset non è arrivata alcuna conferma. Ci sono però degli indizi che ci spingono a pensare che Vanina 2 possa tornare sul piccolo schermo.

In una recente intervista a Giorgio Marchesi per Tv Sorrisi e Canzoni, l’attore ha svelato di avere diversi impegni cinematografici in programma, tra i quali alludeva a una possibile seconda stagione della fiction Vanina.

Inoltre, un ulteriore indizio deriva proprio dai libri di Cristina Cassar Scalia da cui è tratta la serie: la collana è composta da nove libri, dei quali solo quattro sono stati usati per la prima stagione. Ne rimangono quindi altri cinque per realizzare un’altra stagione della serie.

Vanina 2: le prime anticipazioni

Una volta descritti gli indizi che ci spingono a pensare a una nuova stagione di Vanina, non ci resta che ipotizzare il sequel della serie.

L’ultima puntata di Vanina ci aveva lasciati sulle indagini sull’omicidio di Esteban Torres, un 60enne cubano che risiedeva in Svizzera, molto ricco ma la cui professione era rimasta un mistero. Fino a quando Vanina non ha poi scoperto che l’uomo faceva da tramite tra la mafia americana e i clan siciliani, e che il suo omicidio è legato a quello di un’altra donna, Roberta Geraci.

Sicuramente anche nelle nuove puntate della seconda stagione proseguiranno gli intriganti casi più o meno complicati da risolvere che saranno affidati alla giovane vicequestore (Vanina, interpretata da Giusy), ma non mancheranno nemmeno i colpi di scena dal punto di vista sentimentale e privato.

Non potrà mancare, quindi, il triangolo tra il personaggio interpretato da Giusy, il suo ex fidanzato e magistrato Paolo Malfitano (Giorgio Marchesi) e Manfredi (Corrado Fortuna), il brillante e affascinante medico che ha travolto Vanina con la sua simpatia. Per il resto non si fanno spoiler.

Vanina 2: quando va in onda?

Se dunque ci sarà una seconda stagione, come ha anticipato (con allusione) anche uno dei protagonisti della fiction, non è ancora chiaro quanto potrà andare in onda.

Infatti, mentre la produzione Palomar non avrebbe alcun problema a riaprire i set per registrare una nuova stagione e anche Giorgio sarebbe disponibile da subito per le riprese sul set, la disponibilità di Giusy non è affatto scontata, visto che da maggio sarà su un altro set, quello di Un Passo Dal Cielo 8.

Per cominciare a girare, quindi, ci sarebbe da attendere almeno qualche mese, senza contare che se la produzione volesse allestire il set nei mesi caldi, le riprese slitterebbero ulteriormente alla primavera/estate 2025, per una messa in onda tra l’inverno 2025 e la primavera del 2026. Nulla è ancora deciso, ma i fan della fiction sperano tanto in un breve ritorno.

Nuovo divieto di fumo a Milano: dove e da quando diremo addio alle sigarette

La lotta alle sigarette e chi fuma per strada è sempre stato un problema per Milano ed è già da qualche anno che si cerca di mettere in atto dei provvedimenti.

Nel tentativo di rendere il capoluogo lombardo smoke-free, dal 1° gennaio 2025 entrano in vigore le regole per il divieto di fumo approvate, ormai da più di tre anni, da Palazzo Marino.

Le restrizioni e la multa sono volte a proteggere i non fumatori e per limitare l’inquinamento. Per contrastare il fenomeno dei giovani fumatori, ci sono nuove regole e divieti in arrivo: ecco cosa cambia, per chi e da quando.

Divieto di fumo a Milano, ecco dove non si potrà più fumare

Da gennaio 2021 è in vigore il divieto di fumo in alcune aree pubbliche di Milano per tutelare la salute dei cittadini e migliorare la qualità dell’aria. Infatti tra i luoghi in cui non si può fumare ci sono:

  • fermate dei mezzi pubblici
  • parchi e aree gioco per bambini
  • cimiteri
  • stadi e strutture sportive

Nonostante ciò, ci sono delle eccezioni quando si è all’aperto con una distanza di almeno 10 metri da altre persone o si usa la sigaretta elettronica che è permessa anche in zone che tradizionalmente non lo permetterebbero.

Con il “Regolamento per la qualità dell’aria“, approvato da Palazzo Marino e che entrerà in vigore dal 2025, Milano estende il divieto a tutte le aree pubblicheivi incluse le aree stradali, salvo in luoghi isolati dove sia possibile il rispetto della distanza di almeno 10 metri da altre persone“.

L’obiettivo di Milano è quello di diventare la prima grande città italiana completamente smoke-free, seguendo l’esempio di alcune città europee. Per assicurarsi che le regole vengano seguite, sono previste delle multe in caso di trasgressione.

Sanzioni e multe per chi non rispetta il divieto di fumo

Per chi dovesse infrangere le regole per il divieto di fumo sono previste delle sanzioni amministrative che si aggirano tra i 40 e i 240 euro.

In questa prima fase dell’obiettivo il comune di Milano è concentrato a informare i cittadini sulle nuove direttive; infatti, l’intento è quello di promuovere un cambiamento culturale che porti a una volontaria adozione delle nuove regole rendendo Milano una città pulita e salutare per tutti i suoi cittadini.

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Stop al fumo anche nelle altre città italiane

A Torino non si può più fumare nelle aree pubbliche in presenza di bambini o donne in gravidanza, soprattutto con una distanza inferiore a 5 metri. Chi non dovesse rispettare questa regola rischia una multa di 100 euro.

Il divieto di fumo è presente anche in altre città italiane: da Modena a Bibione, negli anni sono stati lanciati vari divieti dove in alcuni casi viene inclusa anche la spiaggia tra le aree aperte smoke-free.

Come viene trattato il problema del fumo all’estero

Mentre in Italia il limite di vendita delle sigarette è di 18 anni, nei paesi esteri la situazione è differente.

Negli Stati Uniti è possibile acquistare le sigarette a partire dai 21 anni e in alcuni casi ci sono dei divieti specifici; in Gran Bretagna, a partire dal 2024, sono stati messi in atto alcuni divieti per vietare la vendita ai minori di 15 anni con l’obiettivo di creare la prima generazione smoke-free.

I due paesi con le leggi più severe sono il Messico dove il fumo è totalmente vietato nei parchi, sulle spiagge e negli spazi pubblici, e il Giappone che vieta di fumare per strada.

Nexi sempre più giù. Rumor su cessione rete interbancaria

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Nessun segnale di ripresa per Nexi che anche oggi viaggia in territorio negativo e scende per l’ottava seduta di fila.

Nexi in rosso per l’ottava seduta di fila

Il titolo, dopo aver ceduto circa mezzo punto percentuale ieri, propone un copione simile oggi.

Mentre scriviamo, infatti, Nexi passa di mano a 5,37 euro, con un ribasso dello 0,44% e oltre 1,8 milioni di azioni transitate sul mercato fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 4,7 milioni.

Nexi: rumor su cessione a F21 della rete interbancaria

Il titolo finisce sotto la lente sulla scia di alcune indiscrezioni di stampa, riportate in particolare dal Corriere della Sera, da cui si apprende che si sarebbero interrotte le trattative per la cessione a F2i da parte di Nexi della rete interbancaria, attività considerata non-core da Nexi e incluse nel segmento Digital Banking Services.

Quest’ultimo ha generato nel 2023 ricavi per 383 milioni di euro ed EBITDA di 151 milioni di euro.

In passato, articoli di stampa avevano parlato di una valorizzazione potenziale per la

rete interbancaria di circa 800 milioni di euro.

Tuttavia, evidenzia Equtia SIM, viene citato l’interesse da parte di Euronet per le attività di Nexi legate alla gestione degli ATM, sempre all’interno della divisione Digital Banking Services, per una valorizzazione ipotetica di 100 milioni di euro.

Nexi: il commento di Equita SIM

Gil analisti di Equita SIM ricordano che la cessione di asset non-core, soprattutto all’interno della divisione DBS, rientra nella strategia indicata da Nexi, ed è importante, anche per ridurre la leva.

Per il 2023 il rapporto debito netto/EBITDA pari a 3 volte, con una posizione finanziaria negativa per 5,3 miliardi di euro.

Infine, il Corriere della Sera cita anche l’ipotesi di fusione Nexi/Worldine, deal che però avrebbe ricevuto reazioni “tiepide” a livello istituzionale.

Non cambia intanto la view di Equita SIM che su Nexi mantiene invariata la sua strategia bullish, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 9,5 euro.

Nexi: l’analisi di Banca Akros

A puntare sul titolo è anche Banca Akros che oggi ha rinnovato l’invito ad acquistare, con un target price ritoccato di recente da 8,8 a 8,5 euro.

Commentando le ultime indiscrezioni di stampa, gli esperti evidenziano che la finalizzazione della cessione dell’infrastruttura di clearing avrebbe consentito a Nexi di accelerare il deleveraging del proprio bilancio, rassicurando così il mercato sulla sostenibilità del debito e sulla flessibilità strategica.

Fiorentina Viktoria Plzen, dove vederla in TV e quali sono le probabili formazioni

Dopo il pareggio dell’andata la Fiorentina è pronta alla gara di ritorno contro il Viktoria Plzen, valida per i quarti di finale di Conference League. Ecco dove vederla in TV e in streaming, cosa c’è da sapere sulle probabili formazioni.

Fiorentina Viktoria Plzen, quarti di finale di Conference League

Alla Doonsan Arena la Fiorentina non è riuscita a sfondare il muro del Plzen che in maniera ordinata ha messo in gabbia la squadra di Italiano, riuscendo a strappare un pari importante in vista del ritorno. Ora però la musica è cambiata e tra le mura amiche del Franchi la Viola deve assolutamente vincere per raggiungere una semifinale che risulta essere l’obiettivo minimo dei toscani per questa stagione.

Il passaggio del turno, inoltre, sarebbe fondamentale per il ranking UEFA, in quanto con una vittoria l’Italia si assicurerebbe il quinto posto per la Champions 24/25.

Fiorentina Viktoria Plzen dove vederla in TV e in streaming

Fiorentina-Viktoria Plzen è disponibile in TV su Sky Sport e su DAZN, mentre per lo streaming su SkyGo, NOW e DAZN. Per DAZN la telecronaca è assegnata a Edoardo Testoni, mentre per Sky a raccontare il match del Franchi sono Dario Massara e Nando Orsi. Calcio d’inizio previsto per le 18:45 di giovedì 18 aprile 2024, con le due formazioni pronte a darsi battaglia per un posto in semifinale.

Le formazioni

Italiano è pronto a schierarsi con il suo solito 4-2-3-1, con Milenkovic e Martinez Quarta al centro e Dodò e Biraghi sulle fasce. In mediana Bonaventura potrebbe far coppia con Mandragora, mentre in attacco Belotti sarà l’unica punta con Nico Gonzalez alle sue spalle e Beltran e Kouamé (in ballottaggio con Sottil) sulle fasce.

Miroslav Koubek, nonostante le varie assenze, ritrova sulla fascia destra Kopic, rientrato dalla squalifica, mentre davanti Sulc e Vydra agiranno da trequartisti a supporto di Chory.

FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Dodo, Milenkovic, Martinez Quarta, Biraghi; Bonaventura, Mandragora; Gonzalez, Beltran, Kouamé; Belotti. Allenatore: Italiano.

VIKTORIA PLZEN (3-4-2-1): Jedlicka; Dweh, Hranac, Jemelka; Cadu, Kalvach, Cerv, Sykora; Sulc, Vydra; Chory. Allenatore: Koubek.

Il pronostico dei bookmakers

Secondo le quote dei bookmakers la Fiorentina è ampiamente favorita, con l’1 quotato sull’1,40 da tutti i principali siti di scommesse. A 4,50, invece, è quotato l’X nei tempi regolamentari, mentre il 2 del Plzen si aggira tra il 7,50 e addirittura il 9.

Non solo la Fiorentina in campo giovedì 18 aprile: anche Milan e Roma sono pronte a sfidarsi per conquistare un posto in semifinale di Europa League.

Come risparmiare 2.000 euro ogni anno: 3 trucchi infallibili da usare

Come risparmiare 2.000 euro ogni anno senza soffrire o privarsi dei propri hobby? 3 trucchi infallibili per riuscirci senza grandi sacrifici.

Ogni giorno possiamo attuare vari stratagemmi per risparmiare denaro, con moltissime spese quotidiane che possono essere ridimensionate per ridurre il nostro budget giornaliero, mensile o settimanale.

Non sempre infatti ci rendiamo conto che basterebbero dei semplici accorgimenti per ridurre di moltissimo alcune uscite sulle quali però non riflettiamo.

Cerchiamo quindi di capire, nel dettaglio, quali sono i trucchi che ci permettono di risparmiare 2.000 euro (o anche più) l’anno.

Come risparmiare 2.000€ ogni anno con 3 trucchi infallibili

Chiariamo subito che la maggior parte dei trucchi che ti forniremo riguardano spese necessarie. Si tratta di tutte quelle uscire che devi necessariamente affrontare, e che dunque non possono essere azzerate o tagliate totalmente.

Risparmiare sull’affitto di casa e sulle utenze

Un classico esempio? L’affitto di casa. Purtroppo, se non possiedi una casa di proprietà, si tratta di un prezzo da pagare su base mensile.

Eppure, potresti anche valutare di trasferirti in un appartamento o una casa meno costosa, ove possibile. Gli affitti, a causa della crisi economica attuale, possono in effetti raggiungere cifre molto elevate.

Trovare una soluzione più a buon mercato, che ti consenta di risparmiare almeno un centinaio di euro al mese, ti potrebbe far risparmiare circa 1.200 euro l’anno, o anche più.

Allo stesso modo, una spesa da tenere sotto controllo è quella legate a bollette e utenze. È innegabile che i prezzi di luce e gas siano ormai alle stelle, ma sei proprio sicuro di aver scelto l’operatore più economico?

Una buona idea è quella di verificare periodicamente le offerte dei vari operatori e metterle a confronto. Approfittando di offerte, anche temporanee, riservate ai nuovi utenti, potresti risparmiare anche 600-700 euro ogni anno.

Un concetto simile può essere applicato anche per i servizi di telefonia, sia mobile che casalinga.

Innanzitutto, devi assicurarti di utilizzare tutti i servizi per i quali stai attualmente pagando. Se al momento non stai sfruttando appieno la tua promozione, opta per un’offerta più economica.

Pagare per dei servizi che non utilizzi è uno spreco di denaro. Al contrario, sommando la cifra che riuscirai a salvare optando per una nuova offerta agli altri accorgimenti sopra citati, potrai risparmiare 2.000 euro e più ogni anno.

Risparmio energetico e idrico

I consigli analizzati sopra non ti hanno convinto? O risparmiare 2.000 euro ogni anno non è abbastanza e vuoi salvare ancora più denaro?

Allora considera anche questi trucchi aggiuntivi che ti consentiranno di salvare altre migliaia di euro, in un anno o anche meno.

Innanzitutto, accertati che la tua casa sia correttamente isolata. Migliorare l’isolamento energetico è infatti uno step necessario per ridurre i costi energetici (sia per rinfrescare che per riscaldare casa) del 15%.

Cosa che si traduce in un risparmio stimato che può andare dai 500 euro fino a ben 1.000 euro ogni anno. Senza voler essere così catastrofici, anche qualche spiffero è in grado di aumentare la bolletta della luce di centinaia di euro.

Conviene dunque investire nel miglioramento dell’isolamento per un risparmio a lungo termico.

C’è poi un altro aspetto che può consentirti di risparmiare denaro sull’energia elettrica: le lampadine a risparmio energetico. Assicurati di utilizzarle in tutta la casa per pagare meno.

Ovviamente, in questo caso, non si tratta di risparmiare 2.000 euro sfruttando questo trucco. Ma si tratta di una cifra che, se sommata ad altre, può comunque fare la differenza a fine anno.

Se invece vuoi risparmiare sulle bollette dell’acqua, valuta la sostituzione dei tuoi rubinetti con quelli a flusso idrico limitato. Potresti ridurre le tue bollette del 20% ogni mese, soprattutto se la tua attuale rubinetteria è molto antica.

Leggi anche: Risparmio, ecco 3 consigli per non accumulare liquidità e guadagnare

Risparmio sulle spese quotidiane

Un ultimo trucco che può permetterti di risparmiare 2.000 euro o anche più ogni anno, se sommato agli altri, riguarda il monitoraggio delle spese quotidiane.

Purtroppo, se passi la tua pausa pranzo fuori casa, è molto probabile che alcune spese quotidiane gravino sul tuo budget senza che tu te ne renda conto.

Un semplice caffè al bar preso ogni giorno per cinque giorni a settimana può costarti dai 360 euro, fino a poter superare addirittura i 600 euro annui.

Per non parlare di cibo e pasti, che potrebbero costarti più di 1.200 euro totali ogni anno.

Preparare i pasti in casa ed evitare il caffè al bar potrebbe quindi farti risparmiare migliaia di euro ogni anno. E, se proprio non riesci a rinunciare alla pausa pranzo fuori, annota le tue spese e cerca di ottimizzarle al meglio.

Cent’anni di solitudine, tutto sulla serie Netflix in uscita nel 2024

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Sui profili social di Netflix è stato pubblicato il trailer che annuncia l’uscita del teaser di Cent’anni di solitudine, la nuova serie ispirata al capolavoro letterario di Gabriel García Márquez (considerato uno dei 10 classici moderni da leggere almeno una volta nella vita). Non è ancora nota la data di uscita dell’attesissimo adattamento, ma giò sappiamo che si tratterà di una serie composta da 16 episodi.

Netflix aveva acquisito i diritti di Cent’anni di solitudine nel 2019 per quello che è il primo adattamento per lo schermo: scopriamo le prime anticipazioni sulla serie in uscita nel 2024.

In questo articolo riportiamo le domande e risposte più chieste dalla nostra comunità.

Sommario:

  1. Cent’anni di solitudine: le prime anticipazioni
  2. Dove vedere il film Cent’anni di solitudine?
  3. Come finisce Cent’anni di solitudine?
  4. Cosa insegna Cent’anni di solitudine?

Cent’anni di solitudine: le prime anticipazioni

Cent’anni di solitudine” è la storia della famiglia Buendia e del suo villaggio in Colombia, chiamato Macondo, fondato dai capostipiti Ursula e José Arcadio. Un piccolo paese un po’ utopico e immaginario che si inserisce perfettamente all’interno della narrazione.

Come descritto dalla piattaforma di streaming, la famiglia Buendìa è “tormentata dalla pazzia, dall’amore impossibile, dalla guerra e dalla paura di una maledizione che li condanna alla solitudine per cento anni nell’immaginaria città di Macondo”.

Ogni personaggio insegue una meta che si rivela poi irraggiungibile: dagli amori proibiti dei personaggi femminili, ai sogni, il più delle volte mai realizzati, dei personaggi maschili. E il concetto di solitudine ritorna continuamente all’interno del romanzo.

Ursula Iguarán, moglie di Jose, farà da pilastro portante per quasi tutti i membri della famiglia: è la più anziana di casa Buendía e si ritroverà circondata da alchimisti, chiaroveggenti, colonnelli, imprenditori, dittatori, ribelli, zingari, ricamatrici, suicidi, soldati, gigolò e prostitute dalla vita girovaga. Ognuno di loro insegue un obiettivo, spesso utopico o irraggiungibile.

Dove è stato girato e cast

Il film è stato girato in Colombia, dove il romanzo di Garcia Marquez ha venduto oltre 50 milioni di copie ed è stato tradotto in 46 lingue diverse.

Nel cast ci sono tantissimi nomi: Claudio Cataño veste i panni di Aureliano Buendíae, mentre Jerónimo Barón quelli del colonnello da bambino. Presenti anche Marco González (nel ruolo di Jose Arcadio Buendía), Leonardo Soto (José Arcadio), Susana Morales (Úrsula Iguarán), Ella Becerra (Petronila), Carlos Suaréz (Aureliano Iguarán), Moreno Borja (Melquiades) e Santiago Vásquez (Aureliano Buendía da adolescente). 

Dove vedere il film Cent’anni di solitudine?

La serie ispirata al romanzo Cent’anni di solitudine, girata principalmente in Colombia, potrebbe uscire nei prossimi mesi su Netflix: la data non è ancora fissata, ma verosimilmente sarà nel 2024.

Come finisce Cent’anni di solitudine?

Sulla base del romanzo “Cent’anni di solitudine” – uscito nel 1967 – che ha portato Gabriel Garcia Marquez a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, il colpo di scena arriva alla fine della storia, quando il figlio di Amaranta Ursula e Aureliano ha una coda di maiale. La madre muore dopo il parto e Aureliano lascia morire anche suo figlio.

Cosa insegna Cent’anni di solitudine?

Quello che ci resta del romanzo Cent’anni di solitudine è un messaggio molto profondo, che emerge piano piano dalla storia, narrata in un tempo circolare, colmo di possibilità per ricominciare. Un mix perfetto di miti e leggende, insieme con elementi sovrannaturali, a condizioni realistiche ed eventi storici realmente avvenuti.

L’intera famiglia Buendìa si fa rappresentazione di un modo di vivere senza restare indifferenti, ma piuttosto continuando a lottare.

Il romanzo ci insegna anche il significato della solitudine, che altro non è che l’incapacità di amare e offrire solidarietà ad altri. L’uomo incontra la solitudine in ogni momento della propria vita e deve quindi imparare a instaurare con questa sensazione un rapporto di coesistenza.

Infine, il romanzo ci insegna anche un’altra cosa importante, cioè che una nuova utopia è sempre possibile: “(…) ci sentiamo in diritto di credere anche che non sia mai troppo tardi per iniziare la creazione di una nuova utopia della vita, dove nessuno possa decidere per gli altri addirittura il modo in cui morire, dove l’amore e la felicità siano davvero possibili“.

Ftse Mib vulnerabile: ecco perché. I titoli su cui puntare

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Dopo lo spunto positivo di ieri, il Ftse Mib sta faticando a dare un seguito e dopo aver allungato il passo nuovamente in direzione di area 33.800 è tornato indietro e ora si presenta a ridosso della parità in area 33.600.

Ftse Mib in flessione da inizio mese

L’indice si è allontanato in maniera repentina dai recenti top di periodo e sembra ora alla ricerca di un punto da cui ripartire, dopo aver testato già livelli più bassi di quelli correnti.

Archiviato il mese di marzo con un bilancio positivo, il Ftse Mib mostra al momento una flessione di oltre tre punti percentuali da inizio mese.

Mercati azionari troppo compiacenti sui tassi

Secondo gli analisti di Equita SIM, il mercato continua a prezzare con eccessiva compiacenza uno scenario in cui il rialzo sincronizzato di circa 500 punti base da parte delle banche centrali per contenere l’inflazione non comporterà danni macroeconomici evidenti o aspettative di una crescita strutturalmente più alta degli utili, come indicato dalla compressione del premio per il rischio e degli spread sul credito.

Il mercato azionario è quindi vulnerabile nei prossimi mesi qualora la crescita economica dovesse deludere, o in presenza di una inflazione più resiliente.

Gli analisti credono meno a uno scenario in cui la FED mantiene i tassi più alti per un periodo più prolungato a causa dell’aumento continuo del debito pubblico USA.

Borse USA più care di quelle UE

Le valutazioni del mercato USA sembrano alte, mentre quelle europee e italiane decisamente meno estreme e attraenti soprattutto per le mid-small cap del Belpaese.

A detta di Equita SIM, un altro fattore da tenere in considerazione è la concentrazione, sempre più alta sia in USA che in Europa, con il il gruppo denominato “GRANOLAS” – GSK, Roche, ASML, Nestlé, Novartis, Novo Nordisk, L’Oréal, LVMH, AstraZeneca, SAP e Sanofil, che ha raggiunto il 25% circa della capitalizzazione dell’indice Stoxx600.

Questo rappresenta un rischio soprattutto nel momento in cui questo trend dovrebbe cambiare direzione.

Equita SIM cauta sull’azionario

Gli analisti di Equita SIM confermano la loro view neutrale sui mercati perché vedono ancora il rischio che nei prossimi mesi le politiche monetarie restrittive continuino ad incidere sulla crescita economica.

Inoltre, la performance del mercato è stata buona e il posizionamento degli investitori è tutt’altro che difensivo.

Nel loro portafoglio raccomandato, gli analisti mantengono un peso dell’investito molto vicino al benchmark, ossia il 91,3% contro un peso neutro del 90% e rispetto al 90,8% del mese precedente.

A livello settoriale gli analisti restano complessivamente sovrappeso sui finanziari, leggermente sottopeso sulle Utilities a causa del peggioramento dello scenario sui prezzi energetici.

Gli esperti sono tatticamente prudenti sul lusso nel breve, sovrappeso nel settore Healthcare, e mantengono un posizionamento difensivo nel settore Energy.

View neutrale sulla tecnologia, cui si affianca un posizionamento selettivo nel settore industriale, e l’esposizione nel comparto delle infrastrutture.

I titoli da mettere in portafoglio ad aprile

Gli analisti di Equita SIM hanno deciso di ridurre il peso di Unicredit di 50 punti base per prendere parzialmente profitto dopo la forte recente performance del titolo.

Ricostruito il peso su Telecom Italia, nell’ordine di 50 basis points, dopo il sell-off del Capital Market Day, nella convinzione che i prossimi mesi possano portare visibilità sulla governance e sul closing di NetCo, due importanti catalizzatori per il recupero del titolo.

Quanto alle altre azioni da inserire in portafoglio, troviamo tra i bancari Intesa Sanpaolo oltre a Unicredit citato prima, e nel più ampio comparto finanziario troviamo Banca Mediolanum, Mediobanca, FinecoBank, Nexi, Poste Italiane e Unipol.

Tra gli industriali Stellantis, Pirelli, Iveco e Interpump, mentre con riferimento ad altri settori la scelta cade su Moncler, ENI, Diasorin, Recordati, Inwit, Enel e Terna.

Ciclone Gori, torna il freddo: quali regioni colpisce e perché si chiama così

Il caldo che ci ha accompagnato in questi giorni sta lasciando lo spazio al maltempo che rimane sulla penisola almeno fino alla settimana del 22 aprile: tornano il freddo, le frequenti precipitazioni, il vento e la neve.

L’abbassamento delle temperature è dovuto al ciclone Gori che colpirà gran parte della penisola italiana, con maggiore intensità su alcune regioni. Ecco le zone dove il freddo sarà più intenso e quando torneranno le belle giornate primaverili.

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Ciclone Gori: quali regioni sono a rischio

Le prime ondate di maltempo sono cominciate mercoledì 17 aprile, partendo dalle regioni del nord per poi scendere dalle Marche verso il sud.

Le precipitazioni più intense sono su Abruzzo, Molise e Sud peninsulare, e per il 18 aprile sono previsti temporali sparsi e neve sugli Appennini, dalla Toscana al Molise, e sulle Alpi.

Il freddo si farà sentire maggiormente al Nord e al Centro della penisola; infatti le temperature previste oscillano tra i 12 e i 15°C, con temporali che dovrebbero colpire il pomeriggio a Milano, nuvole e pioggia a Torino e temporali in serata a Genova.

È sicuramente una grande differenza con quello che si è percepito durante il weekend appena trascorso, quando in alcune città del sud Italia sono stati toccati i 30° gradi, soprattutto in Puglia e Sicilia.

Sulle regioni del Centro, la giornata del 18 aprile è caratterizzata da un vortice ciclonico: al mattino prevalente il sole e precipitazioni scarse, ma nel pomeriggio sono previste su gran parte delle regioni rovesci e temporali.

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Quindi, anche al Centro le temperature diminuiscono fino a raggiungere i 12°C a Campobasso e i 17-18°C a Roma; sulla capitale sono previsti temporali e schiarite dal primo pomeriggio, pioggia debole a Firenze, e cielo nuvoloso a Cagliari.

Il maltempo raggiunge anche il Sud, dove vi si aspetta già dal mattino del 18 aprile precipitazioni lungo le coste tirreniche peninsulari.
Dal pomeriggio il tempo peggiora con l’arrivo del temporale in Puglia, Basilicata, Campania e Alta Calabria tirrenica.

Le temperature oscillano tra i 10-11°C a Potenza e i 16-17°C a Napoli e Palermo; nel capoluogo campano si aspettano temporali schiarite in serata; cielo sereno a Palermo; Nubi a Catanzaro.

Quindi il ciclone Gori colpirà quasi tutte le regioni della penisola, ma da dove prende il suo nome?

Perché si chiama “ciclone Gori”?

La denominazione del ciclone Gori è stata assegnata dall’Aeronautica Militare – CNMCA.

L’iniziativa di nominare i fenomeni metereologici ha avuto un riscontro favorevole da parte dei media e dell’opinione pubblica nei paesi europei; una denominazione univoca e ufficiale delle tempeste aiuta una comunicazione di massa più efficace, aumenta la consapevolezza del maltempo prima che colpisca e migliora di conseguenza l’informazione e l’allertamento dei cittadini.

Come pagare meno Imu: l’escapologia fiscale in aiuto del contribuente

Tutte le tasse sono mal sopportate ma quella da corrispondere su un immobile di proprietà è davvero indigesta.

E quindi, come pagare meno Imu?

D’altronde chi acquista un immobile lo fa con soldi guadagnati con sacrifici e lavoro, tra l’altro già tassati a loro volta.

A ogni modo, dato che bisogna pagarla, perlomeno che sia il meno possibile.

Imu, come pagare meno 

Non si tratta di evasione fiscale, né di aggirare la legge. In aiuto di tanti contribuenti arriva invece l’escapologia fiscale ovvero piccole e grandi strategie per essere in regola con il Fisco ma pagando il minimo possibile di tasse.

Il consiglio numero uno che i commercialisti propongono è di fare attenzione a un fattore determinante, per quanto riguarda il calcolo dell’Imu: il riferimento è alla rendita catastale.

Infatti, più è bassa e più l’importo Imu si abbassa. Se dunque si è tenuti a versare l’imposta su una seconda casa, laddove possibile bisogna fare in modo che quella con la rendita catastale più alta risulti come prima casa.

Un altro escamotage che molte coppie decidono di attuare è quello di separarsi (avviando le pratiche come previsto dalla legge) ma solo formalmente, pur rimanendo di fatto insieme, solo per fare in modo che anche la seconda casa risulti una prima abitazione (nel momento in cui il marito lascia il tetto coniugale per trasferirsi nell’altra casa di proprietà).

Altre volte invece, se sia l’uomo che la donna sono proprietari rispettivamente del proprio appartamento con residenza, preferiscono non sposarsi per non cambiare lo status quo, andando a convivere e di fatto spostando solo il domicilio.

Quali sono le condizioni per non pagare l’IMU

A oggi l’IMU non si paga sulla prima casa. Il punto però è che non è sufficiente intestarla a qualcuno (un figlio ad esempio), per evitarlo.

La condizione per pagare meno Imu infatti è che bisogna anche viverci. 

Il problema però è che davvero molte famiglie italiane si ritrovano con una seconda casa in cui vive il figlio o la figlia ovviamente in maniera gratuita ma sono comunque costretti a pagare l’Imu.

La soluzione allora è di intestare la casa al figlio o alla figlia oppure stipulare un contratto in comodato d’uso gratuito. 

Come ottenere riduzione IMU

Nella fattispecie proprio la regolare registrazione di un contratto di comodato gratuito permette di ottenere la riduzione dell’importo da versare per l’imposta municipale unica.

In questo caso infatti si ottiene la riduzione del 50% della somma prevista invece regolarmente su quella seconda abitazione.

Quando si paga l’IMU al 50%

Come abbiamo appena avuto modo di precisare, grazie alla stipula di un contratto di comodato d’uso gratuito, è possibile pagare meno Imu, che quindi si riduce della metà.

Ci sono però altre circostanze che danno diritto a tale riduzione. Infatti, come si legge all’articolo 13, comma 3, del D.L. n 201 del 211, è prevista la riduzione del 50% della base imponibile dell’Imu per i fabbricati dichiarati inagibili e inabitabili, di fatto inutilizzati e disabitati, limitatamente però al periodo dell’anno in cui sussistono tali condizioni.

Questo rientra nella casistica degli immobili collabenti, uno dei tanti trucchi da poter mettere in atto per non pagare l’imu sulla seconda casa.

Chi ha diritto a esenzione IMU

Come è doveroso precisare, il pagamento dell’Imu non è dovuto solo sulle seconde case di proprietà bensì anche su altre tipologie di immobili, come ad esempio locali commerciali che producono reddito.

L’Imu si paga anche su fabbricati o terreni di proprietà ma con le dovute eccezioni.

Rientrano tra queste le proprietà dei coltivatori diretti e dagli Imprenditori Agricoli Professionali (Iap).

Inoltre hanno diritto all’esenzione anche gli immobili che si trovano nelle isole minori, in determinate aree montane o collinari o se hanno immutabile destinazione agrosilvo-pastorale a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile.

Come aprire la macchina se il telecomando non funziona? Ecco il segreto da conoscere

La macchina è uno tra gli strumenti considerati necessari per la vita di tutti i giorni. Per molti è un bene prezioso e la maggior parte oggi è dotata di telecomando. Si tratta di un componente fondamentale, comodo e semplice da usare, a cui proprio non si può rinunciare. Spesso, tuttavia, il telecomando non funziona o capita che venga perso, se non addirittura dimenticato all’interno della vettura: quindi, cosa fare se il telecomando non è disponibile?

In questo articolo riportiamo le domande e risposte più chieste dalla nostra comunità.

Sommario:

  1. Aprire la macchina se il telecomando non funziona è possibile: ecco come fare
  2. Come accendere la macchina se la chiave non funziona?
  3. Come sbloccare una chiusura centralizzata?
  4. Come capire se il telecomando auto non funziona?

Aprire la macchina se il telecomando non funziona è possibile: ecco come fare

Se stai provando ad aprire la macchina ma non ci riesci, probabilmente c’è qualche problema con il telecomando.

Se l’auto continua a non aprirsi anche pigiando più volte sul tasto di apertura, probabilmente c’è qualche problema con il telecomando.

Questo può presentarsi difettoso a causa dell’usura del tempo o di un malfunzionamento tecnico ma anche semplicemente potrebbe dipendere semplicemente dalle batterie scariche.

In questo caso si dovrà procedere alla sostituzione delle stesse da parte di un esperto dopo essersi accertati che il malfunzionamento non dipende da altro.

Come accendere la macchina se la chiave non funziona?

Se il telecomando della macchina non funziona non andare in panico. E’ possibile aprire l’auto direttamente con la chiave.

Se alla portiera della tua macchina è presente la serratura allora no problem, perché la toppa è pensata apposta per le emergenze. Qualche modello ha ancora il buco della chiave, che molto spesso è nascosto da uno sportellino posizionato sulla maniglia.

Può capitare che l’auto non riconosca la chiave di accensione e per questo non si accenda.

Questo perché le moderne macchine hanno un telecomando che entra in contatto con l’immobilizer, un sistema di antifurto elettronico molto spesso collegato anche allo smartphone.

Questa si collega con il motorino di avviamento e alla centralina tramite il codice chiave

Se questo non viene riconosciuto, l’immobilizer non permette l’accensione del veicolo. 

In questo caso è necessario un reset della centralina stessa. Se invece il problema è legato alla chiave stessa, la soluzione è usare quella di scorta o fare un duplicato

Se non avete il doppio e non siete riusciti a fare il reset allora si deve procedere con il riavvio forzato.

Come sbloccare una chiusura centralizzata?

Tra i problemi derivanti dal malfunzionamento del telecomando uno è quello legato al blocco delle portiere e alla chiusura centralizzata.

Questo è un impianto a gestione elettronica, e pertanto potrebbe dare dei problemi.

Se lo sportello resta bloccato, la serratura deve essere forzata dall’esterno con la chiave ed una volta entrati basterà disistallare la chiusura centralizzata dal relativo pulsante.

Se il telecomando non funziona e quindi non riesci ad entrare nell’auto allora  bisognerà rivolgersi all’officina o all’elettrauto che risolverà il problema.

Come capire se il telecomando auto non funziona?

Per capire se il telecomando auto sta per abbandonarti basta seguire delle semplici operazioni.

Se devi premere più volte il tasto già questo è un primo segnale che il telecomando auto non funziona in modo corretto. Può trattarsi di un indebolimento della batteria o il danneggiamento di collegamenti interni.

Le batterie si scaricano con il tempo ma questo problema è facilmente risolvibile grazie alla sostituzione.

Qualora il problema sussista sarà necessario smontare il telecomando per capire cosa sia successo e perciò sarà necessario riprogrammare il tutto.

Per fare questo ci si potrà rivolgere al concessionario di riferimento o alla produttore del mezzo. Ma oggi esistono anche centri specializzati nella duplicazione e programmazione dei telecomandi auto.