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Fincantieri e Leonardo: in stallo i negoziati su WASS?

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Buon avvio di settimana per Leonardo e Fincantieri, che hanno guadagnato entrambi terreno.

Leonardo ancora in salita

Leonardo ha guadagnato terreno per la quarta seduta di fila e dopo aver chiuso quella di venerdì scorso con un progresso di quasi due punti percentuali, oggi è riuscito a fare ancora meglio.

A fine giornata, il titolo si è fermato a 22,63 euro, con un vantaggio del 2,31% e oltre 4,5 milioni di azioni passate di mano, al di sopra della media degli ultimi 30 giorni pari a circa 3,8 milioni.

Fincantieri chiude ancora in positivo

In positivo anche Fincantieri che, dopo aver guadagnato quasi un punto e mezzo percentuale venerdì scorso, ha mostrato un andamento più cauto oggi.

Il titolo si è presentato al close a 0,777 euro, con un rialzo dello 0,91% e oltre 15 milioni di azioni trattate, contro la media mensile pari a circa 9,5 milioni.

Fincantieri e Leonardo: in stallo i negoziati su WASS

Secondo Milano Finanza, che cita diverse fonti vicine al tema, le trattative tra Leonardo e Fincantieri sul potenziale deal WASS, società di Leonardo specializzata nella produzione di siluri e sonar, sarebbero in stallo.

Le ragioni dello stallo sarebbero legate alla distanza tra Leonardo e Fincantieri sulla valorizzazione delle attività di WASS, stimata secondo fonti giornalistiche tra 200 e 300 milioni di euro, ma anche al perimetro effettivo delle attività di WASS, dato che oggi non è una società autonoma ma rientra in una divisione interna di Leonardo.

A supporto dell’operazione potrebbe esserci il buon rapporto tra il CEO di Fincantieri e quello di Leonardo, con un potenziale accordo che potrebbe essere alla fine trovato ma con tempistiche più lunghe di quanto inizialmente ipotizzato dalla stampa.

Sempre secondo Milano Finanza, lo stallo sulla trattativa con Leonardo starebbe portando ad un ritardo sulla potenziale operazione di rafforzamento del capitale di Fincantieri che sarebbe collegata all’operazione di M&A e che secondo fonti di stampa si sarebbe potuta tenere già a maggio.

Fincantieri: la view di Equita SIM

Gl analisti di Equita SIM ricordano che tra le ipotesi riportate dalla stampa ci sarebbe un aumento di capitale, più probabile, o l’emissione di un prestito obbligazionario convertibile.

Per quanto il deal rimanga complesso, gli esperti continuano a pensare che sia probabile dato il forte impegno di Fincantieri nel rafforzamento del proprio posizionamento nel settore del dominio subacqueo e che per Leonardo gli asset di WASS sono considerati non core liberando risorse per altre opportunità.

Non cambia intanto la strategia di Equita SIM che su Fincantieri ha reiterato il rating “hold”, con un prezzo obiettivo a 0,54 euro, mentre per Leonardo la raccomandazione è “buy”, con un target price a 23 euro.

Case Green: cosa cambia e quanto manca all’approvazione

Recentemente, l’Ecofin ha approvato la direttiva nota come Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), meglio conosciuta come la direttiva sulle case green. Questa normativa si propone di ridurre a zero le emissioni degli immobili, introducendo un cambiamento radicale nel settore edilizio. Nonostante il sostegno di molti stati, Italia e Ungheria hanno espresso il loro dissenso votando contro, mentre altri paesi come la Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia hanno scelto di astenersi.

A quanto ammonta il costo per la transizione verde

La transizione verso edifici a zero emissioni comporta un investimento notevole. Si stima che il costo annuo per raggiungere questi obiettivi sarà di circa 275 miliardi di euro. Questa cifra coprirà le spese necessarie per adeguare il parco immobiliare esistente e per costruire nuove strutture che rispettino i nuovi standard di efficienza energetica.

Una volta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, gli Stati membri avranno due anni per recepire la direttiva. Durante questo periodo, ogni paese dovrà presentare un piano dettagliato per la ristrutturazione del proprio parco edilizio residenziale, delineando le tappe per raggiungere gli obiettivi fissati da Bruxelles.

Le sfide del Superbonus

Parallelamente, in Italia, la fine del superbonus per la ristrutturazione delle case, e l’introduzione di possibili nuovi bonus, è stata deliberata dal consiglio dei ministri, con una riduzione dal 110% al 70% prevista per il 2024. Questa decisione segna un punto di svolta significativo, dato che il superbonus ha rappresentato fino ad ora uno strumento importante per l’incremento dell’efficienza energetica negli edifici.

Nonostante l’entusiasmo per la direttiva, i dubbi principali emergono dubbi su chi sosterrà finanziariamente queste ambiziose riforme. Fino ad ora, la direttiva non prevede nuove risorse finanziarie da parte dell’UE, ma sollecita gli Stati membri a utilizzare i fondi già disponibili. Questo potrebbe rappresentare una sfida significativa, soprattutto per quei paesi con bilanci più stretti.

Tuttavia, è essenziale notare che la direttiva green prevede già alcune esenzioni: non tutti gli edifici saranno soggetti a ristrutturazione. Sono esclusi gli edifici con vincoli specifici, come quelli nei centri storici o nelle aree protette, oltre a edifici destinati a scopi di difesa, le seconde case utilizzate meno di quattro mesi all’anno, gli edifici provvisori, quelli religiosi e i piccoli immobili inferiori ai 50 metri quadrati.

Quando entra in vigore la direttiva case green

La direttiva Case Green entrerà ufficialmente in vigore non appena verrà pubblicata sulla “Gazzetta Ufficiale” dell’Unione Europea. Da quel momento, gli Stati membri avranno appunto un periodo di due anni per recepire la normativa nei loro sistemi legislativi nazionali.

Questo significa che c’è un periodo di preparazione durante il quale ogni paese dovrà organizzare e pianificare adeguatamente le ristrutturazioni del proprio parco edilizio residenziale, conformemente agli obiettivi di sostenibilità energetica stabiliti. Questo periodo è necessario per assicurare che tutti gli aspetti logistici e finanziari siano gestiti efficacemente, permettendo così una transizione fluida verso l’adozione piena della direttiva.

Quanto manca all’approvazione e quali sono le mosse future

Nonostante la direttiva non preveda sanzioni specifiche, chiede ai legislatori nazionali di introdurre misure adeguate. In Italia, vista la resistenza politica, è poco probabile che si verifichino interventi restrittivi immediati. Inoltre, con le prossime elezioni del Parlamento Europeo, il quadro potrebbe evolvere ulteriormente, aprendo la strada a nuove negoziazioni e forse a modifiche della normativa.

La direttiva sulle case green segna un passo significativo verso un futuro più sostenibile. Tuttavia, il cammino verso l’approvazione e l’attuazione completa è ancora lungo e colmo di sfide. Sarà fondamentale monitorare come i vari Stati membri si adegueranno a queste nuove esigenze e come si evolveranno i finanziamenti necessari per garantire che gli obiettivi ambiziosi possano essere effettivamente raggiunti. E soprattutto, resterà da vedere la sorte dopo le attese elezioni europee.

Leggi anche: Il prezzo della benzina aumenta e supera i 2 euro al litro: ecco i motivi

Mercato immobiliare Italia 2024: le previsioni degli esperti

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Ci sono previsioni più ottimiste e altre più prudenti sul mercato immobiliare in Italia nel 2024, comunque sempre in miglioramento rispetto allo scorso anno: ecco cosa prevedono gli esperti dei vari portali esperti di compravendite immobiliari

Mercato immobiliare Italia 2024: previsioni in positivo

A livello finanziario, il 2024 si prospetta innanzitutto come l’anno che dovrebbe segnare la fine delle politiche restrittive sul costo del denaro adottate dalle banche centrali, in particolare dalla FED e dalla BCE. Il mercato immobiliare è dunque in attesa di beneficiare della conseguente crescita dei mutui che seguirà con l’abbassamento dei tassi d’interesse. Del resto, qualche segnale positivo a livello globale sembra lasciar ben sperare in una ripresa del mercato immobiliare che dovrebbe principalmente passare da tre segmenti principali, ovvero il Retail globale, l’edilizia abitativa a prezzi accessibili e l’immobiliare privato.

Ma per quanto riguarda in particolare il mercato immobiliare in Italia nel 2024 quali sono le previsioni? In questi ultimi due anni, il mercato immobiliare italiano è stato fortemente penalizzato dalla politica monetaria della Banca Centrale Europea, in quanto i tassi dei mutui italiani sono risultati tra i più cari dell’Eurozona. Tralasciando i motivi economici, finanziari e strutturali che hanno portato i tassi di interesse italiani a questo non invidiabile primato, è chiaro che la conseguente contrazione dell’erogato mutui ha avuto il suo effetto a cascata su quello del settore immobiliare.

Tuttavia, con l’inflazione tornata ormai a livelli accettabili, si dovrebbe verificare il cambiamento di rotta già accennato. La BCE non si sbilancia ancora con le previsioni, tuttavia, in mancanza di particolari congiunture sfavorevoli in grado di incidere sull’inflazione – sempre da tenere presenti nell’attuale situazione geopolitica globale – i tassi di interesse dovrebbero diminuire già dal prossimo giugno.

Come reagirà dunque il mercato immobiliare in Italia nel 2024 alla luce della tanto attesa diminuzione del costo del denaro? Le previsioni dei vari esperti non sono univoche. Alcune sono più prudenti, altre più ottimiste: tutte prevedono comunque una ripresa rispetto ai livelli dello scorso anno.

Occorre inoltre notare che nei prossimi anni il mercato immobiliare non sarà indirizzato solo dall’andamento dei mutui ma anche da altre variabili legate al cambiamento climatico e al salto di classe energetica.

Ricordiamo che nel 2023 il mercato residenziale ha registrato un calo delle compravendite del -9,7% rispetto al 2022, per un totale di 709.591 transazioni. Una battuta d’arresto tuttavia contenuta, rispetto alle previsioni. Insomma, nonostante la contrazione dei mutui, il mercato immobiliare italiano tutto sommato ha tenuto perché, spiegano gli esperti, la domanda di abitazioni di qualità è ancora molto elevata.

Del resto, fa notare l’ufficio studi di Gabetti, i valori sono positivi rispetto sia al 2019 (+17%),sia alla media degli ultimi 10 anni che vede il 2023 in crescita del +24%, posizionandosi come il terzo anno migliore del periodo subito dopo gli anni record del 2021 e 2022.

Il volume degli investimenti registrati nel primo trimestre del 2024 – 1,8 miliardi di euro di investimenti corporate- in aumento rispetto allo stesso trimestre del 2023 lasciano ben sperare e confermano che l’Italia – anche alla luce dei parametri economici diffusi di recente dall’Istat – “Nonostante l’aumento del costo del denaro abbia di fatto contratto le operazioni di asset si conferma un Paese a basso rischio investimenti.

Semi di chia: dal sapore alle controindicazioni, passando per i benefici

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Se non avete mai assaggiato i semi di chia potete ancora recuperare. Si tratta di un vero e proprio superfood, che negli ultimi tempi è comparso anche sulle tavole degli italiani. Vediamo qual è il loro sapore, i benefici e come possono essere utilizzati in cucina.

Semi di chia: qual è il loro sapore?

Da qualche tempo a questa parte, i semi di chia sono comparsi anche nella nostra cucina. Non sono altro che i semi della Salvia hispanica, una pianta erbacea annuale originaria del Sudamerica, diffusa soprattutto in Messico e Guatemala. Con proprietà importanti, tra cui antinfiammatoria e antiossidante, questi piccoli semini apportano parecchi benefici all’intero organismo. Prima di vedere che sapore hanno, vediamo perché è consigliato inserirli nella dieta.

Innanzitutto, sono ricchi di antiossidanti (tra cui quercetina, acido caffeico e acido ferulico) e vitamine (specialmente del gruppo B, folati, provitamina A e vitamina C). Inoltre, sono una fonte ottima di sali minerali (in particolare di fosforo, selenio e manganese) e acidi grassi polinsaturi, Omega-3, Omega-6 e Omega-9. Ciliegina sulla torta: hanno un buon contenuto proteine e fibre. Pensate che 100 grammi di semi di chia – quantità piuttosto generosa – presentano circa 486 calorie.

Questi piccoli semini, dal sapore assolutamente neutro, aiutano a combattere i radicali liberi, svolgono un’azione protettiva per l’apparato cardiocircolatorio e contribuiscono al mantenimento delle funzioni cognitive, della stabilità dell’umore e della memoria. Come se non bastasse, favoriscono la digestione e la regolarità intestinale e rallentano l’assorbimento dei carboidrati.

Come si usano i semi di chia?

Considerando che i semi di chia hanno un sapore del tutto neutro, possono essere impiegati sia in ricette salate che dolci. Dai frullati ai budini, passando per le vellutate, il pane, i biscotti e le barrette proteiche: con questi semini si possono realizzare tante prelibatezze.

Pensate, ad esempio, che potete realizzare un gel ai semi di chia che diventa un addensante naturale (sia per torte che per vellutate), oppure può essere impiegato al posto delle uova. Non bisogna fare altro che mescolare un cucchiaio di semini con 10 cucchiai di acqua (o latte vegetale) e lasciar riposare in frigorifero per qualche ora. Il tutto si trasformerà in una sorta di composto gelatinoso da utilizzare all’occorrenza.

Pur essendo considerato un superfood, ci sono alcune controindicazioni da tenere bene a mente. Anche se è un alimento piuttosto sicuro, quanti hanno problemi di diabete, pressione alta o soffrono di disturbi gastrointestinali se ne dovrebbero tenere alla larga. In caso di dubbi, è bene chiedere il parere del proprio medico. Inoltre, al momento dell’acquisto è consigliato controllare che sia un prodotto biologico perché il rischio di pesticidi extra UE è dietro l’angolo.

Canale 9: ecco di chi è la Rete che ha scippato Amadeus alla Rai

Da qualche anno a questa parte, Canale 9 si sta affermando sempre di più. Dopo aver scippato alla concorrenza Maurizio Crozza, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, dovrebbe essere riuscito ad includere nella propria scuderia anche Amadeus. Ma di chi è la Rete?

Canale 9: di chi è la Rete che ha scippato Amadeus alla Rai?

Con l’avvicinarsi della chiusura della stagione televisiva 2023/2024, alcune novità sul prossimo anno iniziano a venire a galla. Senza ombra di dubbio, quella che ha suscitato maggiore scalpore riguarda l’addio di Amadeus alla Rai. Appena il chiacchiericcio ha iniziato a circolare, i vertici della televisione di Stato hanno smentito la notizia. Eppure, a distanza di qualche giorno dalle dichiarazioni dell’Ad Roberto Sergio, Amedeo Sebastiani ha rotto il silenzio, annunciando sui social la decisione di lasciare Viale Mazzini.

Amadeus non ha ufficializzato l’ingaggio di Discovery, ma secondo alcune indiscrezioni la sua scelta è legata anche al cachet esorbitante che gli hanno offerto i vertici di Canale 9. A questo punto, una domanda sorge spontanea: di chi è la Rete? Diretta da otto anni da Aldo Romersa, è edita da Discovery Italia, divisione del gruppo americano Warner Bros.

Parliamo di uno dei più importanti colossi statunitensi del settore dei media, che vanta alcune delle Reti più famose al mondo, come Hbo e Cnn. Per quanto riguarda l’Italia, nel 2023, Discovery è cresciuta tantissimo, registrando una media dell’8,6% di share. La prossima sfida? Rubare telespettatori a Rai2 e Rete 4, poi sarà il turno di Rai1 e Canale 5. Il sogno in grande, ovviamente, è quello di imporsi sulla scena televisiva italiana.

Discovery: che canali possiede la Rete di Warner Bros?

Nove è nata nel 2015, dopo l’accordo tra Gedi – all’epoca gruppo editoriale L’Espresso – e Discovery Italia per la cessione di Deejay TV. Il primo acquisto significativo è stato Crozza, poi sono arrivati anche alcuni eventi sportivi di livello, come la finale di US Open di tennis tra Roberta Vinci e Flavia Pennetta. Non dimentichiamo, poi, altri format di successo, come Little Big Italy.

Nell’ultima stagione televisiva, la crescita di Canale 9 è da ricollegare all’ingresso di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. I due, dopo l’addio alla Rai, hanno portato il loro Che tempo che fa su Discovery, facendo registrare ascolti da brividi. Ancor prima di loro, ad aver accettato il corteggiamento della Rete privata, è stato Maurizio Crozza, scippato da La7. Per il prossimo anno, invece, a contribuire alla crescita di Warner Bros Italia dovrebbe essere Amadeus.

Discovery è caratterizzato una programmazione generalista, che oltre a Canale 9 vanta altre 12 alternative del tutto gratuite: Real Time, Food Network, Warner Tvm Giallo, K2, Frisbee, Dmax, Hgtv, Motor Trend, Discovery Channel, DC +1, Eurosport 1 ed Eurosport 2.

Chi sarà il nuovo conduttore di Affari Tuoi: inizia il totonomi

Amadues ha ufficialmente detto addio alla Rai e si pensa già al nome del nuovo conduttore di Affari Tuoi. La lista dei papabili è molto lunga ma con molta probabilità si darà spazio ai giovani e in pole position c’è già il nome di un conduttore noto al pubblico sia di Mediaset che della Rai che potrebbe provare a fare il salto di qualità. Ecco alcuni dettagli.

Il nome del nuovo presunto conduttore di Affari Tuoi

Ebbene, sembra che potrebbe essere proprio il conduttore e ballerino napoletano a condurre il programma dei pacchi che tiene incollati milioni di telespettatori ad ora di cena su Rai 1. Il nome più accreditato è quello di Stefano De Martino, pupillo di Maria De Filippi ed ex della famosissima showgirl Belen Rodriguez.

Al momento però non si può parlare ancora di nomi ufficiali perché solo oggi si è appreso dell’addio di Amadeus alla Rai con un comunicato stampa. Il tutto si è formalizzato in presenza del Direttore generale Giampaolo Rossi con la volontà, da parte del conduttore, di non voler rinnovare il contratto. Dunque al timone di Affari Tuoi, fino alla data di scadenza del contratto, ci sarà sempre Amadeus.

Le voci su Di Martino erano diventate già insistenti alcuni mesi fa, soprattutto dopo la fine del Festival di Sanremo 2024, l’ultimo di Amadeus. All’epoca i rumor vedevano De Martino in pole position anche per la conduzione dell’Ariston. Ovviamente, anche in quel caso, si trattava di mere supposizioni.

A confermare o smentire le varie voci riguardo il nuovo conduttore saranno solo il tempo e le dichiarazioni della Rai o di Stefano De Martino.

Gli altri nomi dei possibili conduttore

La lista dei nomi che si potrebbero proporre per la conduzione di Affari Tuoi è davvero infinita. Al momento si esclude Marco Liorni che sta portando avanti magistralmente il programma L’eredità al posto di Flavio Insinna. A proposito dell’ultimo conduttore televisivo menzionato, difficilmente tornerà a presentare il gioco dei pacchi e quindi anche il suo nome potrebbe non essere preso, per ora, in considerazione.

Tra gli altri nomi papabili figura senza ombra di dubbio uno dei più importanti presentatori italiani: Carlo Conti. La sua presenza assicurerebbe un successo di pubblico e critica e i livelli di ascolti potrebbero rimanere invariati o magari aumentare vista l’enorme esperienza del conduttore toscano.

Per Carlo Conti, però, la Rai potrebbe pensare ad altro, a qualcosa di più grande che si ripete solo una volta all’anno: il Festival di Sanremo 2025. Conti ha già condotto il Festival della canzone italiana per tre anni di fila: dal 2015 al 2017, ottenendo vasti consensi per le sue impeccabili doti da presentatore ma anche per la qualità degli artisti presenti in gara.

Quindi è molto più probabile che lasciano Affari tuoi ad un conduttore più giovane, come per esempio Stefano De Martino, per permettergli di crescere e formarsi ancora di più e diano invece il Festival di Sanremo ad una persona più esperta come Carlo Conti.

Ftse Mib: solo un rimbalzo e poi di nuovo vendite?

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Avvio di settimana positivo per le Borse europee che oggi hanno chiuso gli scambi in salita.

L’unica eccezione negativa è stata quella del Ftse 100 che ha ceduto lo 0,38%, mentre il Cac40 e il Dax sono saliti rispettivamente dello 0,43% e dello 0,54%.

Ad avere la meglio è stata Piazza Affari che ha visto il Ftse Mib terminare gli scambi a 33.954 punti, con un progresso dello 0,56%, dopo aver toccato nell’intraday un massimo a 34.285 e un minimo a 33.890 punti.

Ftse Mib: un recupero che fa ben sperare?

L’indice delle blue chip anche oggi ha provato a riconquistare la soglia dei 34.000 punti, fermandosi però poco al di sotto di tale livello.

Solo con un superamento deciso di area 34.000 ci sarà spazio per una prosecuzione del recupero verso i 34.200 e i 34.500 punti, oltre cui il Ftse Mib punterà ai 34.800 punti e successivamente ai 34.900/35.000 punti.

La mancata riconquista dei 34.000 punti vedrà l’indice esposto al rischio di nuove incursioni ribassiste, con primo approdo a 33.800 punti e discesa successiva fino ad area 33.500.

Ulteriore debolezza sotto questo livello costringerà a spostare l’attenzione sui 33.200 e sui 33.000 punti, raggiunti i quali si dovrebbe assistere a un tentativo di rimbalzo, pena una prosecuzione delle vendite nel breve.

I market movers negli Stati Uniti

Per la prossima seduta, sul fronte macro USA si segnala l’indice Redbook relativo alle vendite al dettaglio nelle maggiori catene statunitensi.

Per i nuovi cantieri edili a marzo si prevede un calo da 1,52 a 1,48 milioni di unità, mentre le licenze di costruzione dovrebbero scendere leggermente da 1,52 a 1,51 milioni di unità.

In agenda anche la produzione industriale che a febbraio dovrebbe salire dello 0,4% dopo lo 0,1% di gennaio, mentre la capacità di utilizzo degli impianti è previosta al 78,5%.

Sul versante societario, da seguire Bank of America e Morgan Stanley che presenteranno i risultati del primo trimestre, dai quali ci si attende un utile per azione di 0,72 e di 1,66 dollari, mentre Bank of New York Mellon dovrebbe riportare un eps di 1,19 dollari.

Da segnalare anche i conti di UnitedHealthGroup e di Johnson & Johnson che per non deludere le attese dovranno centrare l’obiettivo di un utile per azione di 6,21 e di 2,47 dollari.

I dati macro e gli eventi in Europa

Nel Vecchio Continente si guarderà alla Germania dove i prezzi all’ingrosso di marzo dovrebbero salire dello 0,1% dopo il calo dello 0,1% precedente, mentre l’indice Zew ad aprile dovrebbe crescere da 31,7 a 35,1 punti.

In Italia si conoscerà l’indice dei prezzi al consumo che a marzo dovrebbe salire dello 0,1%, in linea con la lettura precedente.

I titoli e i temi da seguire a Piazza Affari

A Piazza Affari da seguire Saccheria Franceschetti che presenterà i dati relativi ai ricavi del primo trimestre di quest’anno.

In agenda le assemblee di Stellantis, Pharmanutra, BasicNet, 4AIM Sicaf e Almawave per l’approvazione dei dati di bilancio dell’esercizio 2023.

Da seguire i titoli del settore bancario in vista delle trimestrali di Bank of America, Morgan Stanley e Bank of New York Mellon.

Chi è Irene Fornaciari: vita privata e curiosità sulla figlia di Zucchero

Diventata popolare nel mondo della musica grazie al padre Zucchero, Irene Fornaciari si sta pian piano costruendo una sua carriera. Nel 2023, non a caso, è tornata alla ribalta con il nome d’arte Irene Effe. Vediamo chi è e quali sono le curiosità sul suo conto.

Irene Fornaciari: chi è la figlia di Zucchero?

Classe 1983, Irene Fornaciari è nata il 24 dicembre a Pietrasanta, in provincia di Lucca, sotto il segno zodiacale del Capricorno, da papà Zucchero e da mamma Angela Figliè. Cresciuta a pane e musica, ha debuttato con il padre nel 1998, collaborando all’album Bluesugar. La sua voce splende soprattutto nel brano Karma, stai calma.

Il primo singolo da solista, Mastichi aria, è arrivato nel 2006, seguito nello stesso anno dall’album Vertigini in fiore. Nel frattempo, Irene ha continuato a collaborare con il padre, specialmente nei tour in giro per il mondo, e con altri artisti sia nazionali che internazionali. Nel 2008, la Fornaciari è stata chiamata a reinterpretare L’isola che non c’è di Bennato nel film Si può fare di Giulio Manfredonia, mentre nel 2010 ha partecipato al Festival di Sanremo insieme ai Nomadi, duettando nella canzone Il mondo piange.

La carriera della Fornaciari è pian piano esplosa. Tanti i concerti importanti a cui ha preso parte, come quello del Primo Maggio a Roma e Amiche per l’Abruzzo. Nel 2023, ha deciso di tornare sulle scene musicali con un nuovo nome d’arte, Irene Effe. In un comunicato stampa, ha dichiarato:

Mi sono completamente reinventata senza compromessi e senza nascondere le mie fragilità. Mi sono smontata e ricostruita, senza dimenticare il passato, ma avendo il coraggio di intraprendere una nuova direzione e presentare questo nuovo capitolo della mia musica.

Per quanto riguarda la vita privata, Irene è sempre stata molto gelosa. Ha più volte dichiarato di avere un compagno, ma non ha mai svelato la sua identità.

Che lavoro fa la figlia di Zucchero?

Il primo singolo della Fornaciari con il nuovo nome d’arte Irene Effe è Mi libero dal male, seguito da altri brani che sono stati molto apprezzati dai fan. Oggi la figlia di Zucchero è una cantante affermata, che vive della sua musica. In merito al suo cognome importante, intervistata da Vanity Fair, ha dichiarato:

Io sono fiera del mio cognome, certo non lo rinnego. (…) Non posso certo dire che mi abbia tolto, perché mi ha offerto tante possibilità, specialmente all’inizio, che tanti miei colleghi non hanno avuto. C’era la curiosità dei media di scoprirmi e questa è stata senza dubbio una fortuna. Poi però devi fare anche i conti con i pregiudizi. E sono tanti: si pensa ci sia mio padre dietro ogni cosa che faccio, ma ormai sono anni che vado completamente da sola. È brutto perché si sminuiscono le energie che ci sono dietro il lavoro.

Cosa fanno le figlie di Zucchero?

Zucchero Fornaciari ha avuto due matrimoni. Il primo, con Angela Figliè, l’ha visto diventare padre di Alice e Irene. Quest’ultima è una cantante, mentre sua sorella è disegnatrice e creatrice di gioielli, nonché titolare di una boutique a Sarzana, in provincia di La Spezia. La seconda moglie dell’artista è Francesca Mozer, madre del terzo pargolo Adelmo. Il ragazzo sta studiando per diventare attore.

Quante mogli ha avuto Zucchero Fornaciari?

Zucchero ha avuto due mogli: Angela Figliè e Francesca Mozer. Con la prima, sua grande musa ispiratrice, ha avuto un rapporto difficile, che l’ha fatto piombare nella depressione. Intervistato dal Corriere della Sera, ha raccontato:

Mi ha massacrato. Però a suo modo è stata una fonte di ispirazione. Ora vorrebbe i diritti di autore… È stato un grande amore. Ed è stato un inferno. Lei era bellissima, ma a colpirmi fu la malinconia dei suoi occhi. Non sono mai riuscito a capirla, neanche adesso. Impenetrabile. Durissima. Mi sono sposato a 23 anni, lei era ancora più giovane. Mi aveva lasciato il giorno prima che partissi per il Forte Village, in Sardegna, dove dovevo suonare per un mese. Le telefonavo e non rispondeva mai. Al ritorno con la 128 scassata di mio padre andai ad aspettarla fuori dal negozio dove lavorava, e le chiesi di sposarmi. Lei rispose di sì. Fino a quando una notte mi disse: “Ti lascio, non ti amo più”. Ma non so se mi abbia mai amato davvero, di sicuro “ti amo” non me l’ha mai detto, e neanche “ti voglio bene”. Mai. E la mia presunzione era farla sorridere, renderla felice. Volevo prenderle una casa vicino a sua madre, e mi indebitai di 500 milioni. Così scivolai nella depressione.

La seconda, Francesca, è ancora oggi al suo fianco.

Chi sono i fratelli di Zucchero Fornaciari?

Zucchero ha una sorella, Laura Fornaciari.

Mangiare dopo le 23 fa male: uno studio dimostra perché e a chi nello specifico

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A parità di cibo e quantità ingerita, l’orario in cui si consumano i pasti è determinante ai fini di uno stato di salute più o meno ottimale.

Infatti, non ci sono dubbi: mangiare dopo le 23 fa male. E uno studio dimostra perché.

Cosa succede se mangio alle 23

Ormai gli esperti del settore non hanno più alcun dubbio. L’orario che scegliamo per consumare i nostri pasti è in grado di influenzare il nostro stato di salute.

In altre parole, pur consumando lo stesso cibo e nella medesima quantità, questo diventa più dannoso per il nostro organismo, man mano che si posticipa l’orario della cena.

La rivista Nutrition & Diabetes ha esaminato i dati di 41mila persone del database NANHES (National Health and Nutrition Examination Survey), giungendo a conclusioni non rosee, per la salute dell’uomo.

Il corpo umano è una macchina perfetta e programmata per funzionare in un certo modo. Nel momento in cui si vanno ad alterare i suoi ritmi, ecco che qualche parametro va in tilt.

Questo avviene per quanto riguarda l’orario dei pasti ma non solo. Anche la regolazione del ritmo sonno-veglia è fondamentale per il benessere dell’organismo, così come lo svolgimento di attività fisica e lavorativa, durante le ore diurne e pomeridiane e non notturne.

Posticipando la cena alle 23, il rischio di mortalità precoce aumenta, in quanto correlato ad alterazioni di alcuni valori, come quelli della glicemia e del colesterolo.

Cosa succede se si mangia tardi la sera

Accade più spesso di quanto non si immagini. Basti pensare ai turnisti h24, che magari terminano di lavorare a quell’ora e hanno quindi necessità di mangiare.

Per molti però, cenare alle 22 è un’abitudine e quindi può accadere anche di arrivare fino alle 23, magari a causa di una giornata particolarmente frenetica oppure di rientro da un viaggio o una trasferta per lavoro.

Ad esempio, soprattutto al sud Italia, quando le temperature iniziano ad innalzarsi, sono tante le persone che aspettano che il sole tramonti e l’afa si alleggerisca un po’, prima di cenare. Arrivando tranquillamente a mettersi a tavola dopo le 22.

Ebbene, nel momento in cui si mangia abitualmente tardi la sera, alcuni valori dell’organismo iniziano ad andare in tilt.

Ecco perché mangiare dopo le 23 fa male.

Questo è il caso principalmente della glicemia e del colesterolo, dell’insulina e, in via generale, del metabolismo che si altera tutto.

La circonferenza vita aumenta, i grassi si depositano più facilmente sui punti critici del corpo, il rischio di malattie cardiovascolari si innalza, così come addirittura raddoppia quello per il diabete.

In particolare, anche chi soffre di reflusso gastroesofageo deve assolutamente regolarizzare gli orari da dedicare alla cena, se invece è solito mangiare verso le 22-23 alla sera.

Perché mangiare dopo le 23 fa male

Fermo restando che la salute va sempre messa al primo posto (e mai data per scontata tra l’altro), c’è un altro aspetto da non sottovalutare, nel momento in si mangia tardi e tanto la sera.

Tutto il cibo ingerito oltre le 20 (o al massimo entro le 21, optando per una cena leggera), si accumula in forma di grasso nell’organismo.

In altre parole, la stessa portata prevista per la cena, se mangiata entro le 20, fa ingrassare meno di quando invece ci si siede a tavola più tardi.

Volendo vedere la cosa da un altro punto di vista, se abitualmente si mangia alle 22 o alle 23 e da oggi si anticipa tassativamente la cena alle 19.30-20, si dimagrisce.

La regola da seguire dunque è: magri di giorno, grassi di notte, tenendo conto che mangiare dopo le 23 fa male.

L’ideale è non mangiare né bere (tranne acqua) più nulla oltre le ore 22-23, anticipando preferibilmente la cena alle ore 20.

Tanto detto, va comunque precisato che il fatto di cenare in tarda serata deve diventare un’abitudine e quindi deve protrarsi nel medio lungo termine, per riuscire ad alterare il metabolismo e tutti i valori a cui abbiamo fatto cenno nel corso dell’articolo.

Se dunque, ad esempio, il sabato sera siamo in compagnia di amici e ci attardiamo a cenare, possiamo rilassarci e goderci la serata, senza guardare l’orologio.

Cosa posso mangiare alle 11 di sera

Il consiglio, soprattutto in vista della calura estiva, è innanzitutto di variare il menù da portare in tavola, per grandi e piccini, privilegiando insalate e piatti freschi e leggeri (facilmente digeribili).

In questo modo, si può cenare al massimo alle 21 e, nel caso di un languorino verso le 23, mangiare solo frutta oppure olive per uno spuntino serale oppure uno yogurt greco che è ottimo anche come dessert ma con poche calorie.

Ovviando così al problema che mangiare dopo le 23 fa male.

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Cosa fare se il joystick non si accende

Immaginiamo, dopo una lunga giornata di lavoro, di poterci finalmente rilassare un po’ sul divano con il nostro videogame preferito. Un bel pacco extralarge di tortillas, una bibita fresca, e… ci siamo?

No, perchè il nostro joystic non si accende. Nonostante i vari tentativi, sembra proprio che non voglia saperne di collaborare. Dobbiamo rassegnarci ad abbandonare i nostri piani di relax per uscire a comprarne uno nuovo?

Non è detto! In questa guida, vedremo quali sono i più comuni problemi relativi ai controller di gioco, e come risolverli!

Cosa fare se il joystick non si accende?

Quando ti trovi di fronte a un joystick che non si accende, ci sono diversi passaggi che puoi seguire per cercare di risolvere il problema: lanciarlo contro il muro in un attacco di rabbia non è uno di questi!

La soluzione può variare a seconda del tipo di joystick che stai utilizzando (per esempio, uno per console di gioco come PlayStation o Xbox, oppure un joystick per PC), ma in generale, questi 7 consigli dovrebbero aiutarti a identificare e forse risolvere il problema.

1. Controlla le connessioni

Assicurati che il joystick sia correttamente collegato alla console o al PC. Se è wireless, verifica che sia correttamente sincronizzato con la base di ricezione o con la console. Controlla anche che non ci siano oggetti che bloccano il segnale tra il joystick e il ricevitore.

2. Verifica l’alimentazione

Per i joystick wireless, assicurati che le batterie siano inserite correttamente e che siano cariche. Se usi batterie ricaricabili, prova a ricaricarle completamente. Se il joystick è cablato, assicurati che il cavo non sia danneggiato e che sia ben inserito nelle porte USB della console o del PC.

3. Testa su un altro dispositivo

Se possibile, prova il joystick su un altro dispositivo per determinare se il problema è nel joystick stesso o nel dispositivo originale. Se noti che il joystick funziona su una consolle, ma non su un’altra, potrebbe essere un problema di compatilità – o peggio, un problema della consolle stessa, per cui dovrai fare riferimento all’assistenza.

4. Riavvia il dispositivo

A volte, semplicemente riavviando la console o il PC si possono risolvere i problemi di riconoscimento del joystick. Prova a spegnere tutto per una decina di minuti, intanto metti nel microonde i pop corn: una volta riacceso, è molto probabile che si trattasse di un problema momentaneo!

5. Aggiorna i driver e il firmware

Nel caso di joystick per PC, assicurati che i driver siano aggiornati. Puoi trovare gli ultimi driver sul sito del produttore del joystick o tramite il gestore di dispositivi di Windows. Per i joystick di console, verifica se ci sono aggiornamenti firmware disponibili che potrebbero risolvere il problema.

6. Controlla le impostazioni del dispositivo

Alcune impostazioni di sistema o di gioco possono disabilitare l’uso di joystick esterni. Controlla le impostazioni per assicurarti che non ci siano restrizioni attive che impediscono al joystick di funzionare correttamente.

7. Ricerca di problemi specifici del modello

A volte, specifici modelli di joystick possono avere problemi noti che sono stati documentati online. Una ricerca su Google con il modello del tuo joystick e la descrizione del problema (possibilmente seguito dalla parola chiave “Reddit”, dove si trovano soluzioni a qualsiasi problema ultraspecifico) potrebbe rivelare soluzioni specifiche o workaround condivisi da altri utenti.

Se dopo aver provato tutti i passaggi precedenti il joystick non funziona ancora, potrebbe essere necessario contattare il supporto tecnico del produttore per ulteriori istruzioni o considerare la possibilità di una riparazione o sostituzione se ancora in garanzia.

Cosa fare quando il joystick non si collega?

Abbiamo visto cosa fare quando il joystick prorpio non si accende, ma come raccapezzarsi se invece non si collega? La difficoltà nella connessione può essere dovuta a vari fattori, tra cui problemi di compatibilità, guasti hardware o errori software.

Innanzitutto, è essenziale verificare che il joystick sia compatibile con il sistema o la console che stai utilizzando. La documentazione del prodotto o il sito web del fabbricante possono fornirti queste informazioni. Se il joystick è compatibile, procedi con i seguenti passaggi:

  • assicurati che il joystick sia correttamente collegato. Se è un modello USB, prova a scollegarlo e a ricollegarlo, e se possibile, testa diverse porte USB per escludere la possibilità di una porta difettosa. Per i joystick wireless, assicurati che il dongle USB sia inserito correttamente e che il joystick sia carico o abbia batterie funzionanti;
  • semplice ma spesso efficace, il riavvio del dispositivo (PC, console di gioco, ecc.) può risolvere molti problemi di riconoscimento hardware;
  • su un PC, il mancato riconoscimento del joystick può essere dovuto a driver obsoleti o corrotti. Puoi controllare la gestione dispositivi di Windows per vedere se il joystick è riconosciuto e se ci sono errori. Se necessario, scarica e installa l’ultimo driver dal sito del fabbricante del joystick;
  • se stai usando il joystick con un particolare software o gioco, verifica le impostazioni di input all’interno del software. A volte è necessario configurare manualmente il joystick all’interno dell’applicazione;
  • alcuni joystick avanzati richiedono aggiornamenti firmware per funzionare correttamente con i nuovi dispositivi o software. Controlla il sito web del fabbricante per eventuali aggiornamenti disponibili;
  • se il joystick ha un software dedicato, potresti avere l’opzione di ripristinare le impostazioni di fabbrica.

Se nessuno dei passaggi precedenti risolve il problema, potrebbe essere utile contattare il supporto tecnico del fabbricante del joystick. Possono offrire soluzioni specifiche per il modello che stai utilizzando o indicarti se il dispositivo necessita di riparazioni.

Come accendere un controller?

Per accendere un controller, la procedura varia leggermente a seconda della console o del dispositivo di gioco che stai utilizzando. Qui ti spiegherò come accendere controller per le console più comuni come PlayStation, Xbox e Nintendo Switch, nonché per controller generici su PC.

PlayStation

Per i controller PlayStation, come il DualShock 4 o il DualSense:

  • la prima volta, collega il controller alla console tramite un cavo USB. Questo permette al controller di associarsi alla console;
  • premi il pulsante centrale con il logo PlayStation sul controller. Dovrebbe accendersi e collegarsi automaticamente alla console via Bluetooth se è già stato associato in precedenza;
  • se in seguito vuoi utilizzare il controller senza fili, assicurati che sia carico e premi il pulsante centrale. Se non si connette, potrebbe essere necessario ripetere la procedura di associazione.

Xbox

Per i controller Xbox, come quelli delle serie Xbox One o Xbox Series X|S:

  • collega il controller alla console con un cavo USB o premi il pulsante di associazione sulla console e sul controller. Il pulsante di associazione sul controller si trova solitamente vicino al pulsante USB superiore;
  • premi il pulsante Xbox al centro del controller. Questo dovrebbe accendere il controller e connetterlo alla console;
  • una volta associato, puoi premere semplicemente il pulsante Xbox per accenderlo e collegarlo wireless.

Nintendo Switch

Per i controller del Nintendo Switch, come i Joy-Con o il Pro Controller:

  • scorri i Joy-Con nella console per collegarli e associarli automaticamente. Per il Pro Controller, usa un cavo USB per la prima connessione;
  • per accendere i Joy-Con, basta premere qualsiasi pulsante quando sono scollegati dalla console. Per il Pro Controller, premi il pulsante Home;
  • i controller dovrebbero ricollegarsi automaticamente se sono stati correttamente associati e la console è in modalità attiva o in standby.

Controller Generici su PC

Per i controller generici su PC:

  • collega il controller al PC tramite USB o Bluetooth, a seconda delle specifiche del controller.
  • assicurati che i driver necessari siano installati. Windows di solito fa questo automaticamente per i controller più comuni, come quelli di PlayStation e Xbox.
  • una volta che i driver sono installati, il controller dovrebbe essere riconosciuto dal sistema. Puoi accenderlo premendo il pulsante principale o Home, a seconda del modello.

In generale, per qualsiasi tipo di controller, assicurati di controllare che la batteria sia carica per evitare problemi di connessione. Se incontri difficoltà nella connessione wireless, ricontrolla le istruzioni del produttore per eventuali passaggi specifici o problemi noti.

Cosa fare se l’analogico del joystick non funziona?

E se è l’analogico del joystick a non funzionare correttamente? La guida seguente si applica sia ai joystick per console che per PC, sebbene i dettagli possano variare leggermente in base al modello e al produttore.

Spesso, il malfunzionamento dell’analogico può essere dovuto a polvere, sporco o detriti accumulatisi intorno o sotto il levetta. Per pulirlo:

  • spegni il controller;
  • usa aria compressa per soffiare via la polvere e i detriti dalla base dell’analogico;
  • utilizza un batuffolo di cotone imbevuto di alcool isopropilico per pulire delicatamente intorno all’analogico. L’alcool asciuga rapidamente e può aiutare a rimuovere lo sporco oleoso.

Se il problema non è fisico, potrebbe essere necessario calibrare l’analogico tramite il software:

  • per i controller di console, controlla le impostazioni del sistema per trovare opzioni di calibrazione. Segui le istruzioni a schermo per centrare e testare l’analogico.
  • su PC, puoi accedere al Pannello di controllo, poi a “Hardware e suoni” e infine a “Dispositivi e stampanti“. Trova il tuo controller nell’elenco, fai clic con il pulsante destro del mouse e seleziona “Proprietà“. Da lì, puoi accedere alla scheda di calibrazione e seguire le istruzioni.

Un reset completo del controller può comunque risolvere diversi problemi di malfunzionamento: consulta il manuale del tuo controller per le istruzioni specifiche di reset. Questo di solito implica la pressione di un piccolo pulsante situato in un punto nascosto del controller che necessita di essere premuto con una clip o simile.

Se tutto ciò non ha funzionato, assicurati che il firmware del tuo controller sia aggiornato:

  • per i controller di console, gli aggiornamenti del firmware vengono di solito gestiti attraverso le impostazioni della console;
  • per i controller PC, visita il sito web del produttore per trovare e installare l’ultimo firmware.

Se il tuo controller è cablato, controlla inoltre se ci sono danni visibili al cavo. Un cavo danneggiato può causare problemi di connessione che influenzano il funzionamento dell’analogico.

Seguendo questi passaggi, dovresti essere in grado di diagnosticare e potenzialmente risolvere problemi relativi all’analogico del tuo joystick. Se il problema persiste, potrebbe essere necessario consultare un tecnico professionista per una diagnosi più approfondita.