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Condizionatore, il trucco per spendere la metà: ecco come poter ridurre i costi

Condizionatore, svelato il trucco per spendere la metà: ecco come poter dimezzare i costi delle bollette del vostro dispositivo.

Negli ultimi anni le sempre più alte temperature portano le persone ad utilizzare i condizionatori più a lungo, con ciò che si traduce poi in bollette più salate.

La maggior parte delle famiglie italiane possiede un condizionatore e lo utilizza quotidianamente per combattere il caldo. In alcuni casi, questo dispositivo diventa un valido alleato anche in inverno, quando viene sfruttato come pompa di calore.

I condizionatori offrono molti vantaggi: oltre che a rinfrescare le abitazioni nei mesi più caldi permettono di regolare l’umidità interna alla casa. Molto importante inoltre è l’utilizzo quasi necessario che si fa negli uffici e nei luoghi di lavoro, in quanto lavorare ad una temperatura eccessiva durante le lunghe giornate d’estate potrebbe essere impossibile.

Essendo alimentato però tramite elettricità, il suo uso può comportare aumenti significativi nel prezzo della bolletta della luce. Tra le altre cose, come comunicato da ARERA, bisogna fare attenzione ai nuovi aumenti delle bollette elettriche, con le spese che crescono soprattutto se si possiede in casa un condizionatore. Tuttavia non bisogna per forza farne a meno, in quanto grazie ad un semplice trucco si può spendere la metà.

In questo articolo scopriremo assieme come sfruttare al meglio il condizionatore, godendo di un’abitazione fresca e confortevole ad un prezzo vantaggioso.

Condizionatore, il trucco per spendere la metà: ecco come poter ridurre i costi

In realtà, quando si tratta di condizionatore, più che di un trucco per spendere la metà dovremmo parlare di una serie di accortezze che, se sommate, consentono un risparmio considerevole.

La prima tecnica per dimezzare immediatamente i costi riguarda l’efficienza energetica, che è un fattore da considerare ogni qualvolta si acquista un elettrodomestico.

È vero che acquistare un condizionatore di classe energetica elevata potrebbe comportare un costo iniziale elevato. Tuttavia, è bene considerare che un condizionatore di classe A+++ consuma più del 50% in meno rispetto ad un vecchio condizionatore di classe D.

Dunque, per spendere la metà o, per meglio dire, per risparmiare fino al 60% sulle bollette il consiglio primario è quello di investire del denaro nell’acquisto di un dispositivo di ultima generazione.

Tuttavia, a parte questo primario consiglio che consente di risparmiare sulle bollette ogni mese, esistono anche una serie di accorgimenti che, se sommati tra loro, potranno condurre ad un risparmio mensile elevatissimo.

Condizionatore, altri metodi per spendere meno

Quando si parla di condizionatore, quanto consuma e quali sono i trucchi per risparmiare sono due delle domande più frequenti. Nel momento in cui si utilizza un condizionatore, un trucco per spendere la metà sulle bollette riguarda la temperatura.

Molti di noi hanno la pessima abitudine di impostare una temperatura eccessivamente bassa, cosa che comporta ovviamente un enorme dispendio di energia.

Invece che impostare inutilmente una temperatura bassissima, meglio optare per una temperatura intermedia. In ogni caso, poi, anche durante le giornate eccessivamente calde è buona regola evitare di impostare la temperatura con una differenza maggiore di 8 gradi rispetto all’esterno.

Nel caso di caldo umido, un altro trucco per spendere la metà quando si utilizza un condizionatore riguarda l’uso della deumidificazione. Mediante questa funzione, si può ottenere anche il 13% di risparmio in bolletta.

A questo risparmio si potrà sommare un 10% in meno sulle utenze sfruttando la programmazione. Coi programmi notturni, ad esempio, viene garantito un minor consumo di energia, che andrà ad incidere positivamente sugli importi da pagare a fine mese.

Infine, mai sottovalutare la manutenzione del condizionatore: un trucco per spendere la metà, se sommato a quelli appena analizzati, prevede la regolare pulizia del dispositivo. In questo modo, il risparmio atteso si aggirerà intorno all’’8%.

Condizionatore, come spendere meno nell’acquisto

Abbiamo già detto che, nel caso di un vecchio condizionatore, un trucco per spendere la metà consiste nel cambiarlo con un nuovo dispositivo a risparmio energetico. Ma abbiamo detto anche che il costo di un nuovo dispositivo di classe energetica elevata potrebbe essere molto alto. E, in un momento di crisi economica come quello attuale, non tutti gli italiani possono effettuare un acquisto del genere.

Tuttavia, anche nel 2024 è previsto il bonus condizionatore, un’agevolazione fiscale che consente di ottenere una detrazione sull’acquisto, la quale va dal 50 al 70%.

Un altro aspetto importante è quello di scegliere i condizionatori che consumano meno, in modo da limitare alla radice l’aumento del costo della luce.

Frigorifero, ecco l’impostazione che fa risparmiare un sacco di soldi

Le bollette di luce e gas sono ancora care, per questo molte famiglie italiane sono alla ricerca di strategie per spendere meno, senza rinunciare agli elettrodomestici irrinunciabili. Tra questi c’è sicuramente il frigorifero, un elettrodomestico che resta accesso giorno e notte e che, quindi, ha dei consumi elevati. Questo rende il frigorifero uno degli elettrodomestici che ha maggiore impatto sulle bollette, del quale però non si può fare a meno.

Secondo alcune ricerche, un frigorifero di classe A con una capacità di 350 litri e con congelatore integrato può consumare fino a 142 euro all’anno da solo.

Per fortuna esistono diversi modi per ottimizzare il suo utilizzo, risparmiando dei soldi che possono essere usati per altro, ad esempio per fare la spesa. Ecco alcune impostazioni e trucchi meno noti per ridurre il consumo energetico.

Frigorifero, con questa impostazione risparmi un sacco di soldi: ecco qual è

L’andamento instabile dei prezzi dell’energia elettrica e del gas continua a preoccupare. Il governo Meloni ha attuato diverse misure per sostenere le famiglie in difficoltà economica, come il bonus bollette, ma la situazione richiede ancora soluzioni innovative per risparmiare sull’energia consumata dagli elettrodomestici domestici, che sono indispensabili nella vita quotidiana ma talvolta molto energivori.

Tra gli elettrodomestici che consumano di più troviamo il frigorifero, specialmente quelli più datati. In media, un frigorifero con potenza compresa tra 100 e 300 watt consuma tra 100 e 240 wattora all’ora (Wh). Moltiplicando questo consumo orario per 8760 ore, si ottiene un consumo annuo compreso tra 876 e 2102 kWh.

Supponendo una tariffa di 0,53451 euro per kWh, i costi annuali possono variare tra i 468 euro e gli 1123 euro. Questa cifra considerevole potrebbe essere ridotta con alcune impostazioni poco conosciute e alcuni consigli per evitare sprechi alimentari ed energetici.

Il primo consiglio degli esperti è quello di prestare attenzione all’acquisto del frigorifero, optando per un modello di classe energetica elevata anziché uno di classe bassa. Anche se l’investimento iniziale potrebbe essere più alto, si risparmierà quasi 100 euro all’anno sui consumi energetici.

Per esempio, un frigorifero di classe G consuma circa 780 kWh all’anno, mentre uno di classe A ne consuma circa 300 kWh, il che si traduce in un risparmio annuo di circa 200 euro. Optando per elettrodomestici di classe superiore come A+ o A++, si può ridurre ulteriormente il consumo energetico del 25%.

È importante anche impostare correttamente la temperatura del frigorifero e del congelatore, seguendo le raccomandazioni del Ministero della Salute (4°C – 5°C per il frigorifero e -18°C per il congelatore). Inoltre, è essenziale organizzare i cibi all’interno del frigorifero rispettando i limiti di capacità e evitare di inserire cibi troppo caldi al suo interno.

Per sintetizzare, ecco trucchi e funzioni che consentono di risparmiare:

  • scegliere un frigorifero di ultima generazione
  • impostare la temperatura correttamente, 4°C – 5°C per il frigorifero e -18°C per il congelatore
  • evitare di aprire continuamente gli sportelli
  • organizzare i cibi in modo corretto e senza esagerare con le scorte

Come ridurre il consumo di un frigorifero?

Nei periodi invernali, quando le temperature tendono ad essere più basse, è consigliabile regolare la temperatura del frigorifero tra i 4°C e i 6°C. Questo intervallo ottimale favorisce la conservazione degli alimenti mantenendoli freschi, limitando la formazione di muffe e odori indesiderati, e contemporaneamente contribuendo a un consumo energetico più efficiente.
Per questo è buona norma verificare la temperatura dell’apparecchio e regolarla in base alle esigenze.

Frigorifero, la corretta manutenzione fa risparmiare

Mantenere il frigorifero in buone condizioni può comportare un notevole risparmio economico nel lungo periodo. La manutenzione include la pulizia regolare e lo sbrinamento periodico, insieme alla verifica delle guarnizioni per individuare eventuali segni di usura.

Inoltre, è fondamentale regolare il termostato del frigorifero in base alla temperatura ambiente circostante. Un aspetto poco conosciuto è che, durante lo scongelamento dei cibi, è preferibile conservarli nel frigorifero anziché lasciarli all’aria aperta. Questo aiuta l’elettrodomestico a consumare meno energia per mantenere una temperatura bassa.

Altri consigli per risparmiare

Quando si acquista un frigorifero, è fondamentale considerare le esigenze delle persone che compongono la famiglia. Per una coppia un frigorifero da 140 litri potrebbe essere sufficiente, mentre per una famiglia di almeno quattro persone, si consiglia un frigorifero con una capacità compresa tra i 200 e i 250 litri.

Per famiglie più numerose, è consigliabile optare per un frigorifero con una capacità superiore ai 250 litri.

È importante anche fare attenzione a non aprire e chiudere il frigorifero in modo eccessivo e inutile, per evitare dispersione di energia eccessiva.

Bonus Università privata, fino a 3.900 euro di sconto agli studenti: ecco come funziona

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Tra i bonus per figli che studiano nel 2024, è doveroso inserire anche il bonus Università privata. Si tratta di un’agevolazione che, come il nome stesso lascia intendere, viene erogata in favore degli studenti iscritti a corsi di laurea presso gli Atenei privati.

Il bonus in questione, però, non è unico. Si tratta infatti di un’agevolazione che può variare a seconda della Facoltà scelta.

Inoltre, l’importo concesso viene rimodulato anche in base alla sede dell’Ateneo. Questo significa che, a seconda della localizzazione geografica dell’Università privata scelta, si potrà ottenere un importo più o meno significativo.

Scopriamo insieme quali sono i requisiti richiesti per accedere al bonus Università privata, come funziona, in cosa consiste e come richiederlo.

Bonus Università privata: come funziona

In primis, cercheremo di capire cos’è il bonus Università privata e come funziona.

L’agevolazione, che come vedremo a breve non viene erogata in forma di sconto, né come bonifico diretto, consente comunque un risparmio significativo.

Tale risparmio dipende sia dall’indirizzo di studi scelto, sia dalla localizzazione dell’Ateneo.

Ecco come funziona il bonus Università private, a seconda della facoltà e dell’Ateneo:

  • facoltà mediche: 3.900 euro per Atenei del Nord, 3.100 euro per quelli localizzati al Centro Italia, 2.900 euro per le Università del Sud
  • facoltà sanitarie: 3.900 euro per Atenei del Nord, 2.900 euro per quelli localizzati al Centro Italia, 2.700 euro per le Università del Sud
  • facoltà scientifiche e tecniche: 3.700 euro per Atenei del Nord, 2.900 euro per quelli localizzati al Centro Italia, 2.600 euro per le Università del Sud
  • facoltà umanistiche e sociali: 3.200 euro per Atenei del Nord, 2.800 euro per quelli localizzati al Centro Italia, 2.500 euro per le Università del Sud
  • dottorati, master e corsi di specializzazione: 3.900 euro per Atenei del Nord, 3.100 euro per quelli localizzati al Centro Italia, 2.900 euro per le Università del Sud, indipendentemente dalla facoltà scelta.

Quelli appena analizzati sono gli importi massimi: il bonus viene però rimodulato anche in base al reddito familiare dello studente.

I requisiti di accesso

Per quanto riguarda, invece, i requisiti di accesso che permettono di fruire del bonus Università privata, sono soprattutto reddituali.

Innanzitutto, l’agevolazione può essere richiesta sia dallo studente iscritto presso un Ateneo privato, sia dal genitore. In sostanza, infatti, può eccedere al bonus chi sostiene la retta: se lo studente è a fiscalmente a carico della propria famiglia, l’agevolazione verrà fruita dal genitore che ha pagato la retta universitaria.

In caso contrario, qualora sia lo studente a sostentarsi da sé, potrà richiedere il bonus Università privata per se stesso.

È necessario però rispettare un requisito fondamentale: per avere diritto all’agevolazione, il reddito relativo al 2020 non può essere superiore a 240.000 euro.

Tra le altre cose, l’importo del bonus può aumentare, diventando massimo se il reddito complessivo non supera i 120.000 euro.

Altro requisito essenziale è ovviamente l’iscrizione ad un’Università privata. Sono ammesse le iscrizioni a tutti i corsi (laurea triennale, magistrale, a ciclo unico), ma anche i dottorati, le specializzazioni e i master, di qualsiasi livello.

Come richiedere il bonus Università privata

Il bonus Università privata non si configura come un vero e proprio contributo economico. In altre parole, non è un incentivo erogato in forma di bonifico o voucher.

L’incentivo verrà concesso in forma di detrazione, da fruire in dichiarazione dei redditi, analogamente ad altre agevolazioni attualmente attive. Pensiamo, per esempio, al bonus condizionatori 2024 senza ristrutturazione, che allo stesso modo va portato in dichiarazione dei redditi.

L’agevolazione verrà erogata seguendo le regole prevista dalla Legge n. 208/2015, legge che ha introdotto il bonus in questione.

La detrazione ottenibile permetterà di recuperare parte delle spese necessarie per frequentare un Ateneo privato. In questo modo, si favorirà l’accesso all’istruzione universitaria, dato che i costi per la frequenza di un’Università privata sono talvolta molto elevati.

ENI giù: nessun sostegno dai rumor. Cosa bolle in pentola?

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Anche la seduta odierna non sta riservando nulla di buono per ENI che risente delle negatività che sta interessando il mercato in generale.

ENI in rosso anche oggi

Il titolo, dopo aver ceduto oltre un punto percentuale ieri, perde terreno anche oggi, muovendosi sostanzialmente in linea con il Ftse Mib.

Negli ultimi minuti, ENI viene fotografato a 15,28 euro, con un ribasso dell’1,64% e oltre 4,1 milioni di azioni passate di mano fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 10,5 milioni.

ENI frenato anche dal calo del petrolio

Il titolo risente dell’andamento negativo del Ftse Mib, ma anche della flessione del petrolio che, mentre scriviamo, passa di mano a 85 dollari al barile, con un calo dello 0,51%.

ENI intanto non trova alcun sostegno nelle indiscrezioni circolate già nelle ultime ore della giornata di ieri.

ENI: rumor su cessione quote in Enilive e Novamont

Secondo fonti stampa, la società punta a vendere entro la fine dell’anno quote di minoranza in Enilive e Novamont.

Su Enilive, sarebbero state avviate trattative preliminari con fondi e investitori industriali per trovare un partner interessato a una partecipazione fino al 10% da cui potrebbero incassare circa 1,3 miliardi di euro per poi procedere con il collocamento in Borsa.

Secondo Reuters, la valorizzazione enterprise value sarebbe di almeno 10 miliardi di euro.

Nel 2023, Enilive ha realizzato un EBITDA da circa 1 miliardo di euro e il target al 2027 è superiore a 1,6 miliardi di euro grazie all’incremento della capacità produttiva di biocarburanti fra cui il SAF, insieme al modello verticale.

Il percorso di dismissione di una quota di minoranza a un partner industriale/finanziario più successiva ipo ricalca, quello già avviato per Plenitude. L’iter sarebbe replicato anche per Novamont, quando verrà costituita la società satellite per la chimica da rinnovabili.

In questo caso, la quota che ENI vorrebbe cedere sarebbe del 30%-40% su un enterprise value da circa 1 miliardo di euro.

Secondo Milano Finanza, ENI avrebbe già aperto la data room e avrebbe registrato l’interesse di Blackstone e HitechVision.

Le indiscrezioni a inizio 2024 già individuavano Enilive in fase di avvio del processo di valorizzazione di Enilive: si ipotizzava un enterprise value da circa 10 miliardi di euro.

Come nel caso di Plenitude, la vendita della quota di minoranza di Enilive faciliterebbe la valutazione nella fase del processo di quotazione.

Il modello satellitare di Eni prevede la valorizzazione del portafoglio con un incasso

positivo netto dal M&A di 8 miliardi di euro lungo l’arco di piano 2024-2027.

I satelliti possono mostrare valorizzazioni superiori a quelle implicite all’interno di ENI e permetterebbero l’ingresso di investitori a cui è preclusa la partecipazione nel settore oil & gas.

ENI: il commento di Equita SIM

Secondo gli analisti di Equita SIM, la notizia è coerente con la strategia satellitare di ENI. Gli esperti continuano a ritenere che il processo di valorizzazione possa essere un catalizzatore positivo sul titolo in quanto Enilive potrebbe ottenere un multiplo enterprise value/EBITDA a una singola cifra media o altra rispetto a circa le 3,5 volte di ENI.

Equita SIM spiega che il suo prezzo obiettivo pari a 19,5 euro per ENI, è basato sulla valutazione somma delle parti e include una valorizzazione enterprise value di Enilive al di sotto del potenziale e potrà essere migliorata in sede di cessione della minoranza/IPO.

Su Novamont il percorso di valorizzazione agli analisti sembra più distante in quanto la società è stata acquisita interamente solo nel 2023 e il piano strategico è meno definito rispetto a quello di Plenitude o Enilive.

Non cambia intanto la view bullish di Equita SIM, che su ENI mantiene invariata la raccomandazione “buy”.

Bonus fiscali a rischio, tagli in arrivo per diverse agevolazioni: quali e perché?

Oltre a dover fare i conti con i tassi dei mutui, in aumento ormai da mesi, gli italiani dovranno fare anche i conti con una pessima novità relativa ai bonus fiscali. Potrebbero essere infatti in arrivo dei tagli significativi, che purtroppo andranno a configurarsi come degli aumenti alle tasse.

Non poter più fruire di alcune detrazioni, o dovendone fruire con aliquote ridotte, infatti, coincide con una sorta di aumento alla tassazione.

Anche se al momento non sono state fornite direttive dettagliate da parte dell’esecutivo, sembra ormai assodato che si interverrà sul Documento di Economia e Finanza.

Il Governo, insomma, ci riprova. Non è infatti la prima volta che si annunciano, relativamente ai bonus fiscali, tagli in arrivo. Ma i tagli del passato non hanno condotti ai risultati sperati.

Scopriamo, nel dettaglio, cosa attenderci in merito ai bonus fiscali nei prossimi mesi.

Bonus fiscali, tagli in arrivo agli sconti: quali agevolazioni verranno ridotte

Grazie al DEF, il Documento di Economia e Finanza, è stata chiarita la situazione relativa ai bonus fiscali: i tagli in arrivo sono stati confermati.

È chiaro, dunque, che attualmente gli italiani che ogni anno contano sulle detrazioni e sugli sconti fiscali nel tentativo di effettuare il cosiddetto scarico fiscale si stiano chiedendo quali saranno le agevolazioni interessate.

Purtroppo, al momento, è ancora molto presto per rispondere a questo interrogativo.

Infatti, sul DEF non troviamo indicazioni in tal senso. In altre parole, non è stata ancora fornita alcuna indicazione in merito i tagli che interesseranno i bonus fiscali. Non si sa, cioè, quali bonus verranno colpiti.

Che i tagli arriveranno, però, è cosa ormai certa. L’esecutivo deve infatti agire su più fronti per far quadrare i conti pubblici.

 La situazione delle agevolazioni edilizie

In realtà, un netto taglio ai bonus fiscali è già arrivato, ed ha interessato le agevolazioni edilizie. Con il Decreto 39/2024, sono infatti state nettamente modificate le condizioni per ottenere lo sconto in fattura o la cessione del credito.

Tali possibilità sono attualmente concesse solamente a fronte di interventi, rientranti nel Superbonus, in caso di immobili danneggiati a seguito di eventi sismici, e solo per i Comuni presso i quali deve però essere stato dichiarato lo stato di emergenza.

Restano attualmente invariati il Sismabonus acquisti, l’agevolazione del 50% sulla compravendita di case ristrutturate da imprese e l’agevolazione sui box di pertinenza.

È chiaro che i tagli ai bonus fiscali, però, non si riferiranno soltanto alle sopracitate misure. Com’è noto, esistono moltissime detrazioni, dal cosiddetto bonus mutuo 2024 fino alle agevolazioni sulle spese più disparate, da quelle sanitarie a quelle su corsi di studio e assicurazioni.

Insomma, i bonus fiscali sono attualmente molti, ma è certo che a breve ci saranno variazioni.

Bonus fiscali: ecco perché sono in arrivo diversi tagli

Al momento, le uniche certezze riguardano quindi agevolazioni come il Superbonus, al quale dovremo ufficialmente rinunciare.

Tuttavia, nonostante non sia ancora noto quali bonus fiscali verranno colpiti, la motivazione dei tagli in arrivo non è un segreto.

Il Governo mira a riorganizzare la situazione relativa alle agevolazioni fiscali, abbastanza confusa dato l’enorme numero di detrazioni esistente. Si auspica inoltre un risparmio per le casse dello Stato.

Tuttavia, in merito a questo secondo scopo, sono in molti ad avanzare dei dubbi.

Non è infatti la prima volta che il Governo cerca di agire in tal senso, e fino ad ora i risultati tardano ad arrivate.

Anzi, se consideriamo la situazione dal 2018 fino al momento attuale, gli interventi previsti non hanno apportato nuove risorse economiche allo Stato.

Pensiamo, ad esempio, alla riduzione delle agevolazioni fiscali per i redditi elevati. Questa mossa non ha apportato differenze significative.

In molti, dunque, temono che la riduzione dei bonus fiscali non sarà d’aiuto per garantire le risorse economiche necessarie per gli obiettivi della prossima Legge di Bilancio.

Caro energia, come leggere il contatore per imparare a controllare i consumi elettrici

Il caro energia sta costringendo sempre più italiani a cercare diversi metodi per contrastare l’aumento delle spese.

I soliti consigli (spegnere le luci quando si esce da una stanza, usare gli elettrodomestici uno per volta, non lasciare dispositivi in stand by etc.) non bastano più e si cercano soluzioni più efficaci.

Un modo utile per risparmiare è quello di prestare attenzione ai consumi, controllandoli direttamente dal contatore, in modo da avere un idea precisa di quanto si sta spendendo e regolarsi di conseguenza.

Ecco quindi come controllare i consumi di energia elettrica e come leggerli direttamente sul contatore, che sia meccanico o elettronico.

Come controllare i consumi di energia elettrica

Le nostre abitudini incidono e non poco sul consumo di elettricità. Ovviamente, le spese in fatto di energia delle famiglie degli italiani dipendono dalla combinazione del tipo di contratto stipulato con l’azienda fornitrice di e soprattutto dalle abitudini di consumo all’interno delle case.

Monitorare i consumi elettrici permette quindi di sviluppare delle corrette abitudini per utilizzare le risorse in maniera economica e sostenibile, riducendo i costi della bolletta.

La prima cosa da sapere è che esistono 2 unità di misura per l’elettricità:

  • il Kilowatt (kW) che indica lquantità di energia elettrica erogata e consumata;
  • il Kilowattora (kWh) che indica il consumo di watt per ogni ora di utilizzo della corrente elettrica. 

Per conoscere il consumo di ogni elettrodomestico presente in casa bisogna moltiplicare la sua potenza espressa in Kilowatt per il numero di ore in cui è stato in funzione. Cosi si ottiene il consumo in Kilowattore.

Come vedere i consumi sul contatore

La lettura del contatore viene fatta in maniera diversa a seconda del tipo di contatore che si ha: tradizionale o elettronico.

Nel caso del contatore tradizionale, il dispositivo è meccanico. Si tratta di un disco metallico che viene mosso dalla corrente ad una velocità proporzionale alla potenza impiegata. In base alle impostazioni del contatore, ogni giro del disco corrisponde ad una determinata quantità di energia elettrica utilizzata.

Il contatore registra quanti giri completa il meccanismo e grazie ai cilindri di 9 numeri mostra l’indice di consumo in KWh. Il numero leggibile sul quadrante non è sempre precisissimo ma è utile per fare una stima. Questi dispositivi sono stati progressivamente sostituiti da quelli elettronici perché molto più sicuri e precisi.

Il contatore elettronico ha permesso di gestire il rapporto di fornitura a distanza con semplicità, trasparenza e rapidità grazie all’implementazione della telegestione. È molto più semplice da usare e permette di fare una serie di operazioni che in precedenza non erano fattibili. Premendo il pulsante, sul display si visualizzerà in ordine:

  • il numero cliente;
  • la fascia oraria in atto;
  • la potenza istantanea;
  • la lettura dei totalizzatori di energia e potenza relativi per ogni fascia oraria.

Per procedere con la lettura pertanto si dovrà premere in sequenza il pulsante del contatore per cinque volte, finché compariranno sul display i consumi e la potenza.

Attenzione perché appariranno la lettura del periodo di fatturazione corrente e una del periodo di fatturazione precedente.

Quali sono i vantaggi del contatore elettronico

Grazie ai nuovi contatori elettronici numerosi sono i vantaggi per il cliente finale ma anche per il fornitore del servizio.

Il nuovo contatore, per il cliente finale garantisce un controllo diretto e preciso dei consumi sapendo quanta energia si è consumata in kWh, nelle varie fasce orarie e quanta potenza effettiva si sta assorbendo.

Inoltre permette di attivare o disattivare la fornitura in maniera diretta senza l’intervento a casa di un tecnico addetto ai lavori anche in caso di aumento della potenza o riduzione della potenza impiegata.

Per il fornitore di servizi, invece facilita il rapporto di fornitura consentendo la gestione da remoto. Ad esempio la lettura del contatore si effettua a distanza (telelettura) ed inoltre si riducono le immissioni di CO2 nell’ambiente.

Come vedere i consumi in tempo reale dal contatore Enel

Il contatore elettronico più diffuso è quello di Enel. Le sue funzioni non differiscono di molto rispetto a quelle dei dispositivi delle altre compagnie. È dotato di un display nella parte frontale e alla destra è presente il pulsante di lettura.

Premendo più volte il tasto è possibile leggere tutte le informazioni relative ai consumi rilevati dal dispositivo. Le informazioni mostrate in sequenza sono:

  • il numero cliente di 9 cifre che identifica l’utenza
  • la fascia oraria di riferimento a cui si riferisce la lettura
  • la potenza istantanea assorbita in kW
  • la lettura dei consumi nelle tre fasce orarie e della potenza massima registrata dal contatore
  • la lettura dei consumi e la potenza massima sono visualizzate due volte, una registrazione è del periodo corrente mentre l’altra riguarda il periodo precedente
  • data e ora

Non è possibile tornare indietro nella visualizzazione, ma continuando a premere il tasto, dopo aver visualizzato la data e l’ora, la sequenza di voci ricomincerà mostrando nuovamente il numero cliente di 9 cifre.

Pensione di invalidità 2024: quando arriva a maggio? Ecco le date ufficiali

Come ogni mese, alcuni cittadini italiani potranno continuare a beneficiare della pensione di invalidità 2024 anche nel mese di maggio.

A questo proposito, in molti si domandando quando arriva il pagamento della pensione di invalidità 2024 a maggio? Per la mensilità del prossimo mese, la data degli accrediti dell’assegno di invalidità potrebbe subire un leggero ritardo, dovuto alla festività del primo maggio.

In questo articolo, quindi vediamo quando arriva a maggio la pensione di invalidità 2024 e quali sono le date effettive del pagamento INPS nei confronti dei cittadini a cui spetta l’assegno.

Pensione di invalidità 2024: la data di maggio

Come anticipato nell’introduzione, il pagamento della pensione di invalidità di maggio 2024 avverrà con un leggero ritardo rispetto al solito.

Tale ritardo per l’accredito della pensione di invalidità 2024 è dovuto al fatto che il primo giorno bancabile del mese a maggio non coinciderà con il 1° del mese, bensì con il giorno 2 maggio, che cade di giovedì.

Chiaramente, il motivo è legato al fatto che il 1° maggio, giorno in cui si celebra la Festa dei lavoratori, non è considerato giorno bancabile.

Dunque, per i pagamenti della pensione di invalidità a maggio 2024 con la modalità di accredito postale e bancario, questi avverranno il giorno giovedì 2 maggio 2024.

Si intendono inclusi i cittadini che hanno scelto come modalità di pagamento della pensione di invalidità quella dell’accredito sul libretto postale, sul conto corrente, ma anche su conto Banco Posta e Poste Pay Evolution.

Pensione di invalidità a maggio 2024: quando ritirare l’assegno

Le date per il pagamento della pensione di invalidità 2024 cambiano invece per quanto riguarda quei cittadini che hanno scelto la modalità di pagamento del ritiro dei contanti allo sportello postale.

Da questo punto di vista, il calendario più plausibile per il pagamento della pensione di invalidità 2024 per chi ritira l’assegno in contanti, potrebbe essere il seguente: 

  • giovedì 2 maggio: cognomi che iniziano con A e B;
  • venerdì 3 maggio: cognomi che iniziano con C e D;
  • sabato 4 maggio (solo mattina): cognomi che iniziano dalla E alla K;
  • lunedì 6 maggio: cognomi che iniziano dalla L alla O;
  • martedì 7 maggio: cognomi che iniziano dalla P alla R;
  • mercoledì 8 maggio: cognomi che iniziano dalla S alla Z.

Va detto che sarà poi l’Istituto INPS in collaborazione con Poste Italiane che provvederanno a pubblicare il calendario ufficiale del ritiro della pensione di invalidità a fine mese.

Se ti interessa l’argomento della pensione di invalidità, ti suggeriamo anche il seguente articolo: Pensione invalidità, nuovi limiti di reddito per poterne usufruire. Ecco gli importi.

Pensione di invalidità: quanto spetta a maggio?

Per coloro che attualmente si stanno domandando quanto riceveranno per la pensione di invalidità nel mese di maggio 2024, in questo caso è possibile fare riferimento al cedolino pensione.

Si tratta del cedolino che viene pubblicato all’interno del nuovo Portale della Disabilità, la piattaforma recentemente introdotta come accesso unico alle  informazioni e ai servizi legati all’invalidità civile ma anche alla cecità civile, sordità, disabilità ed handicap.

Per chi intende visualizzare il cedolino della pensione di invalidità a maggio 2024, occorre autenticarsi con le proprie credenziali personali. Tra queste, è possibile accedere con SPID, Carta d’identità elettronica e Carta Nazionale dei Servizi.

Una volta autenticati, basterà cliccare sulla sezione Pagamenti e Cedolini, per poter consultare l’importo della pensione di invalidità di maggio 2024.

Ricordiamo che in questo caso non sono previsti aumenti per l’assegno della pensione di invalidità di maggio, in quanto gli importi sono stati già rivalutati a gennaio per effettivo della rivalutazione del 5,4%.

Leggi anche: Pensione d’invalidità civile 2024: arrivano novità dall’INPS. Quali sono i nuovi importi.

Qual è il migliore computer portatile da gaming? Ecco le 7 opzioni tra cui scegliere

Se stai cercando un PC per giocare, che però possa essere facilmente trasportato in viaggio, utilizzato comodamente sul divano o che semplicemente occupi meno spazio sulla scrivania, allora dovresti orientare la tua scelta verso un computer portatile gaming.

A scapito dell’opinione dei puristi, i migliori computer portatili gaming riescono perfettamente a compensare le prestazioni di un PC desktop in un formato più compatto e portatile, ed il mercato offre un’ampia varietà di opzioni per soddisfare diverse necessità e budget, con modelli che presentano schermi dai 14 ai 18 pollici e schede grafiche capaci di supportare svariate risoluzioni.

Per guidarti nella scelta del laptop da gioco più adatto a te, ti presentiamo una selezione dei migliori laptop da gioco nel 2024 per diverse dimensioni, fasce di prezzo e esigenze specifiche.

In questo articolo riportiamo le domande e risposte più chieste dalla nostra comunità.

Sommario:

  1. Qual è il migliore computer portatile da gaming? Ecco la lista
  2. Come scegliere un pc portatile da gaming?
  3. Quanto costa un PC portatile per giocare?

Qual è il migliore computer portatile da gaming? Ecco la lista

Abbiamo quindi selezionato 7 tra i migliori modelli di computer portatile gaming, scegliendo un’opzione per ogni esigenza specifica. Vediamo quali sono.

1. MSI Titan 18 HX – Il migliore in assoluto

computer portatile gaming migliore

Il modello di punta dei computer portatile gaming MSI sfoggia un imponente display Mini-LED da 18 pollici, un touchpad illuminato RGB e una tastiera meccanica. Per offrire un’esperienza di gioco ottimale, è equipaggiato con un processore Intel Core i9-14900HX e una scheda grafica Nvidia GeForce RTX 4090, supportati da abbondanti quantità di RAM e ampio spazio di archiviazione. Tuttavia, il prezzo di 5.999€ lo rende inaccessibile per molti.

2. Acer Nitro16 – La migliore scelta economica

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La gamma Nitro di Acer è una presenza frequente in liste di questo tipo, combinando una costruzione di qualità, prestazioni solide e un prezzo competitivo per offrire un prodotto equilibrato. Il nuovo Nitro 16, che prende il posto del precedente Nitro 5, è dotato delle prestazioni di base di una scheda grafica RTX 4050 e un processore Ryzen 5 7640HS. Con un po’ di attenzione, è possibile acquistarlo per meno di 1.200€.

3. MSI Katana15 – L’alternativa economica

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L’MSI Katana, computer portatile gaming proposto a 939€ dollari, è equipaggiato con un processore Core i7-13620H e una scheda grafica Nvidia GeForce RTX 4050, garantendo prestazioni eccellenti in Full HD. La configurazione comprende 16 GB di RAM e 1 TB di spazio di archiviazione, dettagli rilevanti considerando che spesso sono le prime caratteristiche a subire tagli in un PC di fascia economica.

Il display con frequenza di aggiornamento di 144 Hz rappresenta un plus significativo per gli appassionati di eSport. È inoltre degno di nota la qualità superiore degli altoparlanti, soprattutto in relazione al prezzo del dispositivo.

4. Asus ROG Strix G16 – L’ultraleggero

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L’Asus ROG Strix G16 sta emergendo come una valida alternativa ai potenti computer portatile gaming della Razer. Equipaggiato con un processore Core i9-13980HX e una scheda grafica Nvidia GeForce RTX 4070, lo Strix G16 offre prestazioni eccellenti all’interno di un telaio spesso solamente 0,89 pollici. Sebbene il suo design non raggiunga l’eleganza dei Razer Blades, il prezzo di 1.449€ al momento della nostra recensione rende l’Asus una scelta competitiva anche sotto l’aspetto economico.

5. Lenovo Legion Pro 5i (Gen 8) – Il migliore per l’online

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In certi momenti, la velocità è fondamentale nei videogiochi, mentre in altri si preferisce una resa grafica impeccabile. Il Lenovo Legion Pro 5i risponde a entrambe queste esigenze grazie al suo display da 2560 x 1600 con frequenza di aggiornamento fino a 165 Hz, ideale tanto per gli eSport che richiedono reazioni fulminee quanto per giochi d’azione più immersivi.

Un altro vantaggio notevole è il prezzo: poter acquistare questo dispositivo per meno di 2.500€ è certamente un plus. Inoltre, le prestazioni offerte dalla scheda grafica RTX 4060 garantiscono un’esperienza di gioco solida e affidabile.

6. Alienware m18R2 – Tutte le potenzialità di un desktop

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L’Alienware m18 R2 si distingue per la sua eccellente qualità costruttiva e le prestazioni elevate, rendendolo un’ottima alternativa al tradizionale desktop. Valorizziamo la sua vasta gamma di componenti aggiornabili, con ampio spazio dedicato a numerosi SSD M.2. Inoltre, l’opzione di integrare una tastiera Cherry si rivela un’aggiunta di valore, giustificando il prezzo supplementare.

7. Alienware m16R2 – Il miglior crossover gaming/produttività

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Considera l’Alienware m16 R2 non solo come un computer portatile gaming, ma come un vero e proprio crossover tecnologico. Dotato di componenti da gaming di alto livello, il suo design è tuttavia pensato per avvicinarsi di più a un dispositivo orientato alla produttività.

Questo modello si distingue per la sua eccellente qualità costruttiva e un design elegante. Sia la tastiera che il touchpad sono stati particolarmente apprezzati per il loro comfort e funzionalità nel lavoro quotidiano, mentre le prestazioni di gioco rimangono impressionanti.

Come scegliere un pc portatile da gaming?

Scegliere un computer portatile gaming richiede di bilanciare diversi fattori chiave per garantire che l’esperienza di gioco sia ottimale. Il primo elemento da considerare è il processore, il cuore del computer, che deve essere potente abbastanza da gestire i giochi più esigenti in termini di risorse.

Un buon processore non solo migliora le prestazioni generali, ma assicura anche una maggiore longevità del dispositivo, permettendo di giocare ai titoli futuri con minore preoccupazione per eventuali aggiornamenti hardware.

Parallelamente al processore, la scheda grafica riveste un ruolo cruciale. Questa componente è responsabile della qualità visiva dei giochi e deve essere in grado di supportare alte risoluzioni e dettagli grafici avanzati. Le schede grafiche di ultima generazione offrono il miglior compromesso tra prezzo e capacità di rendering, essenziale per un’esperienza visiva immersiva.

Un altro aspetto fondamentale è la quantità di memoria RAM, che influisce sulla fluidità con cui il sistema può eseguire simultaneamente il gioco e altre applicazioni, come sistemi di comunicazione o software di streaming. Almeno 16 GB di RAM è consigliato per un gaming senza intoppi.

L’unità di archiviazione è altrettanto importante: gli SSD, per esempio, offrono velocità superiori nella lettura e scrittura dei dati rispetto agli hard disk tradizionali, riducendo i tempi di caricamento dei giochi e migliorando l’esperienza generale d’uso.

Infine, non trascurare l’importanza di un buon display. Per un gaming coinvolgente, è preferibile uno schermo con alta risoluzione e frequenza di aggiornamento elevata. Uno schermo con tempo di risposta basso e supporto per tecnologie come NVIDIA G-Sync o AMD FreeSync può fare una grande differenza nella riduzione del tearing e dello stuttering durante il gioco.

Oltre alle specifiche tecniche, è importante considerare anche il design, il peso e la qualità costruttiva del laptop, così come la durata della batteria, aspetti che influenzano l’esperienza d’uso quotidiana e la portabilità del dispositivo.

Quanto costa un PC portatile per giocare?

Generalmente, i computer portatile gaming di fascia bassa partono da circa 500-600 euro, offrendo prestazioni sufficienti per giochi con requisiti moderati. Per un’esperienza di gioco più intensa e graficamente avanzata, i laptop di fascia media si posizionano intorno ai 1.000-1.500 euro, garantendo una migliore qualità visiva e velocità.

Al top della gamma, i laptop da gaming possono superare anche i 2.000 euro, arrivando fino a 5.000 euro o più per i modelli più esclusivi con le ultime innovazioni in termini di processori, schede grafiche e display ad alta risoluzione.

Questi dispositivi sono progettati per offrire le massime prestazioni e sono spesso equipaggiati con caratteristiche premium come sistemi avanzati di raffreddamento, tastiere meccaniche e schermi con frequenze di aggiornamento superiori. La scelta dipenderà quindi dalle tue esigenze specifiche e dal budget a disposizione.

Elenoire Casalegno: chi è, età, carriera, vita privata, compagno, figli

Chi è Elenoire Casalegno? Il suo nome è tra i più famosi nel mondo dello spettacolo viste le sue numerose conduzioni televisive. Oggi è impegnata in una nuova sfida professionale per un noto reality show ed è tornata a far parlare di sé per la sua vita privata.

La carriera televisiva di Elenoire Casalegno

Sebbene il suo sogno fosse quello di diventare magistrato, Elenoire Casalegno si è fatta notare per la sua bellezza che le ha permesso di entrare nel mondo della moda. Dopo aver lavorato come modella è approdata in televisione nel 1994 nel programma musicale Jammin, che andava in onda su Italia 1. Nel 1997 dice addio a Jammin e partecipa prima a Mai dire goal e successivamente al Festivalbar e Scherzi a parte.

Fino al 2002, Elenoire Casalegno, è una presenza fissa nell’emittente Mediaset e conduce anche programmi come: Stelle a quattro zampe, Premio italiano della musica e Super.

Nello stesso anno precedentemente menzionato, passa alla Rai dove fa il suo esordio alla conduzione prima di Mondiale sera e poi del Festival di Castrocaro. Durante il primo decennio degli anni 2000, la Casalegno si divide sempre tra Mediaset e Rai conducendo moltissime trasmissioni.

La sua prima esperienza diversa dalla conduzione di un programma televisivo risale al 2016, anno in cui la Casalegno decise di mettersi in gioco partecipando come concorrente del reality show Grande Fratello VIP.

La Casalegno ha anche interpretato sé stessa nel film Paparazzi (1998) di Neri Parenti e ha recitato nella pellicola Raccontami una storia (2006) di Francesca Elia. Sempre nel 1998 ha interpretato Poppea nella serie televisiva S.P.Q.R.

Cosa fa oggi Elenoire Casalegno

Elenoire Casalengo, sebbene in televisione si veda con meno frequenza rispetto agli anni ’90 o i primi anni 2000, non ha mai smesso di essere un volto fisso del piccolo schermo. Solo nel 2024 è stata presente in ben tre trasmissioni: La vita in diretta (2023-2024) in qualità di opinionista, Ciao Darwin in qualità di concorrente, e infine ora è impegnata come inviata del reality show L’isola dei famosi 18.

Quanti figli ha Elenoire Casalegno

La vita privata di Elenoire Casalegno è stata sempre al centro dell’attenzione del gossip italiano, soprattutto di recente dopo alcune indiscrezioni riguardo al suo presunto compagno. Alla conduttrice televisiva sono stati attribuiti numerosi flirt con diverse persone famose. Tra le relazioni più importanti della Casalegno figura quella con Rocco Maurizio Anaclerio conosciuto come Dj Ringo. Dalla loro unione, nel 1999, è nata una figlia che si chiama Swami. Non sono noti altri dettagli sulla vita della giovane figlia della conduttrice televisiva.

Quanti anni ha Elenoire Casalegno

Elenoire Casalegno è nata a Savona, in Liguria (ma si è trasferita da adolescente a Ravenna), sotto il segno dei Gemelli, il 28 maggio 1976. Attualmente ha ancora 47 anni ma tra un mese circa spegnerà 48 candeline.

Chi è la madre di Elenoire Casalegno

La vita privata della conduttrice televisiva di Savona è sempre stata, come già abbiamo affermato, molto chiacchierata. Non si può dire lo stesso del passato della Casalegno in quanto prima che diventasse famosa è sempre stata una ragazza molto riservata. Per quanto riguarda i suoi genitori, infatti, si sa davvero molto poco fatta eccezione per i loro nomi. La madre della conduttrice televisiva si chiama Giuliana e non è noto il suo cognome da nubile. Il padre invece si chiama Gianluigi Casalegno.

Leggi anche: Elenoire Casalegno, ecco dove vive la conduttrice dall’anima rock

Chi c’è dietro l’incendio alla Borsa di Copenaghen

La Danimarca si è svegliata con una brutta notizia: la vecchia Borsa di Copenaghen è stata colpita da un incendio di grandi dimensioni. L’edificio ha un grande valore storico e culturale ed è stato danneggiato. Le fiamme hanno causato il crollo dell’iconica “torre dei Dragoni”, con la sua guglia risalente al 1600.

Quattrocento anni di patrimonio culturale danese in fiamme

Questo il commento del ministro della Cultura Jakob Engel-Schmidt. La vecchia Borsa di Copenaghen è considerata dai danesi “la Notre-Dame” della Danimarca, e l’incendio in questione ricorda molto quello che ha colpito la famosa chiesa francese nel 2019.

Incendio alla Borsa di Copenaghen, il bilancio dei feriti

L’incendio ha iniziato a divampare nella mattina del 16 aprile, colpendo uno degli edifici più antichi e simbolici della capitale danese. La vecchia Borsa era in fase di restauro e ricoperta da impalcature, elemento che – forse – potrebbe aver aggravato l’entità dell’incendio. Stando alle foto diffuse sul web, l’edifico sarebbe collassato verso l’interno, con il crollo di parte del tetto.

Al momento non risultano esserci feriti.

Le cause dell’incendio

Le cause del tragico incendio non sono ancora note, anche se sembrerebbe esclusa la matrice dolosa. Ciò che è certo è che si tratta di un grave incidente. Infatti l’edificio, al suo interno, ha numerosi dipinti e opere di grande valore che potrebbero subire danni irreversibili.