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Quotazioni oro ai massimi storici: conviene vendere adesso?

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Il prezzo dell’oro ha raggiunto il massimo storico rispetto agli ultimi quattro anni: le quotazioni sono aumentate negli ultimi mesi e ciò significa che, per tutti coloro che hanno messo da parte dei lingotti, monete o dei gioielli, questo potrebbe essere il momento giusto per vendere e ottenere della liquidità necessarie per fronteggiare le spese.

I più attenti osservatori, considerando anche le tensioni geopolitiche attuali – che purtroppo non sembrano trovare risoluzione nel breve periodo – potrebbero decidere di aspettare ancora, per verificare se il “bene rifugio” possa aumentare ulteriormente le sue quotazioni.

Non abbiamo una sfera di cristallo, ma possiamo affermare con certezza che, ad oggi, l’oro ha raggiunto le quotazioni massime.

Quotazioni oro ai massimi storici: quanto costa al grammo?

Per la prima volta nella storia il prezzo dell’oro ha superato quota 2.400 dollari l’oncia e ha sfiorato i 75 euro al grammo, raggiungendo una quotazione mai vista prima d’ora.

In passato il prezzo dell’oro era in aumento quando i tassi di interesse erano bassi e il dollaro era debole: ad oggi, possiamo affermare il contrario.

Complice la situazione geopolitica, la propensione all’acquisto da parte delle Banche centrali e l’aspettativa legata al taglio dei tassi di interesse di riferimento, l’oro è ai massimi storici da sempre.

Molti cittadini si stanno quindi chiedendo se sia questo il momento giusto per vendere i gioielli, i lingotti o le monete: scopriamo cosa conviene fare.

Prezzo dell’oro ai massimi: conviene investire oggi?

Molte famiglie hanno deciso di investire nei cosiddetti “beni rifugio”, e uno dei più importanti è sicuramente l’oro. Sempre più persone hanno acquistato gioielli o lingotti da mettere da parte nell’attesa di un aumento delle quotazioni e, ad oggi, sembra sia arrivato il momento giusto per vendere i propri beni.

La scelta è del tutto personale e deve tener conto di diverse variabili: oltre alla liquidità che alcune famiglie potrebbero necessitare, ci sono anche delle strategie che si possono mettere in atto per decidere quando è meglio vendere il proprio oro.

Considerando che le instabilità geopolitiche attuali potrebbero protrarsi ancora per mesi, qualcuno potrebbe decidere di aspettare a vendere il proprio oro nella speranza di veder aumentare ulteriormente il suo prezzo. Impossibile da prevedere, chiaramente.

Alla luce delle quotazioni attuali, vendere il proprio oro adesso è conveniente rispetto ai mesi precedenti. Ciò non esclude, però, che tra qualche mese o anno il prezzo dell’oro possa aumentare (o diminuire) ulteriormente.

Perché il prezzo dell’oro è aumentato?

L’oro è sempre stato considerato un investimento “anti-crisi” e in effetti nelle situazioni di incertezza come quella attuale si è rivelato un “bene rifugio” particolarmente conveniente. Ma perché il prezzo dell’oro è aumentato esponenzialmente?

Ci sono diversi fattori che possono incidere sulle quotazioni dell’oro, ma nel periodo attuale possiamo annoverare principalmente tre cause:

  • le tensioni in Medio Oriente, con l’attacco dei droni iraniani a Israele;
  • la situazione sempre più precaria in Ucraina;
  • l’aspettativa di un taglio dei tassi di interesse di riferimento da parte di BCE e Fed.

Per non parlare dell’accrescimento dell’acquisto di oro da parte delle Banche centrali di tutto il mondo: aumentando le loro riserve ogni mese da quasi un anno, come confermano i dati del World Gold Council, hanno spinto il prezzo al rialzo. E si tratta del record più alto degli ultimi quattro anni.

Sono sempre più anche i cittadini che decidono di investire in oro piuttosto che nel mercato immobiliare, per esempio, che un tempo era considerato un “bene rifugio” fondamentale. Ad oggi, con un mercato immobiliare che sta scontando i danni di una crisi iniziata nel periodo di pandemia, il nuovo “bene rifugio” per eccellenza è diventato l’oro, che non conosce crisi (o quasi).

Ilaria Salis candidata alle Europee con Avs: ora è ufficiale

Le voci circolavano da alcuni giorni, ma nel pomeriggio del 18 aprile è arrivata l’ufficialità: Ilaria Salis sarà candidata con Avs alle elezioni europee. La docente italiana di 39 anni, ancora detenuta in Ungheria perché accusata di aver aggredito un gruppo di neofascisti, avrebbe dapprima rifiutato di correre alle europee con il partito Democratico e successivamente – d’accordo con il papà – avrebbe accettato di diventare capolista nel collegio del Nord-Ovest per Alleanza Verdi e Sinistra.

Ilaria Salis è candidata alle europee con Avs

La conferma è stata data da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli subito dopo la firma di Ilaria Salis alle ore 15: “In accordo con Roberto Salis, Alleanza Verdi e Sinistra ha deciso di candidare sua figlia Ilaria, detenuta in carcere in Ungheria, in condizioni che violano gravemente i diritti delle persone“.

Poche ore prima, in modo scherzoso, il leader dei Verdi aveva invece smentito le voci, ma alla fine, attorno alle 19, è arrivato il comunicato ufficiale del partito. Ilaria Salis sarà candidata alle europee dell’8 e 9 giugno prossimi.

Una scelta, come si legge nel comunicato, che punta a “tutelare i diritti e la dignità di una cittadina europea“. L’obiettivo dichiarato è anche quello di generare intorno al suo nome “una grande e generosa battaglia affinché l’Unione Europea difenda i principi dello Stato di Diritto“.

Ilaria Salis in corsa alle europee: la reazione dei partiti

Non sono mancate le immediate reazioni dei leader politici, a partire da Giorgia Meloni che, ancora prima dell’ufficialità aveva dichiarato: “La candidatura (di Ilaria ndr.) non cambierebbe nulla rispetto al lavoro che il governo sta facendo”, ma “la politicizzazione di questa materia non so quanto aiuti in sé”.

Prontamente è arrivata anche la risposta di Matteo Salvini, leader della Lega, alla candidatura di Salis: “È il bello della democrazia. Quanto mi piacerebbe un confronto sul futuro dell’Italia e dell’Europa tra lei e il Generale Vannacci, se dovesse accettare la candidatura con la Lega”.

Cosa succede se Ilaria Salis viene eletta in Europa?

Ma che cosa potrebbe cambiare per Ilaria Salis qualora venisse eletta in Europa? Certamente la sua posizione andrebbe a migliorare, perché potrebbe ottenere l’immunità parlamentare, grazie alla quale sarebbe scarcerata.

I membri del Parlamento europeo, infatti, godono dell’immunità parlamentare grazie alla quale non possono essere arrestati o sottoposti a restrizioni della loro libertà per tutta la durata del mandato, eccetto nel caso in cui vengano fermati in flagranza di reato, cioè mentre lo stanno commettendo.

Nonostante la libertà, dovrebbe comunque affrontare le udienze in tribunale a Budapest in attesa delle decisioni dei giudici sulla sua posizione, ma senza catene, come una donna libera.

Secondo l’avvocatessa Aurora D’Agostino, “dopo l’ultima udienza del 28 marzo è stato chiarissimo che a Ilaria Salis non sarebbero stati concessi i domiciliari” e considerando che all’udienza erano presenti parlamentari italiani del Pd, di Avs e anche di M5s – prosegue l’esperta – “è plausibile che in quella circostanza abbia iniziato a prendere corpo l’idea di candidare Ilaria Salis alle europee”.

Le condizioni di Ilaria Salis in carcere

La docente monzese di 39 anni è stata arrestata l’11 febbraio 2023 insieme ad alcuni militati antifascisti tedeschi con l’accusa di aggressioni a danno di alcuni estremisti di destra che, tra il 9 e il 12 febbraio scorsi, stavano festeggiando il Giorno dell’onore. La sua detenzione ha sollevato moltissime polemiche soprattutto sulle condizioni in cui si trova a vivere nel carcere, considerate dalla famiglia come “disumane”.

Nonostante questo, nell’udienza del 28 marzo scorso il tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di passare ai domiciliari in Ungheria presentata dai legali della 39enne. L’elezione in Europa potrebbe segnare quindi la svolta per la giovane Ilaria Salis.

Prysmian reginetta del Ftse Mib: perchè tanti buy?

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Al termine di una giornata che si è conclusa nuovamente con il segno più a Piazza Affari, spicca la brillante performance di Prysmian, che ha registrato il maggior rialzo tra le blue chip.

Prysmian svetta sul Ftse Mib

Il titolo, reduce da due sessioni consecutive in calo, dopo aver ceduto ieri un punto e mezzo percentuale, oggi ha risalito con decisione la china.

A fine sessione, Prysmian si è presentato al close a 50,22 euro, con un rally del 3,16% e volumi di scambio vivaci, visto che sono transitate sul mercato quasi 1,3 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a poco meno di 800mila.

Prysmian: Bca Akros alza il target price

A mettere le ali al titolo hanno contribuito le positive indicazioni di Banca Akros, i cui analisti da una parte hanno ribadito la raccomandazione “buy” e dall’altra hanno incrementato il prezzo obiettivo da 53,5 a 62,5 euro, valore che implica un potenziale di upside di quasi il 25% rispetto alle quotazioni correnti a Piazza Affari.

Gli analisti hanno messo mano alle stime per tenere conto dell’acquisizione di Encore Wire, aumentando quelle di eps reported nell’ordine del 18% con riferimento al 2025 e del 20% sul 2026.

Telecom: sale l’attesa per l’assemblea

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Tra le peggiori blue chip di oggi troviamo anche Telecom Italia che dopo la pausa di ieri è tornato nel mirino dei ribassisti.

Telecom Italia torna a calare

Il titolo ieri ha riportato un frazionale rialzo dello 0,04% dopo cinque sessioni consecutive in calo e oggi ha ripreso la via delle vendite.

A fine giornata, Telecom Italia si è fermato a 0,219 euro, con una flessione dell’1,84% e quasi 158 milioni di azioni passate di mano, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 225 milioni.

Telecom replica a esposto Bluebell contro lista Cda

Il titolo resta al centro dell’attenzione in vista dell’assemblea degli azionisti della prossima settimana.

Ieri Bluebell avrebbe presentato un esposto alla Consob per chiedere di annullare la lista del consiglio e congelare i voti di CDP e di altri investitori istituzionali sull’ipotesi di patti occulti.

Telecom Italia ha replicato ieri sera con un comunicato in cui, pur segnalando di non avere evidenza dell’esposto presentato da Bluebell, diffida il fondo dal diffondere informazioni ingannevoli.

Gli analisti di Equita SIM fanno sapere di non aspettarsi impatti da questa iniziativa di Bluebell.

Telecom: focus di Equita su assemblea e deal NetCo

Gli esperti pensano che l’appuntamento assembleare sia un elemento importante per portare chiarezza sull’investment case.

Equita SIM ribadisce la sua idea che il completamento dell’operazione NetCo come negoziata con KKR e condivisa con il governo e in discussione con le autorità competenti, sia essenziale per fornire garanzie sulla sostenibilità finanziaria del gruppo.

Per questo obiettivo, gli analisti pensano che sia importante la continuità manageriale del gruppo, in modo da non mettere a rischio o ritardare l’esecuzione del piano di deleverage.

Confermata la view bullish su Telecom Italia, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 0,37 euro.

Piazza Affari: un titolo che ha perso il buy degli analisti

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Cala il sipario su una seduta decisamente pesante per Zignago Vetro che oggi ha perso terreno per la terza giornata di fila.

Zignago Vetro sotto scacco a Piazza Affari

Dopo aver ceduto lo 0,15% ieri, il titolo ha accusato una flessione decisamente più pesante oggi, terminando gli scambi a 12,26 euro, con un affondo del 5,26%, alimentato da forti volumi, visto che sono transitate sul mercato oltre 430mila azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 90mila.

Zignago Vetro bocciato da Equita SIM

Zignago Vetro ha accusato la peggiore performance nel paniere del Ftse Italia Star Index, penalizzato dalla bocciatura di Equita SIM, che ha rivisto la sua strategia sul titolo, cambiando il rating da “buy” a “hold”, con un prezzo obiettivo tagliato da 15 a 14,4 euro.

Zignago Vetro: i motivi alla base del downgrade

Come già anticipato post risultati 2023, gli analisti si aspettano un primo trimestre 2024 fiacco, caratterizzato da una combinazione di calo dei volumi, con conseguente sub-ottimale attività produttiva, e prezzo/mix negativo.

In tale contesto, gli analisti evidenziano un potenziale sfasamento temporale tra la riduzione dei prezzi e la riduzione dei costi, con quest’ultima che potrebbe emergere più nel corso dell’anno che all’inizio: ad esempio, i benefici derivanti dal forte calo del prezzo del rottame di vetro (circa il 50% delle materie prime) sono potenzialmente ritardati dall’accumulo di scorte a prezzi più elevati.

In secondo luogo, gli analisti credono che le loro stime 2024-2025 di marginalità siano troppo ottimistiche sul fronte della leva operativa, soprattutto nel 2024 che è atteso osservare ad un calo dei volumi nel primo semestre.

Di conseguenza. Equita SIM riduce le stime di Ebitda 2024 del 6%, ora circa il 4% sotto il consensus. Sul 2025 la variazione delle stime degli analisti è più contenuta.

Infine, il downgrade è da ricondurre anche al fatto che gli analisti credono che la visibilità sul recupero dei volumi rimanga ancora limitata con il newsflow settoriale che continua ad essere incerto soprattutto con riferimento al mondo vino/alcolici.

A tal proposito, il segmento W&S di LVMH, che rappresenta il 9% dell’EBIT di gruppo, ha riportato un calo a doppia cifra nel primo trimestre del 2024, con messaggi prudenti sullo sviluppo dell’anno.

Alcuni dati Nielsen suggeriscono un calo a una singola cifra media dei volumi di alcolici durante i primi mesi dell’anno.

Zignago Vetro: alcune indicazioni degli analisti

Equita SIM fa sapere che la sua stima di volumi per il 2024 non è irrealistica, ma tutta da costruire nel secondo semestre.

Considerando questi elementi, gli esperti credono che il titolo sia correttamente valutato, con limitato spazio di upside nel breve, continuando ad apprezzare il forte posizionamento/management team e le caratteristiche dei settori di riferimento.

Ftse Mib: nuovi allunghi prima del week-end?

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Nuova seduta in luce verde per le Borse europee che dopo la salita di ieri si sono spinte in avanti anche oggi.

Il Ftse100 e il Dax si sono mossi di pari passo, guadagnando rispettivamente lo 0,37% e lo 0,38%, preceduti dal Cac40 che si è apprezzato dello 0,52%.

Anche oggi Piazza Affari è stata la migliore in Europa, con il Ftse Mib fotografato al close a 33.881 punti, con un rialzo dello 0,74%, dopo aver segnato nell’intraday un massimo a 33.891 e un minimo a 33.577 punti.

Con la tenuta dei 33.500 punti il Ftse Mib si è spinto oltre i top della vigilia, fermandosi appena sotto i massimi di giornata.

Ftse Mib: nuovi allunghi prima del week-end?

Per poter assistere a una prosecuzione del recupero, sarà necessario che l’indice si spinga oltre l’area dei 33.900/34.000 punti.

Al di sopra di tale soglia il Ftse Mib potrà allungare il passo verso i 34.200 e i 34.500 punti, con proiezioni successive a 34.800 e a 35.000 punti.

L’attesa di un recupero sarà negata in caso di ritorno delle quotazioni sotto area 33.500, preludio a una flessione più ampia verso i 33.300 punti prima e in seguito in direzione di quota 33.000 punti.

Nel breve è consigliabile mantenere un atteggiamento improntato alla cautela visto che il Ftse Mib resta esposto al rischio di nuove incursioni ribassiste.

I recuperi messi a segno fino a ora, infatti, appaiono poco convincenti, motivo per cui è bene muoversi con prudenza, in attesa di capire quale direzione sarà imboccata dall’indice.

I market movers negli Stati Uniti

Per l’ultima seduta della settimana non si segnalano aggiornamenti macro di rilievo negli Stati Uniti.

Sul versante societario, da seguire prima dell’avvio degli scambi a Wall Street i risultati del primo trimestre di American Express, dai quali ci si attende un utile per azione di 2,78 dollari.

I dati macro e gli eventi in Europa

In Europa il focus sarà sulla Germania, dove sarà reso noto l’indice dei prezzi alla produzione che a marzo dovrebbe attestarsi sulla parità, in recupero rispetto al calo dello 0,4% precedente.

A mercati chiusi è atteso l’aggiornamento del rating dell’Italia da parte di S&P Global.

I titoli e i temi da seguire a Piazza Affari

A Piazza Affari da seguire CSP International e Neurosoft che presenteranno i risultati dell’esercizio 2023, mentre Convergenze e Gismondi 1754 presenteranno i ricavi del primo trimestre di quest’anno.

In agenda le assemblee di Bper Banca, De Longhi, Marr, Neodecortech, REVO Insurance, Caltagirone Editore, Geox, GEL e SBE-Varvit per l’approvazione dei dati di bilancio dell’esercizio 2023.

Poste Italiane, interessi altissimi per questa offerta: ecco il tasso veramente al top

La crisi economica non sembra mollare la presa l’unica a reggere sembra essere Poste Italiane. Sempre più italiani hanno fatica ad arrivare a fine mese, infatti nell’ultimo anno soltanto il 37% delle famiglie è riuscita a risparmiare qualche soldo mettendo da parte soltanto l’8% delle entrate mensile.

Solamente il 35% di queste hanno deciso di investire sottoscrivendo nuove soluzioni di investimento soprattutto di Poste Italiane.

Proprio per questa situazione di instabilità molte persone sono restie a sottoscrivere soluzioni di investimento soprattutto di lungo periodo.

Meglio va ai conti deposito, ai buoni fruttiferi postali e ai libretti postali.

Dopo anni vissuti all’ombra dei Btp oggi sono tornati in auge i tradizionali strumenti di gestione del risparmio postale considerati sempre più affidabili e di agevole sottoscrizione.

Una valida alternativa che per molto tempo è stata considerata come un semplice salvadanaio e che oggi sono diventati dei veri e propri strumenti di risparmio gestito.

C’è tempo fino al 9 maggio 2024 per sottoscrivere una delle offerte con rendimenti al top. Scopriamo insieme di quale si tratta.

Poste Italiane, interessi altissimi per questa offerta: ecco quale

Poste Italiane ancora protagonista del risparmio gestito. In circolazione oggi esistono diverse soluzioni di investimento di breve periodo tra cui scegliere.

In particolare, buoni fruttiferi postali e libretti sono le soluzioni più ambite, adatte ai piccoli risparmiatori che non amano il rischio.

Nuovi strumenti dunque totalmente rinnovati come il vecchio libretto al portatore che da qualche anno è stato sostituito dai moderni libretti postali con funzionalità smart.

Questi sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, garantiti dallo Stato e distribuiti in maniera esclusiva da Poste Italiane.

Un punto a favore di queste soluzioni è che non hanno costi di apertura, gestione e chiusura e la loro sottoscrizione è abbastanza semplice e realizzabile presso qualsiasi sportello fisico di Poste Italiane ma anche online o tramite l’app BancoPosta.

Questi permettono di essere dei piccoli salvadanai dove sia piccole che grandi somme di denaro, ma oggi grazie alle offerte supersmart i soldi depositati possono fruttare.

Al momento è possibile sottoscrivere le offerte Supersmart 360, 366 Premium e 364 Pensione con tassi diversi tra loro. differenti.

Ma la più redditizia con tassi al top è la Supersmart 366  Premium con tassi altissimi che arrivano al 3,50%.

Poste Italiane, ecco la nuova Supersmart Premium

Lo abbiamo detto, sempre più italiani da qualche tempo preferiscono sottoscrivere libretti e buoni fruttiferi postali di Poste Italiane.

Una in particolare permette di ottenere guadagni al top: si tratta dell’Offerta Supersmart Premium.

Possono sottoscrivere questa nuova offerta tutti coloro che hanno a disposizione un libretto postale e depositano una Nuova Liquidità” dal 14 marzo al 9 maggio 2024 tramite bonifico bancario, assegni bancari e circolari o accredito di stipendi e pensioni.

La nuova offerta di Poste Italiane permette di ottenere il 3,50% annuo lordo di interessi sulla nuova Liquidità accantonata sul libretto postale.

Anche chi non ha ancora un libretto presso Poste Italiane può usufruire di questa promozione.

Basterà semplicemente aprire un libretto con le consuete modalità e sottoscrivere l’offerta Supersmart Premium 366 giorni.

Dopo aver aperto il libretto valgono le stesse condizioni previste per tutti gli altri sottoscrittori dell’offerta Supersmart.

Ecco i rendimenti su 5.000 euro di investimenti

Lo abbiamo detto, gli interessi offerti dalla nuova offerta Supersmart 366 garantiscono il 3,50% lordo annuo. Questi verranno erogati soltanto qualora l’offerta venga portata a scadenza.

Come per tutti i buoni e i libretti postali commercializzati da Poste Italiane, è possibile fare la simulazione dei rendimenti direttamente sul sito del simulatore di Poste Italiane.

Ad esempio decidendo di sottoscrivere la nuova offerta Supersmart 366 vincolando una cifra di 5.000 euro per 366 giorni gli interessi netti, dunque al lordo dell’imposta di bollo, saranno pari a € € 129,59 euro.

Se volete guadagnare più soldi però il consiglio è di spostare le proprie mire di investimento altrove considerando i bassi tassi di interesse.

Enel recupera. Analisti alzano target: focus dividendo

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La buona chiusura del Ftse Mib è stata sfruttata a dovere da Enel che ha terminato gli scambi in positivo, mostrando una maggiore forza rispetto all’indice delle blue chip.

Enel rimbalza dopo tre cali di fila

Il titolo, reduce da tre sessioni consecutive in calo, dopo aver ceduto lo 0,14% ieri, ha risalito la china oggi.

A fine giornata Enel si è fermato a 5,872 euro, con un vantaggio dell’1,49% e quasi 26 milioni di azioni passate di mano, poco sopra la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 25,5 milioni.

Enel snobba andamento BTP

Il titolo ha messo a segno la migliore performance nel settore utility, malgrado le indicazioni contrastanti dal fronte obbligazionario.

Lo Spread BTP-Bund è calato e si è fermato a 138,53 punti base, con una flessione dell’1,32%, mentre qualche vendita sui BTP ha favorito una risalita dei tassi, tanto che il rendimento del titolo a 10 anni è salito dello 0,25% al 3,872%.

Enel: HSBC alza il prezzo obiettivo

Enel, intanto, oggi è stato sostenuto dalle indicazioni positive arrivate da HSBC, i cui analisti hanno ribadito la raccomandazione “buy”, ritoccando verso l’alto il prezzo obiettivo da 7,2 a 7,4 euro.

Questa mossa è stata decisa in seguito a una revisione delle stime sul risultato netto ordinario, sulla scia di minori oneri finanziari e di una maggiore marginalità nell’idroelettrico.

Gli esperti vedono una crescita interessante nel 2024 e in particolare con riferimento alle rinnovabili nei mercati principali.

Enel potrebbe raggiungere la parte alta della guidance indicata per l’anno in corso, grazie all’idroelettrico e a prezzi che non dovrebbero essere soggetti a rischi significativi.

HSBC ritiene che i conti di Enel siano forti e i dividendi sono attesi in aumento del 70% in termini di pay-out, con un rendimento compreso tra l’8% e il 9% nel periodo 2024-2026.

Enel: anche Intesa Sanpaolo incrementa il target price

A scommettere su Enel è anche Intesa Sanpaolo che oggi ha reiterato l’invito ad acquistare, con un fair value rivisto al rialzo da 7,5 a 7,8 euro.

Gli analisti credono che Enel sui livelli correnti di Borsa offra un punto di ingresso interessante e che i bassi multipli a cui scambia il titolo non riflettano del tutto il potenziale.

Stellantis in positivo, ma vendite UE in netto calo a marzo

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Conclusione positiva oggi anche per Stellantis che ha strappato il segno più per la seconda giornata di fila.

Stellantis chiude ancora in positivo

Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di ieri con un frazionale rialzo dello 0,08%. oggi ha terminato le contrattazioni, a 24,35 euro, con un vantaggio dello 0,33% e quasi 7 milioni di azioni trattate, rispetto alla media degli ultimi 30 giorni pari a circa 9 milioni.

Immatricolazioni auto UE in calo del 5,2% a marzo

Stellantis si è fermato al di sopra della parità dopo che le immatricolazioni di auto in Europa a marzo hanno registrato un calo del 5,2% anno su anno, a quota 1 milione, penalizzato dai minori giorni lavorativi a causa della Pasqua caduta a marzo e dalla flessione dell’11% delle auto elettriche.

Nel primo trimestre il mercato è cresciuto del 4,4% a 2,8 milioni, guidato da Francia e Italia, entrambe in aumento del 5.7%.

Stellantis: i dati sulle vendite a marzo in Europa

Come già commentato per i dati di Francia e Italia, i più importanti mercati europei per Stellantis, a marzo il gruppo ha sottoperformato, con immatricolazioni in flessione del 12,6% a 189mila unità, registrando nel primo trimestre un rialzo del 2,5% a 524mila unità.

Stellantis: le attese di Equita SIM sui conti del 1° trimestre

Gli analisti di Equita SIM ritengono che il fatturato del primo trimestre di Stellantis sia in calo del 10% anno su anno a circa 42,5b miliardi di euro, penalizzato in primo luogo dai volumi, in flessione del 10% negli Stati Uniti, solo in parte compensato dalla crescita in Europa.

A ciò si aggiunge l’effetto mix, dato che negli Stati Uniti la peggior performance è imputabile a RAM in calo del 26%, in attesa del phase-in del nuovo RAM 1500.

Da non dimenticare che il fatturato sarà penalizzato dal forex, sapendo che il primo trimestre è stato l’unico positivo del 2023, mentre gli analisti non si aspettano alcun contributo dai prezzi come nel quarto trimestre del 2023.

Gli esperti si aspettano un recupero in corso d’anno col lancio dei nuovi modelli, ma la loro stima di fatturato 2024 in rialzo del 2% a 192,7 miliardi di euro, con volumi/mix in salita di circa il 2% e prezzi in calo del -2% perde visibilità, ricordando che il consensus Factset è a 189,6 miliardi di euro.

Stellantis: la strategia di Equita SIM

Non cambia intanto la view di Equita SIM, che su Stellantis ribadisce la sua strategia bullish, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 26,5 euro.

Disastro Superbonus e debito alle stelle: cosa aspettarsi dal Def? L’opinione di Marcotti

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In Consiglio dei ministri è arrivato il via libera al Def e il ministro Giorgetti promette nuovi tagli alle spese: gli italiani ci sperano, ma cosa bisogna aspettarsi? A fare chiarezza ed esprimere la sua opinione ci pensa l’esperto Giancarlo Marcotti.

Via libera al Def: cosa succede ora? Ecco l’opinione di Marcotti

C’è l’ok al Documento di economia e finanza, l’ultimo prima della revisione delle regole di Governance economica. Il ministro Giorgetti, intanto, promette nuove tagli di spesa.

Nel documento approvato dal Consiglio dei Ministri, il Pil del 2024 è stato fissato al +1%. Nella Nadef il Pil programmatico per il 2024 era pari +1,2%. Si stima che il Pil aumenti dell’1,2% nel 2025, registrando negli anni successivi numeri leggermente inferiori (+1,1% nel 2026 e +0,9% nel 2027).

Le stime, inoltre, vedono per il 2024 il debito al 137,8%, per poi salire ulteriormente nel corso degli anni seguenti (attestandosi al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026). Questo dato è l’unico indicato nel Documento approvato dal Cdm: il debito cambia trend rispetto al quadro in discesa indicato nella Nadef. Insomma, l’economia italiana è davvero in crisi?

A commentare i dati all’indomani del via libera al Def era stato proprio il ministro Giorgetti. Nel corso della conferenza stampa tenuta in seguito al Cdm che ha portato all’approvazione del documento, il ministro leghista ha sottolineato:

Le nostre previsioni per la crescita economica sono viste al ribasso rispetto alla Nadef. Le previsioni di tipo macroeconomico sono complicate da fare in un quadro di carattere internazionale e geopolitico complicato. il def approvato tiene conto delle nuove regole europee di cui mancano ancora le disposizioni attuative

Il quadro programmatico viene successivamente inserito nel nuovo Piano fiscale strutturale di medio termine. La scadenza è prevista per il 20 settembre 2024, ma Giorgetti si è detto pronto ad accorciare i tempi.

Per venerdì 19 aprile 2024 è atteso l’inizio del ciclo di audizioni sul Def nelle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Alle 10.15 è il turno dei sindacati – Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cisal e Confsal – e alle 11 tocca a Confcommercio-Imprese per l’Italia, Confesercenti, Confartigianato, CNA, Casartigiani. Poco dopo, alle 11.45, è fissata invece l’audizione di Confindustria.

Nella giornata di lunedì 22 aprile, le audizioni cominciano con il Cnel. Seguono Anci, Upi e Regioni, Banca d’Italia, Corte dei Conti, Istat e Upb. In serata, a chiudere il ciclo di audizioni sul Def, è il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.