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Ftse Mib: inversione al rialzo? Ecco il segnale da seguire

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Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Gianluigi Raimondi, Direttore ITForum.it e responsabile Bluerating Mercati (gruppo Bfc Media) con domande sull’indice Ftse Mib e su alcune blue chip.

Il Ftse Mib sta provando a risalire la china in direzione di quota 34.000 punti. Si aspetta ulteriori recuperi nel breve?

Per invertire nuovamente al rialzo la rotta, il Ftse Mib dovrà superare la trendline discendente che dalla fine di marzo lo ha obbligato a muoversi all’interno di un canale ribassista.

Ftse Mib: occhio a una trendline decisiva

Oggi l’indice ha riconquistato il livello cruciale da oltrepassare, a 33.895 punti, e con conferme al di sopra di tale soglia, per il Ftse Mib possiamo segnalare un potenziale target a 34.170 punti prima, dove al momento coincidono la media mobile a 21 sedute e la resistenza statica di breve, e poi verso quota 35.000 punti.

Nell’ipotesi in cui i corsi dovessero incrociare al ribasso a quota 33.280 punti la media mobile a 50 giorni, che funge al momento da supporto dinamico ascendente, si profilerebbe una correzione verso 32.780 punti prima e successivamente in area 32.225/32.000.

In sintesi, solo con un mancato superamento deciso della trendline discendente di cui ho parlato prima, il Ftse Mib sarà destinato a scendere.

L’analisi di Unicredit e Intesa Sanpaolo

Unicredit e Intesa Sanpaolo offrono spunti interessanti sugli attuali livelli di prezzo?

Per Intesa Sanpaolo è importante sottolineare il superamento al rialzo della media mobile a 21 sedute a quota 3,3 euro.

Il titolo potrebbe allungare il passo verso 3,4/3,45 euro prima e poi verso 3,55/3,6 euro, con stop loss da posizionare a 3,245 euro, dove troviamo il supporto statico di breve termine.

Scenario simile per Unicredit che ha incrociato al rialzo la media mobile a 21 sedute a 34,575 euro, con prossimi target a 36 euro prima e poi a 36,8/37 euro, con stop loss da fissare sul supporto a 33,6 euro.

La view su Terna e A2A

Terna è stato il migliore del Ftse Mib oggi, ma ha performato bene anche A2A. Qual è la sua view su questi due titoli?

Terna ha disegnato un bel doppio minimo sul supporto statico a quota 7,2 euro e ora sta beneficiando di un rimbalzo tecnico.

La conferma dell’inversione di tendenza si è avuta con la rottura al rialzo di area 7,4 euro, oltre cui Terna potrà salire ora verso 7,6 euro prima e poi in direzione di 7,7/7,8 euro e stop loss sotto 7,2 euro.

Bel segnale rialzista di A2A che di recente ha incrociato al rialzo la media mobile a 50 sedute che fungeva da supporto dinamico ascendente e passante a quota 1,65 euro.

Il titolo ha poi superato anche la resistenza statica di breve a 1,7 euro e ora punta a 1,75/1,765 euro, oltre cui si guarderà ad area 1,8/1,85 euro.

Un acquisto di A2A andrà corredato da uno stop loss a quota 1,65 euro.

Focus su Banca Generali

Ci sono altri titoli che vuole segnalarci a Piazza Affari?

Sto seguendo Banca Generali che sta disegnando una formazione triangolare con vertice in area 35,3 euro, dove passa la media mobile a 50 sedute.

Il superamento di questo livello potrà agevolare una salita verso 36,15 euro prima e poi in direzione dei 37/37,25 euro, con stop loss sul minimo del 16 aprile a 34,5 euro.

Agnelli, indagini ancora in corso sull’eredità ma quanto vale l’intero impero? Ecco le cifre

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Non solo tra le famiglie dei comuni mortali scoppiano le liti per l’eredità e i testamenti ma una vera e propria guerra arrivata nelle aule dei tribunali è scoppiata in casa Agnelli.

In realtà si tratta di una guerra che va avanti da oltre 20 anni e che vede madre contro figli.

Si perché Margherita, figlia di Gianni e Marella Agnelli, sospetta da tempo che una buona parte del patrimonio di famiglia sia stato nascosto.

Margherita Agnelli è da anni ormai impegnata a ricostruire il patrimonio effettivo della famiglia e l’inchiesta aperta alcune settimane fa a Torino è soltanto l’ultimo tassello.

La madre madre Margherita Agnelli dunque è contro i figli John, Lapo e Ginevra accusati di presunte  irregolarità fiscali nei confronti di John Elkann, del commercialista Gianluca Ferrero e del notaio svizzero Urs Robert Von Grünigen.

Una situazione tornata alla ribalta in queste ultime settimane con Margherita Agnelli che passa dal civile al penale.

La donna non ha mai sopportato di essere stata esclusa dall’azienda di famiglia. Va detto che Margherita però ha ricevuto un patrimonio di circa 1,16 miliardi di euro tra immobili, opere d’arte e gioielli.

Ma ha quanto ammonta l’intera eredità degli Agnelli?

Scopriamolo insieme.

Eredità Agnelli, quanto vale l’intero impero?

Continua la guerra sull’eredità della famiglia Agnelli: madri contro figlie e non solo.

La secondogenita di Gianni, Margherita Agnelli dopo un periodo di tregua torna alla carica contri i tre figli  John, Lapo e Ginevra Elkann.

La questione sembrava risolta ma la realtà vuole che a Margherita non sia mai andata giù l’estromissione dalle aziende di famiglia.

L’obiettivo di Margherita Agnelli, tramite procedure civili ed ora penali, è costringere i suoi tre figli Elkann restituire tutta l’eredità ricevuta alla morte di Gianni Agnelli (2003) e della moglie Marella Caracciolo.

In realtà l’oggetto del contendere è, la ‘Dicembre’, ovvero la ‘società-cassaforte’ degli Agnelli detenuta al 60% da John e al 20% ciascuno da Lapo e Ginevra Elkann.

A questa società fanno capo Stellantis, Ferrari, Juventus, Cnh e altre società minori.

Una società cassaforte con un valore di almeno 35 miliardi di euro.

 Eredità Agnelli, queste le altre somme

In realtà l’eredità degli Agnelli pare sia molto più grande. Secondo alcune indagini recenti sono infatti emersi dei conti segreti in Liechtenstein per un valore di 900 milioni di dollari.

Si tratta di somme rimaste oscure al Fisco e venute alla luce dopo un’ispezione nei confronti della P Fiduciaria.

Un risvolto penale derivante dall’inchiesta  della Procura torinese partita dall’esposto presentato ai pm a dicembre 2022 da Margherita Agnelli.

La donna continua a sostenere di essere stata esclusa a sua insaputa da una parte cospicua dell’eredità dei genitori e che la madre avrebbe occultato la sua vera residenza.

Per il fisco risultava essere in Svizzera mentre risiedeva effettivamente in Italia.

Inoltre alla morte della madre, la donna diventata legittima proprietaria di alcuni immobili e una volta preso possesso, contesta anche la mancanza di alcuni quadri ed altri beni di valore.

Le collezioni di quadri e le ville                

Lo abbiamo detto oltre all’eredità economica degli Agnelli, cospicue sono le collezioni di opere d’arte e le proprietà.

Collezioni di quadri di valore inestimabile conservate nelle 3 ville di proprietà di Gianni Agnelli:  Villar Perosa e Villa Frescot, a Torino, e una residenza di famiglia a Roma.

Nella collezione ci sono quadri di Monet, Picasso, Balla, de Chirico e altri.

Alla morte dell’Avvocato nel 2003 le collezioni e gli immobili sono passate alla moglie Marella. Dopo la morte di quest’ultima nel 2004 Margherita Agnelli firmò l’accordo di successione e, in cambio delle quote di Dicembre e dell’eredità, ottenne gli immobili.

La donna però chiese un’ispezione e denunciò l’assenza di beni di valore nella villa rimasta in uso a John.

Giovanni Motisi, la polizia ha reso noto il suo identikit: chi è il super latitante

Chi è Giovanni Motisi? Il suo curriculum criminale è spaventoso ed è considerato uno dei latitanti più pericolosi in Italia. La Polizia di Stato, dopo numerosi sforzi e tanto lavoro, è riuscita a ricostruire un identikit affidabile ed aggiornato del volto del mafioso chiedendo alla popolazione di contattare le autorità in caso di avvistamento.

Chi è il latitante Giovanni Motisi: l’identikit diffuso sui social network

L’identikit è recente e risale infatti a questa mattina, 19 aprile 2024, quando la polizia italiana, su tutti i canali social e in tutti i principali telegiornali, ha diffuso le immagini aggiornate del viso del latitante numero uno nel nostro Paese. Capelli grigi, occhi chiari e un volto visibilmente invecchiato rispetto all’ultima foto segnaletica di cui disponevano le nostre forze dell’ordine. Questo importante lavoro è stato realizzato dopo anni di indagini grazie alla tecnologia e alla tecnica dell’Ageprogression.

Giovanni Motisi è molto pericoloso in quanto ha fatto parte dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra, a cui apparteneva anche Toto Riina, della quale era il capo assoluto. Il suo soprannome è “U Pacchiuni“, ossia “Il grasso“. Il clan mafioso di cui è a capo il latitante porta il suo cognome, stiamo parlando del famigerato: Clan Motisi.

Condannato alla pena dell’ergastolo per l’uccisione del commissario Giuseppe Montana avvenuta il 28 luglio 1985, Motisi è latitante del lontano 1998 e dal 1999 sul suo capo pende un mandato d’arresto internazionale. I crimini di cui è accusato sono: omicidio, associazione di tipo mafioso e strage.

Gli inquirenti sono riusciti ad ottenere informazioni preziose sul super latitante mafioso anche grazie al collaboratore di giustizia Calogero Ganci, che lo aveva definito uno dei killer di fiducia del super boss Totò Riina. Sembra anche che Motisi potrebbe aver preso parte ad alcune riunioni tra i vertici della mafia per organizzare omicidi importanti come quello del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

L’eredita mafiosa di Messina Denaro nelle mani di Motisi: è davvero lui il capo di Cosa Nostra?

L’arresto di Matteo Messina Denaro in data 16 gennaio 2023 è stata una delle notizie più importanti dello scorso anno: la fine di uno dei boss più potenti della mafia e la vittoria dello Stato italiano contro la criminalità organizzata.

Sembra però che le manette sui polsi di Messina Denaro e la sua morte non abbiano frenato l’ondata criminale di Cosa Nostra. Il super latitante di Castelvetrano, spesso descritto come uno degli ultimi veri padrini, non era davvero l’ultimo boss di cui preoccuparsi.

Dopo Messina Denaro, infatti, i rimasugli dell’organizzazione mafiosa potrebbero essere rimasti nelle mani del latitante Giovanni Motisi che ad oggi potrebbe aver acquisito il titolo di capo assoluto di Cosa Nostra. Non è ancora chiaro in che modo e quanto abbia ereditato dai precedenti boss mafiosi, ma ciò che è certo è che attualmente, Giovanni Motisi, è il nemico pubblico numero uno per le forze dell’ordine italiane ed è in cima alla lista dei latitanti più pericolosi nel nostro Paese.

Leggi anche: Israele attacca l’Iran: colpita una base aerea a Esfahan

Prysmian raccoglie ancora consensi. Gli ultimi giudizi

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Tra le blue chip che oggi hanno mostrato un po’ più di forza rispetto al Ftse Mib c’è anche Prysmian, che ha guadagnato terreno per la seconda giornata di fila.

Prysmian sale ancora dopo il rally di ieri

Il titolo, archiviata la sessione di ieri con un rally di oltre tre punti percentuali, si è spinto in avanti anche oggi, fermandosi a 50,4 euro, con un vantaggio dello 0,36% e oltre 1,1 milioni di azioni trattate, al di sopra della media degli ultimi 30 giorni pari a quasi 800mila.

Prysmian: Massimo Battaini è il nuovo CEO

Ieri l’Assemblea di Prysmian ha designato Francesco Gori come Presidente e Massimo Battaini come CEO.

Inoltre, è stata rinnovata l’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie, fino a un massimo del 10% del capitale sociale.

I commenti del nuovo AD su guidance e deal Encore Wire

A margine dell’assemblea, il CEO Battaini ha commentato la guidance 2024 e la recente acquisizione di Encore Wire.

Sulla guidance 2024, l’Ad si è detto fiducioso di raggiungere l’obiettivo di ebitda adjusted pari a 1,625 miliardi di euro, nel punto mediano, mentre a livello di free cash flow l’obiettivo rimane pari a 725 milioni di euro nel punto mediano.

Riguardo Encore Wire, il CEO ha ribadito come la transazione permetta di rafforzare la presenza in Nord America, con una profittabilità doppia rispetto a quella europea. A seguito dell’acquisizione di Encore Wire, il peso del Nord America sull’EBITDA di Prysmian passerebbe dal 42% a circa il 55%.

Prysmian: la view di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM, che su Prysmian ribadiscono il rating “hold”, con un target price a 52,5 euro, si aspettano un primo trimestre 2024 robusto con circa 400 milioni di euro di Ebitda, in calo del 6% anno su anno, che permetta di raggiungere la parte alta della guidance grazie al trend solido nei business ciclici, mentre si stima ancora debole il telecom, atteso in flessione del 10%.

Prysmian promosso da Bernstein

Buone notizie per Prysmian sono arrivate oggi da Bernstein, che ha migliorato il giudizio da “market perform” ad “outperform”, con un target price aumentato da 48 a 60 euro.

Gli esperti evidenziano che l’acquisizione di Encore Wire offre maggiore esposizione al mercato nordamericano e l’idea è che Prysmian offra un ottimo modo per guadagnare esposizione ad aree in piu’ rapida crescita nel tema dell’elettrificazione.

Prysmian: anche HSBC rivede la valutazione

A rivedere la valutazione del titolo sono stati anche i colleghi di HSBC che da una parte hanno reiterato il rating “buy” e dall’altra hanno incrementato il fair value da 51 a 53 euro.

Una mossa quest’ultima che riflette una rivisitazione della stime di Ebitda adjusted, alzate del 5% per quest’anno e del 3% con riferimento al 2025.

Al pari di altri analisti, anche quelli di HSBC guardano con favore all’acquisizione di Encore Wire che a loro dire è ben prezzata.

Final Fantasy 7 Rebirth, cosa fare dopo la fine del gioco: tutte le missioni aggiuntive

Al termine dell’esperienza principale, in Final Fantasy 7 Rebirth è ancora possibile giocare e divertirsi molto con missioni secondarie, raccolte di oggetti e difficilissimi boss. Esploriamo quindi tutto ciò che si può fare dopo la fine del gioco intesa in senso tradizionale.

Sconfiggere Gilgamesh in Final Fantasy 7 Rebirth

Come da buona tradizione per i postgame, la cosa più interessante per un videogiocatore è sconfiggere dei boss ancor più potenti di quelli del gioco normale. In Final Fantasy 7 Rebirth questo elemento ha un nome ben preciso: Gilgamesh.

Il mostro appare già dai primi capitoli della storia, ma lo fa solo per incuriosirvi, perché arrivare a sfidarlo è opera lunga: non basta neppure aver terminato la trama principale. Dovrete prima di tutto trovare e completare le missioni in stile “puzzle” di tutti i 23 Vestigi del gioco.

In seguito la trama di Gilgamesh avanzerà, poiché verrete informati della scoperta dell’isola di Gilgamesh. Dopo aver navigato e aver trovato l’imponente Torii che si trova davanti alla grotta, potrete accedere finalmente a una grotta che porta alla misteriosa isola.

E anche qui non è ancora finita: prima del boss dovrete affrontare tre scontri con due boss alla volta, tutti molto difficili, cioè i Phenomenon Intel. Solo così accederete finalmente all’ardua lotta contro Gilgamesh.

Va da sé che queste battaglie, specie quella col boss finale, sono tra le più difficili in assoluto di tutto il gioco. Sarà necessario un livello molto alto, una grande esperienza e un party ben organizzato per vincere ogni sfida. Se ci riuscite, riceverete il trofeo d’argento “Spadaccino Leggendario”.

Trovare gli 88 Pezzi da Collezione per Johnny

I videogiocatori più scafati lo sanno bene: non esiste postgame senza una cara, vecchia, sana raccolta di oggetti collezionabili con fine estetico e di completamento. Niente potenziamenti, battaglie, nemici, soltanto un sano e inutile ma divertentissimo trofeo.

Final Fantasy 7 Rebirth non fa eccezione in quanto potrete mettervi a cercare gli 88 “Pezzi da Collezione”, per completare la Pensione Miramare dell’esotico Johnny ricostruita durante il gioco con la missione “Nuovi giorni, Nuovi Johhny”. Se riuscirete a dotare la Pensione di tutti gli 88 oggetti da collezione, riceverete il trofeo d’oro “Johnny 7 Stelle”.

I Pezzi da Collezione si ottengono principalmente superando i minigiochi col miglior tempo o col livello più alto, ma i modi per averli sono sparsi per la Costa del Sol. Vi ci vorranno diverse ore aggiuntive, ma la soddisfazione finale da “completionist” è assolutamente garantita.

Combattimenti impegnativi aggiuntivi di Final Fantasy 7 Rebirth

Per gli amanti delle battaglie più difficili ci sono ancora delle cose da fare, come accade sempre nei videogiochi tripla A. Alcuni punti della mappa e soprattutto alcune arene sono in grado di ospitare ulteriori combattimenti anche dopo la fine del gioco principale di Final Fantasy 7 Rebirth.

Un esempio è l’area del Gold Saucer, che ospita un’arena nonché la divertente battaglia contro Sephiroth 3D, nel minigioco di boxe chiamato Lotta 3D. Attenzione, perché questa sfida si sblocca solo dopo aver finito le missioni secondarie e i minigiochi sparsi per tutto il videogame. Se riuscite a sconfiggere Sephiroth 3D riceverete un altro trofeo: “Trionfatore 3D”.

Non sottovalutate neppure i combattimenti dell’Arena Bestiale e del temibile simulatore creato da Chadley. C’è ancora tanto in Final Fantasy 7 Rebirth che può mettervi in seria difficoltà anche se si sentite ormai dei giocatori super esperti.

Chi è Rosanna Lodi, la nuova concorrente dell’Isola dei famosi

Chi è Rosanna Lodi? Personaggio televisivo legato al piccolo schermo, si è fatta apprezzare negli anni per il suo ruolo in trasmissioni tipicamente culinarie e gastronomiche. A sorpresa è stata annunciata la sua partecipazione al reality show L’isola dei famosi 18 e con la sua simpatia sta già provando a conquistare il pubblico da casa e gli altri concorrenti del programma.

Tutto su Rosanna Lodi: età, carriera, vita privata, Instagram

Sebbene sia conosciuta sul piccolo schermo è una donna molto riservata e, dispiace deludere i più curiosi, non si hanno molte informazioni sulla sua vita privata. È originaria dell’Emilia Romagna, non sappiamo con precisione di quale zona della grande regione del Centro-Nord, ed è una grande appassionata di cucina.

È ignota l’età di Rosanna Lodi ma si conoscono le sue esperienze televisive. È il volto del famoso programma 2 Chicchere in cucina, che va in onda sul canale 7Gold dal lunedì al sabato. Leggendo in giro sui social network, la concorrente dell’Isola dei famosi si definisce un’attrice e una showgirl da oltre 20 anni. Non sono note, però, altre sue partecipazioni a programmi Tv né sulla già citata emittente televisiva né su canali appartenenti a Mediaset o Rai.

A proposito di social network, Rosanna Lodi ha un profilo Instagram ufficiale:@rosannalodi, seguito da oltre 34mila utenti, dove è solita condividere sia scatti relativi al suo lavoro sia selfie che la immortalano in attimi di vita quotidiana.

Sembra che la showgirl ed attrice sia sposata ed abbia due figli ma per amore della loro privacy non è solita condividere nulla che riguardi la sua famiglia.

Oggi, Rosanna Lodi, ha deciso di mettersi in gioco affrontando il reality show L’isola dei famosi 18. Mentre si presentava al pubblico in studio e da casa ha scherzato con Vladimir Luxuria affermando:

i mattarelli saranno tutti miei se me ne costruiscono uno, sennò me lo costruisco da sola.

Questo, ovviamente, per alludere alla sua forte passione per la cucina. A proposito di passione per la cucina, ha anche dichiarato di non avere paura del concorrente Joe Bastianich, famoso per le sue abilità ai fornelli.

Chi sono gli altri concorrenti nuovi dell’Isola dei famosi

Rosanna Lodi non è l’unica new entry. In Honduras, a reality già iniziato, è giunto insieme alla showgirl anche Sonny Olumati, studente di medicina, scrittore ed attivista. I due concorrenti sono approdati insieme sulle spiagge americane pronti ad affrontare questa nuova sfida con tutta la loro determinazione.

Sonny Olumati è alla sua prima vera apparizione televisiva in qualità di protagonista, tra le altre esperienze figurano alcuni interventi in trasmissioni come: Tagadà o Non è l’Arena. Tra i due nuovi volti dell’isola più chiacchierata d’Italia è sicuramente più conosciuta al pubblico televisivo Rosanna Lodi, che ha preso anche il soprannome di “Campionessa di pasta sfoglia“.

Il discorso è diverso su Instagram, dove invece la sfida dei fan la sta vincendo, al momento, Sonny Olumati, che è seguito da oltre 161mila persone.

Insomma, tra i due nuovi naufraghi si prospetta una gran bella sfida che sarà ancora più agguerrita con gli altri concorrenti del reality.

Borse: serve cautela nel breve. Eur/Usd in ripresa?

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Di seguito riportiamo l’intervista a Davide Biocchi, professional trader, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulle valute, su alcune commodities e sugli scenari attesi per le Borse.

L’euro-dollaro sta provando ad allontanarsi da quota 1,065. Ci sono le condizioni per un recupero nel breve?

Se l’euro-dollaro riuscisse a riportarsi sopra quota 1,07, allora tornerebbe nel precedente trading range compreso tra questo livello e area 1,10.

Euro-Dollaro: nuovi ribassi o recupero?

Diversamente, una mancata riconquista della soglia di 1,07, potrebbe favorire ulteriori ripiegamenti verso area 1,05/1,045, specie se l’attuale scenario di tensioni dovesse durare.

Se al contrario, la situazione generale a livello geopolitico dovesse tornare tranquilla, allora rivedremo il cross sopra quota 1,07.

La view sul petrolio

Il petrolio ha ripiegato dai recenti top di periodo- Si tratta solo di una pausa del rialzo?

Lo scenario è tutto in chiaroscuro per quello che sta succedendo: c’è escalation e quindi oro e petrolio salgono.

L’oro nero aveva rotto al rialzo l’area degli 82 dollari al barile e ora è tornato verso questa soglia da cui sta rimbalzando.

La situazione è tutta in divenire, tenendo presente che le ultime scaramucce tra Iran e Israele non hanno spaventato i mercati, ma erano ritorsioni per mostrare i muscoli.

Se però dovesse esserci un’escalation, così come un problema a livello di passaggio nei cari stretti e golfi, allora il petrolio schizzerebbe.

Segno una prima resistenza forte a 96 dollari, ma in caso di tensioni non mi stupirei affatto di rivederlo a 100 dollari, ma perché ciò accada sarà necessario che ci siano delle tensioni significative.

L’analisi dell’oro

L’oro ha rallentato leggermente dai nuovi massimi storici, mantenendosi però a poca distanza dagli stessi. Quali le attese nel breve?

Per l’oro ormai l’area dei 2.450 dollari si delinea come resistenza e se le tensioni dovessero allentarsi, il gold potrebbe anche scendere.

Non escludo flessioni anche fino all’area dei 2.200 dollari, mentre se le tensioni dovessero perdurare, si dovranno mettere in conto ulteriori nuovi massimi storici.

Come si muoveranno le Borse?

Cosa può dirci in merito al recente andamento dei mercati azionari e quali i possibili sviluppi nelle prossime sedute?

In primis dividiamo azionario e obbligazionario, evidenziando che la paura ha fatto fare cashout da entrambi gli asset.

Le obbligazioni ora sono un po’ comprate perché il rendimento si è fatto interessante e dall’altra parte le azioni sono considerate un asset a rischio, quindi il mercato stenta a rientrare.

Il rischio più significativo non è tanto quello di ulteriori ribassi, quanto di quello che succederà dopo.

Se le Borse reagiranno da questi livelli allora sarà un conto, perché significherà che tutto è passato e addirittura il rialzo dei mercati potrà venir fuori anche rigenerato.

Se al contrario il mercato non dovesse reagire, allora si potrebbe anche passare da una fase di avversione al rischio cronica da una temporanea, cosa che non si vedeva più come minimo dal 2022.

Secondo me bisogna stare attenti ora e credo che l’atteggiamento prudente sia quello migliore, perché le Borse in questo momento hanno le stesse probabilità di seguire uno dei due scenari descritti prima.

Chi è Sonny Olumati, il nuovo concorrente dell’Isola dei famosi

Chi è Sonny Olumati? Il suo nome non è ancora molto noto nel mondo dello spettacolo, ma il giovane studente universitario ed attivista si è fatto strada sui social network, in particolare su Instagram, dove vanta moltissimi follower. Nonostante abbia già fatto delle apparizioni televisive, la sua prima esperienza ufficiale sul piccolo schermo è quella che sta facendo adesso al reality show L’isola dei famosi 18.

Tutto su Sonny Olumati: età, lavoro, vita privata, Instagram

Sonny Olumati è la grande sorpresa della nuova edizione dell’Isola dei famosi. Il naufrago è approdato in ritardo in Honduras ma è già pronto a mettersi in gioco e conquistare anche il pubblico da casa. Dispiace deludere i più curiosi ma per quanto riguarda la sua vita privata si sa davvero molto poco. È italiano ma ha origini nigeriane e parlando di sé dichiarò durante un’intervista a Vanity Fair:

La mia vita è piena di contraddizioni, parlo italiano, non conosco la lingua del mio Paese di origine ma qui sono considerato uno straniero.

Il giovane concorrente dell’isola più chiacchierata d’Italia è uno studente della facoltà di Medicina e a quanto pare gli mancano pochi esami al conseguimento del tanto agognato titolo di laurea. Inoltre è un breaker professionista. Sonny Olumati ha scritto anche un libro intitolato Il ragazzo leone in cui ha parlato del suo percorso di vita. Tra le altre attività di cui si occupa vi è quella di attivista per l’organizzazione Italiani senza cittadinanza.

Molto attivo sui social ha un profilo Instagram ufficiale: @sonny_olumati, e vanta oltre 161mila follower. Il giovane concorrente dell’Isola dei famosi è solito condividere moltissimi contenuti a sfondo sociale e politico.

Gli altri nuovi naufraghi

L’ingresso a trasmissione in corso di Sonny Olumati non è stato il primo ne l’unico. Insieme a lui ha messo piede in Honduras anche una nuova concorrente: Rosanna Lodi, nota come la “Campionessa di pasta sfoglia“, che sebbene sia meno seguita sui social di Olumati, ha molta più esperienza televisiva pregressa.

La settimana scorsa è stata la volta anche di un nuovo concorrente che però è durato davvero molto poco nel programma. Si tratta dell’attore siciliano Francesco Benigno. Sebbene sia stato definito “il naufrago ritardatario”, Benigno ha infiammato subito la trasmissione facendo nascere una polemica circa la sua esclusione quasi prematura dall’isola.

Insomma, il programma è iniziato da poco e sta già facendo parlare molto di sé; e se ne dovranno vedere ancora delle belle.

Leggi anche: Elenoire Casalegno: chi è, età, carriera, vita privata, compagno, figli

Saipem perde ancora. Analisti divisi sul titolo

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Finale di settimana pesante per Saipem che, malgrado il recupero del Ftse Mib dai minimi intraday, si conferma in netto calo, mostrando una evidente debolezza relativa rispetto all’indice delle blue chip.

Saipem in fondo al Ftse Mib

Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di ieri con una flessione di quasi due punti percentuali, oggi perde terreno per la quinta giornata consecutiva.

Mentre scriviamo, Saipem viene fotografato a 2,232 euro, con un ribasso del 2,4% e oltre 24 milioni di azioni passate di mano fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 57 milioni.

Il titolo accusa la peggiore performance non solo nel settore oil, ma nell’intero paniere del Ftse Mib, pagando pegno all’andamento negativo del petrolio.

Dopo la chiusura poco mossa di ieri, le quotazioni dell’oro nero perdono terreno e si presentano ora a 82,05 dollari al barile, con una correzione dello 0,84%.

Saipem: BofA dice buy e alza il prezzo obiettivo

Saipem non beneficia in alcun modo delle indicazioni positive arrivate da Bank of America, i cui analisti da una parte hanno reiterato il rating “buy” e dall’altra hanno alzato il target price da 2,5 a 2,9 euro, valore che implica un potenziale di upside di circa il 30% rispetto alle quotazioni correnti a Piazza Affari.

La revisione della valutazione è stata decisa in seguito a un incremento delle stime sulla raccolta ordini di Saipem, che resta una delle top pick della banca statunitense nel settore europeo degli oil services.

Gli analisti evidenziano che anche dopo la corsa messa a segno dal titolo da inizio anno. le loto stime aggiornate implicano ancora un multiplo enterprise value/ebitda di sole 4 volte sulla base della loro stima di un margine ebitda nel 2024 del 10%, con un tasso medio annuo dell’ebitda del 5% fino al 2027.

Saipem bocciato da Stifel

Ben diversa la strategia suggerita da Stifel che oggi ha riservato una bocciatura a Saipem, con un cambio di rating da “buy” a “hold”, a fronte di un fair value ritoccato verso l’alto da 2,1 a 2,3 euro.

Il broker attende con fiducia i risultati del primo trimestre di quest’anno che saranno diffusi da Saipem il prossimo 22 aprile, scommettendo in particolare su una solida crescita trainata da un rialzo dei ricavi e da margini in miglioramento.

Al contempo però gli analisti ritengono che l’outlook positivo per il settore upstream sia già ampiamente riflesso nelle quotazioni correnti di Saipem che da inizio anno ha messo a segno un rialzo di quasi il 60%, contro una performance decisamente meno brillante del Ftse Mib, il cui bilancio è positivo nell’ordine di poco più dell’11%.

Superbonus, lavori non terminati: mini guida per gestire il contenzioso senza rimetterci

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A oggi la maggior parte dei contenziosi riguardano lavori non terminati del Superbonus che, fino alla fine del 2023, era previsto con aliquota al 110%.

Cosa succede in caso di Superbonus lavori non terminati? E soprattutto: chi paga?

Ecco una mini guida con qualche consiglio per cercare di evitare cause civili, amministrative e tributarie. 

Cosa succede se i lavori del Superbonus non vengono terminati

Il punto è che a partire dal 2024, l’agevolazione fiscale prevista dal Superbonus non è più totale ma si è abbassata alla soglia del 70%.

Questo sta a significare che la restante parte è il privato che deve provvedere a saldare, nei confronti della ditta che esegue i lavori.

Il problema risiede ora nel fatto che, se i lavori del Superbonus non sono terminati entro dicembre 2023, allora chi paga? Il privato ha comunque richiesto per tempo di usufruire dell’agevolazione ma quindi è l’impresa che deve risarcire il danno?

Ebbene, la questione è di quelle che scottano e i contenziosi sono all’ordine del giorno. Questo perché non è la ditta che deve provvedere al pagamento né al risarcimento danni.

La legge infatti prevede che l’impresa che sta eseguendo i lavori debba restituire le somme che ha percepito per la commessa ma non è tenuta a risarcire il committente per il danno subito, visto che non può più usufruire dell’agevolazione.

Ecco allora una mini guida, con i consigli dei commercialisti per evitare di aprire il contenzioso e impelagarsi quindi in estenuanti cause civili.

Lavori non terminati del Superbonus: mini guida per i contenziosi

Le norme per evitare contenziosi includono giocoforza accordi tra committente e impresa. 

Questo, in altri termini, significa che è ormai il danno è fatto ed è preferibile trovare un punto di incontro in cui entrambe le parti ne escono con il minor danno possibile.

Ecco allora che è utile, come consigliano per l’appunto i commercialisti più esperti, conoscere le regole di interpretazione autentica che regolano tali rapporti.

Ad esempio, è bene sapere che se committente e impresa raggiungono un accordo, l’impresa può rinunciare a percepire il 30% del corrispettivo che non è più coperto dal Superbonus.

Il committente, da parte sua, rinuncia però a ogni tipo di pretesa per eventuali penali o risarcimenti derivanti dal ritardo.

Inoltre, sono già presenti alcune sentenze, emesse dai vari tribunali locali, per risolvere i contenziosi su chi deve pagare i lavori non finiti, se si perde la possibilità di ottenere il 110%.

Si tratta di una norma importante a cui fare riferimento, perché permette all’impresa di non perdere il diritto al credito d’imposta al 70%, se malauguratamente il committente non è in grado di pagare il residuo 30%.

Superbonus 110 non finito: altri suggerimenti per gestire il contenzioso

Il contenzioso può aprirsi tra condomini e impresa ma anche nei confronti dell’amministrazione finanziaria. Anche in questo caso c’è una regola che permette di proteggere l’incentivo fiscale già goduto, nel caso ci si ritrovi in una situazione di stallo.

Dunque, l’amministrazione finanziaria non è legittimata dal recuperare le somme dell’agevolazione già fruita, ad esempio tramite sconto in fattura del Superbonus oppure cessione del credito d’imposta.

Infatti è prevista una sanatoria che evita di dover restituire le somme legate all’agevolazione maggiorata di cui si è goduto fino a quel momento.

Infine, c’è un ulteriore consiglio che proviene dai commercialisti e di cui è bene essere a conoscenza e riguarda il concetto di effettuazione congiunta.

Ebbene, se gli interventi trainati sono stati realizzati in contemporanea a quelli trainanti, sussiste il requisito di effettuazione congiunta.

Questo significa che lo sconto sul corrispettivo che azzera il netto da pagare per l’intervento è valido.

L’emissione della fattura deve avvenire successivamente alla fine della realizzazione dei lavori che sono legati agli interventi trainanti.