De’Longhi crolla in avvio di ottava. I motivi del sell-off

De'Longhi è stato bersagliato dalle vendite ieri dopo il rally di venerdì scorso: cosa è andato storto?

Avvio di settimana da incubo per De’Longhi che ieri è stato bersagliato da una pioggia di vendite. Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di venerdì scorso con un rally di circa il 5,5%, ieri è stato travolto da un violento sell-off.

De’Longhi travolto dai sell in avvio di settimana

A fine giornata De’Longhi si è fermato a 19,34 euro, con un affondo del 7,11% e volumi di scambio molto alti, visto che a fine sessione sono transitate sul mercato oltre 420mila azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 140mila.

De’Longhi: l’Ad si dimette. Lascerà la carica il 31 agosto 2022

Il titolo è crollato dopo che venerdì scorso, a mercati chiusi, si è appreso che l’AD Massimo Garavaglia, ha rassegnato le dimissioni dalla sua carica e dagli incarichi consiliari in De’Longhi per motivi personali.

Le dimissioni avranno decorrenza dal 31 agosto 2022 e intanto il Cda ha dato avvio al processo di successione previsto dal “Succession plan policy” adottata dalla società in ossequio alle raccomandazioni del Codice di Corporate Governance.  

De’Longhi bocciato da Equita SIM

A pesare sull’andamento di De’Longhi ieri ha contribuito anche la bocciatura arrivata da Equita SIM.

A dispetto di una valutazione compressa, che vede un multiplo prezzo-utili adjusted 2022 pari a 11-12 volte, contro la media storica di circa 17 volte, e di un buon posizionamento, gli analisti della SIM milanese hanno deciso di passare da una view positiva a una neutrale su De’Longhi, con un cambio di rating da “buy” a “hold” e un prezzo obiettivo tagliato a 25 euro.

In conseguenza del downgrade, il titolo è uscito dal portafoglio raccomandato a Piazza Affari.

De’Longhi: i motivi del downgrade

Gli analisti hanno spiegano la bocciatura alla luce di vari motivi: in primis perchè credono che lo scenario per i consumi discrezionali si stia deteriorando con limitata visibilità.

Gli esperti riducono le loro stime di EBITDA adjusted 2022-2023 del 6%-12%, posizionandosi il 5%-9% sotto il consensus e scontando anche un minor fatturato, con una crescita organica 2022 rivista da -2% a -4%, mentre per il 2023 le previsioni passano da +3,5% a flat.

Equita SIM evidenzia inoltre che De’Longhi ha una elevata esposizione all’Europa, con oltre il 60% delle vendite ex Russia.

Gli esperti credono che nel Vecchio Continente le incertezze sono maggiori, soprattutto con riferimento al segmento Food Preparation che è stato largamente influenzato in positivo dallo stay-at-home.

La crescita organica è salita del 10% nel 2020 e del 25% nel 2021, dopo anni di trend flat/negativi.

Gli analisti di Equita SIM pensano che la buona disciplina sui prezzi di De’Longhi possa mantenersi, ma non hanno visibilità sulla volontà/capacità dei concorrenti/retailer di fare altrettanto in un contesto di possibile recessione dei consumi.Inoltre, secondo gli esperti della SIM milanese, le dimissioni del CEO Garavaglia aggiungono incertezza di breve.

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