Goldman Sachs ha tagliato le stime di crescita economica per la Cina. Secondo la banca di investimenti statunitense le misure messe in campo da Pechino non forniranno il sostegno sperato all’economia cinese.
Goldman Sachs taglia stime di crescita per la Cina
Nella giornata di domenica 18 giugno, la popolare banca di investimenti statunitense Goldman Sachs ha pubblicato una nota con cui la banca si allinea alle altre banche di investimento nel ridurre le stime di crescita per la Cina.
Secondo quanto riportato nella nota, gli stimoli in corso in Cina non saranno in grado, nel prossimo futuro, non consentiranno la ripresa sperata. In altri termini, nonostante la revoca delle misure anti COVID, le misure messe in campo dal governo di Pechino permetteranno all’economia cinese una ripresa più lenta delle attese.
Sulla base di queste osservazioni Goldman Sachs ha rivisto le stime sul PIL cinese abbassandole dal 6% al 5,4%.
Altre banche tagliano le stime sulla crescita cinese
Goldman Sachs non è l’unica banca a stimare un rallentamento dell’economia cinese nella seconda metà del 2023 e nel 2024. Sulla stessa linea si muovono anche UBS, Nomura, Bank of America e JP Morgan. Per queste banche d’affari la ripresa della Cina post pandemia di Covid-19, nonostante le misure messe in campo da Pechino, sarà più lenta delle attese.
Le cause del rallentamento secondo Goldman Sachs
La maggior parte delle stime, se bene a ribasso, vedono il PIL cinese in crescita di oltre il 5% nel 2023, per essere più precisi, secondo le prime stime di Goldman Sachs e Nomura, il PIL cinese per il 2023 crescerà del 5,1%, mentre nel 2024 calerà leggermente, con una crescita stimata del 3,9%.
Questi tagli, spiegano gli esperti di Goldman Sachs, sono determinati dai venti contrari derivanti dal nuovo indebolimento del mercato immobiliare che hanno pesato sui settori adiacenti e sono stati semplicemente troppo rilevanti per compensare completamente i restanti impulsi di riapertura nei settori dei consumi e dei servizi.
Colloqui tra Cina e USA
Pesano sui tagli alle stime di crescita della Cina anche i risultati non eccellenti dei mercati asiatici, fortemente in calo nonostante l’apertura di una serie di incontri bilaterali tra Cina e USA, in particolare la visita a Pechino del segretario di stato USA Antony Blinken e il suo incontro con l’omologo cinese Qin Gang.
L’incontro, che ha visto i due omologhi confrontarsi su temi e questioni diversive da Taiwan al commercio, sono stati definiti “trasparente e costruttivo”.
Durante gli incontri sono stati pochi i punti d’accordo tra i due rappresentanti di stato, tuttavia, assicurano Qin Gang ed Antony Blinken, il confronto proseguirà in un secondo incontro a stretto giro che si terrà a Washington in occasione della visita nella capitale USA di Qin Gang.
La posizione della People’s Bank of China
I dubbi e le preoccupazioni per la crescita in Cina hanno innescato un crollo dei titoli sui mercati asiatici, in particolare gli indici cinesi Shangai Shanzhen CSI 300 e Shanghai Composite, hanno registrato un calo dello 0,51% e dello 0,15%, mentre l’indice Hong Seng di Hong Kong ha perso oltre l’1,52%.
La risposta a questi dati da parte della People’s Bank of China è attesa per martedì 20 giugno, quando, la banca centrale cinese, potrebbe, secondo le attese, attuare un nuovo giro di tagli ai tassi di interesse, proseguendo sulla propria strategia diametralmente opposta a quella utilizzata da BCE e Federal Reserve.