Coinbase meglio dell’INPS! Bitcoin gratis, ma l’app crasha

Maxi bonus di benvenuto offerto da Coinbase in occasione Super Bowl, ma l’applicazione va in crash! Questo e altre notizie sul Crypto Bowl di quest’anno!

Tutti i residenti in Italia ricorderanno quando il sito l’INPS è andato in crash completo e senza bisogno di attacchi hacker, tanto da farsi prendere in giro dalla nota piattaforma Porn.hub, che le offriva aiuto nella gestione dei server.

Eppure in questa occasione protagonista di una situazione analoga sono gli USA e per una volta non è l’Italia, nello specifico la nota piattaforma di scambio di criptovalute Coinbase.

Coinbase che è senza dubbio tra le piattaforme più affidabili di scambio, in occasione del Super Bowl americano, evento sportivo che per gli USA è paragonabile alla finale dell’europeo di calcio per noi, ha investito milioni in un’operazione di marketing e pubblicità che comprendeva un bonus di 15 dollari in Bitcoin. In occasione del Super Bowl infatti quanti si registravano su Coinbase prima del 15 febbraio ottenevano un bonus di benvenuto equivalente a 15 dollari in BTC.

Ora, scherzi a parte, per scusarci con Coinbase per il paragone divertente, ma azzardato, con le risorse digitali dell’INPS, diciamo che la piattaforma in genere è assolutamente affidabile e non è nuova a bonus di benvenuto, come 5 dollari in BTC per i nuovi utenti. Anzi, completando dei brevi quiz online si possono ottenere gratis anche criptovalute più nuove e meno costose dei Bitcoin, perché 15 euro di BTC quando un token ne vale più di 40.000 di dollari sono davvero un capitale discutibile.

Più che altro il crash di Coinbase non è dovuto a pecche dell’infrastruttura dell’app o del sito, ma al fatto che 20 milioni di utenti si sono riversati sulla piattaforma in meno di un minuto, dopo che la società ha fatto andare in onda lo spot del Super Bowl. Occasione in cui annunciava non solo la sua partecipazione all’evento sportivo come sponsor ma anche che per i nuovi utenti ci sarebbe stato un bonus in Bitcoin più grande del solito.

Coinbase in pratica è riuscita ad incanalare la crescente attenzione del pubblico USA per le criptovalute insieme alla fama già consolidata di un evento quale per gli americani può essere il Super Bowl.

Ma Coinbase non è l ‘unica azienda crittografica ad aver fatto da sponsor all’evento sportivo e, mai come quest’anno, le criptovalute sono state protagoniste di grandi operazioni pubblicitarie in questo senso.

Il tutto dimostra da un lato il crescente interesse del pubblico per le criptovalute e dall’altro la volontà delle aziende crittografiche di espandersi e dominare i mercati.

Due parole a difesa di Coinbase! Lo spot geniale che ha mandato in crash l’exchange di criptovalute

Il Super Bowl di quest’anno, cioè la 56esima edizione della finale di football americano, è stato soprannominato Crypto Bowl, per l’enorme quantità di sponsor legati al mondo delle criptovalute.

Coinbase come molte altre piattaforme di scambio e società crittografiche ha partecipato anche lei come sponsor al Super Bowl, con una presenza senza precedenti.

In quest’occasione la piattaforma ha scelto di sponsorizzare la sua partnership con un ad, cioè un annuncio pubblicitario su web di 60 secondi, in cui compariva nient’altro che uno schermo nero e un codice QR che fluttuava su di esso. Chi osservava lo spot e inquadrava con lo smartphone il codice QR veniva indirizzato su un link che offriva un bonus di benvenuto a quanti si registravano sulla App di Coinbase prima del 15 febbraio 2022 e pari a 15 dollari in Bitcoin.

In seguito a questo spot nella giornata di domenica 13 febbraio Coinbase ha registrato ben 20 milioni di visite in un minuto, quanto mai avrebbe immaginato di avere. E in effetti dal punto di vista di marketing il semplice schermo nero con il codice fluttuante è una trovata davvero geniale.

Anthony Pompliano nel suo video YouTube mostra lo spot e il funzionamento del bonus di benvenuto:

  

A difesa di Coinbase diciamo anche che il crash dell’app si è protratto solo per circa un’ora e poi i servizi sono tornati alla completa normalità. 

Mettendo da parte scherzi e titoli ad effetto, in realtà il crash di Coinbase è giustificato, visto il numero di utenti al minuto, e soprattutto è indice di un dato importante e cioè che l’interesse per le criptovalute nell’ultimo tempi sta crescendo a dismisura.

La straordinaria operazione di marketing di Coinbase che regala Bitcoin al Super Bowl

Certo, crash a parte, l’operazione di marketing connessa al Super Bowl, che per gli americani è l’evento sportivo dell’anno, ha portato per Coinbase i suoi frutti visto che la popolarità del sito è schizzata alle stelle dopo lo spot. Se guardino nella classifica dell’Apple Store, Coinbase è balzata al 2° posto dal 186° di partenza.

Ricordiamo poi che anche l’investimento stesso di farsi pubblicità al Super Bowl rappresenta una spesa piuttosto cospicua, vista la portata dell’evento, con lo spot che è costato 14 milioni di dollari. E questo in un periodo non ottimo per il settore delle criptovalute con le varie società crollate in borsa dopo che la Fed, la banca centrale statunitense, ha annunciato a dicembre di voler aumentare i tassi di interesse. Solo Coinbase nello specifico ha perso in borsa il 23%.

Anche la scelta di regalare Bitcoin al Super Bowl non è casuale, poiché chi come noi ha un po’ di dimestichezza con la piattaforma cripto sa che spesso si trovano bonus di questo tipo e 15 dollari di Bitcoin in questa fase della moneta, che è ormai una riserva di valore al pari dell’oro, non costituiscono un grande incentivo materiale all’investimento. Piuttosto, i Bitcoin sono famosi e, come il Super Bowl, attirano più utenti rispetto che se si promettesse agli stessi in regalo una criptovaluta emergente a basso costo come LBlock, Dogecoin o Shiba Inu, più utile perché almeno se ne avrebbe qualche token intero, ma che però non ha lo stesso impatto mediatico dei BTC.

Il diverso atteggiamento in USA della NFL e della NBA riguardo a Bitconi e altre criptovalute 

Vista la popolarità dell’evento sportivo, il Super Bowl, sono state molte le società crittografiche che hanno scelto per la sponsorizzazione, FTX, e-Toro, Crypto.com.

Soprattutto Crypto.com se mettiamo da parte il Super Bowl, è tra le società che più sta sfruttando il canale sportivo e gli investimenti pubblicitari.

L’exchange ha pagato di recente 700 milioni di dollari per dare il suo nome all’arena dove gioca la squadra della NBA dei Los Angel Lakers e si tengono le partite dell’NHL. E così dalla fine dello scorso anno lo Staples Center di Los Angeles è diventata la Critpo.com Arena. 

Per sponsorizzare l’evento è andato in onda uno spot di 30 secondi con la star della NBA LeBron James. Cripto.com in precedenza aveva già ingaggiato l’attore Matt Damon proprio per un altro spot pubblicitario.

In generale, rimanendo nell’ambito dello sport, l’NBA sembra molto più aperta della NFL rispetto alle criptovalute.

Alcune squadre NBA come i Sacramento Kings e i Dallas Mavericks accettano criptovalute per l’acquisto dei biglietti dei match e dei prodotti di merchandising, ancora, i Golden State Warriors hanno un importante accordo di sponsorizzazione con FTX e la stessa NBA ha ospitato più volte l’exchange di criptovalute Coinbase la sua piattaforma ufficiale, con svariate promozioni.

All’opposto la NFL ha vietato alle scuderie che fanno parte della Lega l’utilizzo delle criptovalute.

Anche i Non Fungible Tokens (NFT) fanno la loro comparsa al Crypto Bowl 2022

Ma protagoniste del Super Bowl 2022 non sono state solo le criptovalute come i Bitcoin, ma l’intero universo crittografico compresi i più nuovi Non Fungible Tokens (NFT).

La casa produttrice della birra Budweiser (BUD), la Anheuser-Busch Inbev, ha lanciato la Bud Light NEXT, cioè la sua prima “birra” con zero carboidrati. L’operazione di marketing dietro il lancio del nuovo prodotto ha previsto la creazione degli NFT della birra “birra” zero carboidrati.

Lo spot per il Super Bowl mirava proprio a promuovere birra ed NFTs con una band che suonava nel metaverso tra immagini di Non Fungible Tokens che si susseguivano.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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