Neobroker, la sfida del fintech alla finanza tradizionale

Le nuove tecnologie, i nuovi prodotti, i nuovi canali che hanno creato il fenomeno dei nuovi broker digitali.

Le nuove tecnologie, i nuovi prodotti, i nuovi canali che hanno creato il fenomeno dei nuovi broker digitali. L’obiettivo è un mondo degli investimenti più democratico e che parla la lingua dei giovani.

I neobroker sono forse la dimostrazione più lampante di quella rivoluzione che il fintech promette da tempo al mondo della finanza. Nativi digitali senza compromessi, i neobroker hanno saputo intercettare i nuovi linguaggi e le nuove piattaforme di comunicazione dei Millennials e dei giovani. La promessa è la democrazia, anche nel mercato finanziario, con la possibilità di accesso a ogni tipo di investimento. Anche per chi non può permettersi un Bitcoin tutto intero (27.800 euro circa) o un’azione della Berkshire Hathaway di Warren Buffet (463.700 dollari circa).

Il rischio di ogni investimento resta anche per i piccoli, ma sembra ormai difficile che l’esplosione dei neobroker non lasci un cambiamento importante nei mercati finanziari e nel rapporto tra retail e finanza.

Cosa è un neobroker?

Definire i neobroker è difficile, come per tutte le cose nuove, molti sono diversi tra loro; ma ci sono alcune proprietà in comune alla maggior parte di queste realtà.

I neobroker sono delle società di servizi finanziari digitali che puntano a rendere più semplice e immediato il trading con lo scopo di allargare sia la base dei clienti e investitori, sia la base degli strumenti investibili a loro disposizione, mantenendo commissioni di trading molto basse, o addirittura nulle, e fornendo anche un bagaglio di strumenti informativi agile ed efficace.

L’ottica è quella dei social media, l’obiettivo quello del trading per tutti, lo strumento quel mix di potenza, duttilità e sincronia che solo internet può fornire.

La finanza a portata di app si potrebbe dire, senza compromessi sui tool a disposizione, dal monitoraggio ai forum, agli approfondimenti ai glossari, passando per tutto quello che la finanza a la page presenta nel menù della contemporaneità, dalle criptovalute agli ETF, agli ETC fino agli asset fisici un tempo inavvicinabili per un ventenne, come l’oro o i fondi. Tutto a portata di mano, con basse commissioni, monitoraggio in tempo reale, possibilità di confronto con migliaia di altri investitori presenti sul mercato.

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Il modello Robinhood

L’emblema di questo nuovo modello è Robinhood, con la sua aperta sfida ai protagonisti di sempre del mercato, dagli istituzionali agli hedge fund, giganti di Wall Street che possono investire in strumenti da milioni di dollari inavvicinabili ai più: “La nostra missione è democratizzare la finanza per tutti”. E in effetti Robinhood consente di investire in maniera semplice in un’ampia gamma di prodotti (azioni, ETF, opzioni, criptovalute).

Tutto corredato da numerosi contenuti didattici semplici, da lezioni di finanza pratica (“Cos’è un investimento?”, “Cosa è un’azione?”, “Cosa è la diversificazione?”).  Le grafiche sono accattivanti, in onore a quella gamification della finanza in atto da tempo, e sposano naturalmente le app per il telefonino, i social media, i forum dove si possono discutere investimenti e altro.

Esistono anche strategie per gli investimenti automatici, i roboadvisor che sono poi una parte importante dell’evoluzione fintech che ha portato ai neobroker.

Per capire la sfida dei neobroker è infatti necessario capire che la rivoluzione digitale gli ha regalato un vantaggio competitivo. Piattaforme informatiche complete, network marketing, strutture leggere senza sportelli, direzioni territoriali e consulenti fisici in ogni agenzia consentono di abbattere i costi e concentrarsi sui servizi offerti alla clientela. Il roboadvisor e l’algoritmo possono sostituire spesso i consulenti fisici e permettere prezzi commissionali più vantaggiosi, il confronto sul web e sui forum dedicati con altri investitori o il materiale informativo digitale possono aiutare il risparmiatore e la stessa Robinhood si propone spesso come uno strumento di gestione consapevole e difesa del risparmio e della liquidità.

La disintermediazione è il paradigma di molti neobroker. Alcuni, come la stessa Robinhood hanno creato anche una clearing house propria, ossia quel soggetto che garantisce il funzionamento del mercato, sorvegliando anche i contratti stipulati e imponendo dei margini di garanzia. Averlo in casa permette di ridurre i costi.

E le garanzie?

Robin Hood è utilizzabile solo negli Stati Uniti e non è una banca, ma i suoi conti deposito sono assicurati da FDIC fino a 250 mila dollari, contro il fallimento della società. Gli investimenti godono delle garanzie della SIPC che tutelano gli investitori dall’insolvenza dei loro broker e dal rischio di custodia.

Anche in Europa, in linea con gli standard del Vecchio Continente per banche e neobank, la maggior parte dei neobroker prevede garanzie sui depositi fino 100 mila euro. Si tratta di una tutela fondamentale dei risparmiatori contro le insolvenze degli istituti finanziari e delle società di investimento. Altra cosa ovviamente sono le eventuali perdite sugli investimenti che sono la controparte del rischio e del rendimento su cui si punta quando si prende una posizione sul mercato.

Il 2021 scoppiettante dei neobroker

Il 2021 è stato senza dubbio l’anno dei neobroker, che in tutto il mondo hanno rafforzato le proprie strutture e le proprie attività anche con l’aiuto di investitori importanti. A fine luglio Robinhood si è quotata raccogliendo quasi 2 miliardi di dollari (valutazione complessiva 32 miliardi): un terzo delle azioni è stato sottoscritto dagli stessi utenti della piattaforma, un inedito. Ma Robinhood aveva già 18 milioni di conti di investimento e 80 miliardi di asset, in forte crescita nonostante perdite nel primo trimestre da 1,4 miliardi, ma anche un balzo delle entrate e del numero dei dipendenti.

Anche in Europa però i neobroker si diffondono. Nello stesso 2021, per esempio, la Fintech tedesca Scalable Capital ha raccolto più di 180 milioni di dollari in un round di Serie E e nel 2022 è sbarcata in Francia, Spagna, Austria e Italia con il suo Broker senza commissioni.

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I numeri di questo nuovo mercato

Secondo Statista, gli asset in gestione (AUM) dei neobroker erano di 377,4 miliardi di dollari a fine 2021 e dovrebbero superare i 421 miliardi nel 2022. In media ogni utente alla fine dello scorso anno aveva investimenti per circa 6.600 dollari.

Si tratta di numeri da prendere con le pinze per via della difficoltà di stabilire un perimetro esatto e includere o escludere certi servizi, ma viene confermato il trend di un mercato rivolto ai Millennials e ai piccoli investitori, una gran parte (erano la metà degli utenti di Robinhood alla quotazione) alle prime armi, molti incoraggiati dalla pandemia e dalle sue restrizioni, dalla crescita dei mercati azionari, dalla curiosità per cose nuove come le criptovalute.

I numeri degli asset in gestione sono ancora una percentuale molto piccola del mercato totale, ma i tassi di crescita e l’attenzione dei giovani sono stati sbalorditivi e in molti casi hanno causato duri attacchi dalle banche e dai soggetti finanziari istituzionali tradizionali.

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