Nasce CoVarScan, il nuovo test rapido Covid a prova di Omicron 5: ecco come funziona

Scoperto a Dallas un nuovo test rapido Covid in grado di individuare le varianti, compresa la Omicron 5. Ecco come funziona: i pro e i contro!

Scoperto a Dallas un nuovo test rapido in grado di individuare le varianti, compresa la Omicron 5. Il CoVarScan – nome dato al nuovo test rapido – è stato studiato dai ricercatori dell’UT Southwestern Medical Center di Dallas ed è in grado di individuare la positività al Covid e al tempo stesso di identificare la variante.

Secondo il professore di patologia, autore dell’articolo pubblicato sulla rivista Clinical Chemistry, Jeffrey SoRelle, “Utilizzando questo test, possiamo determinare molto rapidamente quali varianti sono presenti nella comunità e se una nuova variante sta emergendo”.

Sebbene i sintomi della variante Omicron 5 siano simili a quelli di un’influenza, è importante tenere la guardia alta. Per questo motivo, il CoVarScan potrà essere molto utile per monitorare la diffusione delle varianti ed agire tempestivamente nel caso in cui dovesse emergere una variante particolarmente preoccupante.

Difatti, la variante Omicron 5 si sta diffondendo ad una velocità impressionante, mai vista prima d’ora in altri virus, e il livello di contagiosità sale ogni giorno di più.  

Il test potrà essere particolarmente utile sui singoli pazienti quando abbiamo a che fare con varianti che rispondono in modo diverso ai trattamenti” – aggiunge SoRelle.

LEGGI ANCHE: Aumentano i positivi e i ricoveri di Omicron 4 e 5, Pregliasco: “Calo efficacia vaccini”

Come funziona il nuovo test rapido CoVarScan

Nel corso di questi due anni di pandemia abbiamo imparato a conoscere i test per il Covid-19, tanto da diventare dei veri esperti anche nell’esecuzione del test. In commercio ne esistono di diversi tipi, ma in genere tutti servono a fornire una sola informazione: la positività al Covid-19.

Successivamente, sarà il laboratorio, con il sequenziamento del genoma, ad individuare la variante, ma si tratta di un’operazione molto lunga e, soprattutto, molto costosa.

Per questo, la scoperta del test rapido CoVarScan è rivoluzionaria, perché è in grado di rilevare le piccole mutazioni del genoma – in cui varia la sequenza dei blocchi di RNA – misurando la lunghezza di alcune regioni genetiche che tendono a crescere o a contrarsi con l’evoluzione del virus.

In pillole, quindi, il CoVarScan si concentra su otto regioni del genoma del virus Sars CoV 2 per poi individuare tutte le mutazioni dell’RNA in questi otto siti di interesse. 

Secondo il ricercatore il test è accurato “quanto altri metodi utilizzati per diagnosticare il Covid-19 e può differenziare con successo tra tutte le varianti attuali del virus”. Inoltre, dice SoRelle, il test “Ha anche implicazioni per i singoli pazienti quando abbiamo a che fare con varianti che rispondono in modo diverso ai trattamenti”.

Efficacia del test CoVarScan

L’efficacia del test è stata provata su oltre 4.000 campioni di tamponi nasali positivi al Covid-19, raccolti tra aprile 2021 e febbraio 2022. I risultati ottenuti sono stati più che positivi: il CoVarScan avrebbe una sensibilità del 96% e una specificità del 99%.

Inoltre, il test durante la sperimentazione sarebbe riuscito ad individuare le varianti Delta, la Mu, la Labda, e la Omicron, compresa la sotto variante BA.2. Secondo il ricercatore, il test “CoVarScan non ha avuto bisogno di alcun adeguamento in più di un anno, sta ancora funzionando molto bene”.

Questo cosa significa? Significa che è in grado di individuare tutte le mutazioni del Sars CoV 2 attualmente presenti in circolazione. Ma il CoVarScan potrà essere facilmente aggiornato in futuro? Alla domanda, risponde SoRelle:

“In futuro, se avessimo bisogno di regolarlo, potremmo facilmente aggiungere fino a 20 o 30 hotspot aggiuntivi al test” – precisa SoRelle.

Altre varianti in circolazione: identificata la sotto variante di Omicron 5. Quali i pro e i contro del CoVarScan?

La Omicron 5 viaggia ad una velocità impressionante e proprio in questi giorni è stata individuata la sua sotto variante: la BA 2.75, ancora più contagiosa delle altre. Insomma, il Sars CoV 2 ha raggiunto ormai qualsiasi record, essendo il virus più contagioso al mondo.

Essere a conoscenza delle varianti in circolazione, quindi, è molto importante, come spiega anche Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiana:

Conoscere in tempi rapidi la diffusione delle varianti è utile se i numeri sono importanti, come adesso; meno se i numeri dovessero scendere. Inoltre, non conosciamo quale sarà il costo del dispositivo; quindi, al momento non possiamo valutare se i costi-benefici saranno reali

Il contributo del nuovo test CoVarScan è importante anche nell’individuazione della terapia da sottoporre al paziente:

“Oggi per contrastare Covid-19 si utilizzano gli stessi antivirali a prescindere dalle varianti. Fanno eccezione i monoclonali, che abbiamo visto funzionare in modo diverso a seconda del ceppo. Tuttavia, se in futuro saranno disponibili terapie ad hoc a seconda delle varianti il test potrà essere molto utile” – spiega Clerici.

Ma il test, secondo Clerici, oltre agli aspetti positivi, avrebbe anche un limite, ossia l’alta sensibilità:

Nel 95% dai casi testati la carica virale intercettata era alta, con valore infettante, ma in una percentuale non trascurabile il test ha identificato come positivi anche tamponi con una carica virale molto bassa, considerata non infettante. Risulterebbero positivi anche individui che non possono contagiare.

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