Perché il babà si chiama così? L’incredibile storia di un dolce… franco-polacco

Il babà, dolce simbolo di Napoli, ha in realtà un'origine del tutto diversa da quella che si potrebbe pensare: ecco perché si chiama così e dov'è nato

Il babà, gustoso simbolo della città partenopea, è un piccolo piacere a cui i golosi fanno davvero fatica a rinunciare. Con la sua morbidezza e il contrasto irresistibile fra l’amarezza del rum e la dolcezza dello zuccchero, è indubbiamente fra i dolci più amati della pasticceria italiana.

Tuttavia, ripercorrendo a ritroso la storia di questo pasticcino sui generis, si scoprono due dettagli sorprendenti: il primo, è che a differenza di quanto pensino in molti, il babà non è nato a Napoli, e nemmeno in Italia; il secondo è l’origine del nome del babà, e perché si chiami proprio così.

Vediamo allora nel dettaglio quale personaggio ha ispirato il nome del più famoso dolce napoletano, e chi sono i suoi reali inventori (in più di un’accezione).

Perché il babà si chiama così? La storia di un dolce “reale”

Per rispondere alla domanda sul perché il babà si chiama così è necessario fare un passo indietro, e ripercorrere tutti i passaggi della creazione di questo dolce unico nel suo genere.

Il babà si chiama così, in effetti, per volontà del suo inventore, il re polacco Stanislao Leszczinski.

Leszczinski, tuttavia, non inventò il babà in Polonia, ma in Francia, più precisamente nella cittadina di Luneville, in Lorena, dove viveva in esilio. Leggenda vuole che un giorno il re, gustando una fetta di kugelhopf (un dolce polacco fra il pandoro e il panettone) avesse voluto bagnarlo in un bicchere di madeira per ammorbidirlo.

Il risultato piacque tanto al re da spingerlo a collaborare con alcuni esperti di pasticceria, per ottenere un nuovo dolce, che inizialmente fu chiamato kugelhopf ubriaco.

Si aggiunsero così tre lievitazioni, uva passa, canditi e zafferano, con un risultato molto distante dall’attualtà babà (ma che forse sarebbe interessante provare a riproporre).

Il dolce fu presto fra i più amati dalla famiglia reale polacca, tanto che, quando Maria Leszczyńska sposò il re di Francia Luigi XV, decise di portare con se alla corte reale anche il pasticcere di suo padre, Nicolas Stohrer.

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Dalla Francia a Napoli, il viaggio fiabesco del Babà

Una volta arrivato alla corte di Francia, Stohrer decise di applicare alcune modifiche alla ricetta del kugelhopf ubriaco.

Così, al posto del madeira utilizzò il rum giamaicano, in quel periodo richiestissimo in Francia, eliminando lo zafferano e togliendo i canditi.

Venne inoltre modificata la forma, che divenne quella del fungo che conosciamo tutt’ora. Il successo del dolce fu tale che Sthorer aprì una sua pasticceria nella celebre rue Montorgueil di Parigi, al numero 52, dove ancora oggi si possono gustare i babà originali (e in cui non manca mai una coda notevole).

Tuttavia, è alla morte di Luigi XV che il babà sbarca finalmente a Napoli. Il nuovo re Luigi XVI sposa infatti l’austriaca Maria Antonietta, sorella di Maria Carolina d’Austria.

Maria Carolina sposa Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, ed è proprio la regina ad esportare a Napoli il babà, legando il suo nome alla città per sempre.

Per quanto riguarda il nome, il re Stanislao all’origine della storia decise, prima che il dolce sbarcasse alla corte di Francia, di cambiargli nome in onore della raccolta di racconti le Mille e una notte, e in particolare facendo riferimento al personaggi di Alì Babà.

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Margherita Cerri
Margherita Cerri
Redattrice, classe 1998. Appassionata di letteratura e di scrittura, mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano con una tesi sul rapporto fra Italo Calvino e il gruppo Oulipo. Dopo alcune esperienze come aiuto bibliotecaria e insegnante, ho svolto un periodo di studio a Parigi, e infine mi sono unita a Trend Online tramite uno stage curriculare. Scrivo principalmente di cinema, spettacolo, attualità e viaggi. Motto: Qualunque cosa sogni d'intraprendere
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