L’occupazione in Italia continua a dimostrare segnali di crescita positiva, con dati recenti che indicano un aumento significativo nell’occupazione a settembre. I dati più recenti forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), rivelano una tendenza di crescita nell’occupazione sia su base mensile che annuale.
La crescita mensile e l’andamento generale
A settembre, l’occupazione in Italia è cresciuta di 42.000 unità rispetto al mese precedente, un segnale positivo per l’economia italiana. Questo aumento ha portato il totale degli occupati a 23.656.000. Ma cosa rende ancora più incoraggiante questa crescita è il confronto con l’anno precedente, che mostra un impressionante aumento di 512.000 occupati rispetto a settembre 2022. Questi dati positivi sono stati rilevati dalle statistiche flash dell’Istat e indicano una tendenza di crescita stabile nel mercato del lavoro italiano.
Riduzione degli inattivi e aumento dei disoccupati
L’incremento dell’occupazione su base mensile è accompagnato da una riduzione degli inattivi e da un aumento dei disoccupati che cercano attivamente lavoro, con un aumento di 35.000 unità. Questo è un chiaro segnale che più persone stanno cercando di entrare nel mondo del lavoro o di rientrarvi.
Nel complesso del terzo trimestre, l’occupazione è aumentata di 80.000 unità, corrispondente al 0,3%, mentre il numero di disoccupati è diminuito di 36.000 unità, ovvero il 1,9%. Anche il numero di inattivi è diminuito, con una riduzione di 63.000 unità, pari al 0,5%.
Andamento annuale: crescita dell’occupazione
Il trend di crescita dell’occupazione è confermato anche su base annuale. A settembre 2023, il numero degli occupati si attesta a 23.656.000, registrando un aumento di 443.000 dipendenti permanenti e 115.000 autonomi rispetto a settembre 2022. Tuttavia, è importante notare che il numero dei dipendenti a termine è diminuito di 47.000 unità. Questo dimostra che l’occupazione permanente sta crescendo in modo significativo, mentre le posizioni a termine stanno diminuendo, probabilmente a causa della maggiore preferenza delle aziende per contratti di lavoro più stabili.
Calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni
L’Istat ha rilevato un calo importante nel numero di inattivi tra le età comprese tra 15 e 64 anni, con una diminuzione dello 0,7%, pari a 92.000 unità. Questo calo coinvolge sia uomini che donne e tutte le classi d’età. Il tasso di inattività è sceso al 33,2%, registrando un calo di 0,2 punti percentuali.
Questo calo è ancora più significativo su base annuale, con una diminuzione del 3,6%, pari a 459.000 unità. Questi dati suggeriscono un maggiore coinvolgimento della popolazione in età lavorativa nel mercato del lavoro, il che è un segnale positivo per l’economia.
Variazioni tra sessi e classi d’età
L’aumento dell’occupazione su base mensile è la sintesi di variazioni significative tra diversi gruppi. L’occupazione è cresciuta tra gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi, i giovani under 35 e le persone con almeno 50 anni. D’altra parte, si è registrata una diminuzione tra le donne, i dipendenti a termine e le persone tra i 35 e i 49 anni. Tuttavia, il tasso di occupazione complessivo è salito al 61,7%, rappresentando un aumento di 0,1 punti percentuali.
Il 2023 a confronto
Confrontando il terzo trimestre del 2023 con il secondo, si registra un aumento del livello di occupazione dello 0,3%, con un incremento di 80.000 occupati. Su base annua, il numero di occupati a settembre 2023 supera quello di settembre 2022 del 2,2%, corrispondente a un aumento di 512.000 unità.
Questa crescita coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni, che registrano una diminuzione dovuta a dinamiche demografiche negative. Tuttavia, il tasso di occupazione in questa fascia d’età è aumentato di 0,6 punti percentuali, poiché la diminuzione del numero di occupati è stata meno marcata rispetto alla diminuzione della popolazione complessiva in questa fascia d’età.
I dati dell’Istat evidenziano una tendenza di crescita positiva nell’occupazione in Italia, sia su base mensile che annuale. Questo è un segnale incoraggiante per l’economia del paese, che sta vivendo una maggiore partecipazione della forza lavoro. Tuttavia, ci sono alcune sfide emergenti, come la diminuzione delle posizioni a termine e la necessità di coinvolgere gli under 25 nel mercato del lavoro e gli autonomi.