Si avvicina l'appuntamento ciclico con il top di Piazza Affari

Il Panic-Euphoria model di Citi è entrato in un territorio che tipicamente contraddistingue euforia.

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Il Panic-Euphoria model di Citi è entrato in un territorio che tipicamente contraddistingue euforia. Nel frattempo, secondo il sondaggio di Barron’s soltanto un money manager su 5 si professa apertamente ribassista su Wall Street.

I mercati azionari globali avvertono il peso della straordinaria performance conseguita ad aprile, producendo risultati meno brillanti delle settimane precedenti. Soltanto 12 indici fra i primi 25 al mondo per capitalizzazione ottengono un saldo positivo la passata ottava; capitanati da Stati Uniti, Messico e Australia. L’Italia si colloca nel plotone di coda, incapace anche soltanto di avvicinare la resistenza di medio periodo. Per la maggior parte dei mercati osservati, quello delle ultime sette settimane appare tuttora un rally correttivo: poderoso, ma proporzionale al precedente crollo.

Iniziano ad emergere alcune perplessità, come è naturale che sia. Negli Stati Uniti le imprese denunciano la riluttanza dei lavoratori a rientrare nei ranghi: in non pochi casi il sussidio di disoccupazione corrisposto dal governo federale, risulta superiore alla paga precedente il lockdown. Il tasso di disoccupazione ufficiale, reso noto venerdì, appare agli occhi di molti sottostimato, e destinato a salire ulteriormente il prossimo mese. Ci si chiede se sia ancora valida la correlazione inversa che storicamente lega questo dato all’andamento del mercato azionario americano.

Gli investitori sembrano non curarsi molto di queste contraddizioni sempre più stridenti. Il Panic-Euphoria model di Citi è entrato in un territorio che tipicamente contraddistingue diffusa euforia. D’altro canto, pochi giorni fa il sondaggio semestrale (Big Money Poll) condotto da Barron’s fra oltre cento gestori, evidenziava un 39% di rialzisti circa le prospettive di quest’anno, e un 41% di neutrali. Al di là dell’elevata incertezza manifestata, colpisce come soltanto un money manager su 5 si professi apertamente ribassista circa la possibilità di rovesciare la performance negativa tuttora vantata da Wall Street.

Piazza Affari, come detto, ha speso invano l’intera ottava nel tentativo di ribaltare la brutta seduta di lunedì scorso; condizionata pesantemente dai setup di inversione (Landry TRIN Reversal e SMTP) del venerdì precedente. La stagionalità, bisogna dire, non è dalla parte degli investitori: pur tenendo conto dello stacco dei dividendi, il bimestre maggio-giugno è risultato positivo in soli 3 degli ultimi 11 anni.

Francamente eravamo scettici circa le probabilità di salire fino a tutta la prima decade di maggio, ma eccoci qui, con il mercato che tiene, mentre si approssima l’appuntamento con la tempistica del massimo suggerita dal nostro modello basato sul mercato delle opzioni. È sempre bene agire con un pizzico di buon senso, ma non possiamo fare a meno di rilevare come il timing del minimo di marzo e del precedente massimo di febbraio, fosse noto con ben sette settimane di anticipo.

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