Per le Borse sono momenti straordinari

Negli ultimi vent’anni il mese di giugno risulta il peggiore dell'anno, tanto per frequenza positiva quanto per performance media.

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Negli ultimi vent’anni il mese di giugno risulta il peggiore dell'anno, tanto per frequenza positiva quanto per performance media. Ma in occasione degli anni elettorali il mese appena incominciato si esalta, con ben 17 casi favorevoli su 20 all’attivo dal Dopoguerra ad oggi.

La retorica bellica rispolverata dall’amministrazione degli Stati Uniti nei confronti della Cina ha sfiorato i listini azionari soltanto sul finale di ottava. La sensazione è che la maturazione del rally comporti solo una vistosa rotazione settoriale, nell’ambito di un mercato riuscito a riportare all’uptrend tra l’80 e il 90% delle società quotate: una partecipazione corale che qualifica ora in positivo il recupero dai minimi di marzo, e fa ben sperare in prospettiva.

Dal punto di vista tecnico si assiste ad un intenso scontro fra un sentiment ora effervescente, e un momentum che attira ulteriore denaro, finalmente persuaso da una qualificata ampiezza di mercato. Le contraddizioni si estendono alla stagionalità: negli ultimi vent’anni il mese di giugno risulta il peggiore dell'anno, tanto per frequenza positiva quanto per performance media. Ma in occasione degli anni elettorali il mese appena incominciato si esalta, con ben 17 casi favorevoli su 20 all’attivo dal Dopoguerra ad oggi. Sebbene non si possano escludere temporanei ripiegamenti, il posizionamento da parte dello S&P500 sopra la propria media mobile a 200 giorni fa spostare l’ago della bilancia stagionale a favore dei Tori per le settimane a venire.

L’eccezionalità della situazione emerge osservando le performance specularmente opposte fatte registrare dopo i primi cinque mesi dell’anno dal citato S&P500 e dal Nasdaq Composite: con il primo in calo di oltre il 5%, e il secondo in guadagno superiore al 5%. Un fenomeno mai registrato negli ultimi cinquant’anni, e che soltanto in un’altra occasione è stato registrato in una forma più blanda: con lo S&P in calo a fine maggio, e il Nasdaq in rialzo dopo cinque mesi; prescindendo dall’entità della performance.

Piazza Affari riparte oggi con gli indici a ridosso dei rispettivi short stop settimanali. C’é legittimo sgomento per la revisione al ribasso delle stime di PIL per il primo trimestre: un drammatico -19.6% annualizzato che minaccia peraltro di essere più che replicato nel corrente quarto. Non si può fare a meno di rilevare l’estrema distanza tra una performance economica a dir poco drammatica, e le lusinghiere proiezioni del modello previsionale proposto subito dopo le sedute del 19-20 maggio scorso.

Viviamo tempi straordinari.

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