Chi è fuori dal mercato spera in un ribasso?

Non siamo per nulla ribassisti: siamo solo fuori del mercato e aspettiamo che lo stesso ci dica, a voce alta ciò che ha intenzione di fare. Di E.Macallè

S’era scritto ieri:“Guardando quanto avveniva in mattinata sul mercato azionario, e quindi anche sul nostro, ci siamo detti: “E’ proprio vero: il mercato ha perso il suo equilibrio.”Come spesso accade anche a noi, quando perdiamo il nostro, s’è però provato a ritrovarlo da subito, dando un forte colpo dalla parte opposta: se si stava cadendo a sinistra, per intenderci, s’è fatto un repentino ed inusuale sforzo verso destra. Uno di quegli sforzi che gli ultracinquantenni, come il sottoscritto, pagano non poco nei giorni successivi. Tranquilli, però, il nostro mercato porta i suoi anni più e meglio del sottoscritto, tuttavia non è certo oggi, e così, che potrà dire d’aver ritrovato il proprio equilibrio. La sua attuale posizione, infatti, è un po’ come quella di certi funamboli che stanno in equilibrio su una gamba sola, ma il secondo piede si dovrà pur metterlo per terra. Il vantaggio, enorme, è che il mercato non sta camminando, come i funamboli, su una corda appesa al… vuoto. Comunque vadano le cose, insomma, potrete star tranquilli che non vi sarà alcun crollo rovinoso al suolo: nessuna “Inversione con la I maiuscola”, infatti, è all’orizzonte. Al massimo si scivolerà per terra, ma non ci si farà poi così male.”Perdonateci, se insistiamo su quest’ultimo aspetto, ma vorremmo evitare ogni possibile equivoco con chi ci legge: • non siamo per nulla ribassisti: siamo, molto più semplicemente, fuori del mercato e aspettiamo (pigramente, ovvio…) che lo stesso ci dica, a voce alta (con l’età, infatti, siamo diventati un po’ sordi), quel che “lui” ha intenzione di fare.Molti sono portati a pensare che “chi è fuori del mercato spera in un ribasso”, ma v’assicuriamo che non è così, almeno per quel che ci riguarda: per noi, l’importante è che si costruiscano le condizioni per un’operatività che non sia di solo trading. Queste condizioni, a nostro parere (ma potremmo sbagliarci, ci mancherebbe…) non ci sono e allora, ci siamo detti: “Che ci stiamo a fare, noi cassettisti pigri, su un mercato così?…”. Detto e fatto: siamo usciti. Tutto qui. E, soprattutto, senza alcun’invidia per chi guadagna ancora, ci mancherebbe. Il problema, infatti, per un “cassettista pigro e melancholico”, è piuttosto quello di non cadere in letargo per mancanza d’emozioni. Questa volta, però, il pericolo non parrebbe tanto prossimo: la situazione tecnica, infatti, è molto intrigante e noi siamo sinceramente curiosi di guardar lo scorrere della pellicola. D’altronde, il finale, così come nei film gialli, è sempre nel fotogramma successivo… e la “melancholia” è dote, non difetto, dei grandi investigatori: