Dal 2009 il nostro mercato è più conchiglia rispetto al passato

Un mercato che chiude il mese sui massimi ha buone probabilità di segnarne di nuovi nel mese successivo. Di E.Macallé

Prima di proseguire nella nostra analisi dei mercati azionari, sulla base di quanto avvenuto nell’ultima seduta d’agosto, è doverosa una precisazione che possa evitar a tutti di trarre conclusioni sostanzialmente “errate”.L’affermazione “Sui mercati finanziari, una chiusura di mese sui massimi porterà a nuovi massimi nel mese subito successivo”, come più volte da noi precisato, non ha alcuna “necessità”, ma “in passato s’è rivelata vera il più delle volte”. Detto, quindi, più semplicemente: un mercato che chiude il mese sui massimi ha buone probabilità di segnarne d’ulteriori nel mese successivo o, quanto meno, ha maggiori probabilità di farlo rispetto ad un mercato che, in quello stesso mese, non chiude sui massimi. Tutto ciò, però, non impedisce affatto ad un mercato di chiudere il mese lontano dai massimi ed andar poi a segnarne di nuovi nel mese successivo o, al contrario, di chiudere sui massimi del mese e poi… crollare nel successivo. Il nostro, infatti, è un argomentare in punta di probabilità (diciamo così…) e non di necessità. Non abbiamo mai scritto, insomma, che “il mercato giapponese non segnerà nuovi massimi in settembre” o, ancor peggio, che “il mercato italiano segnerà nuovi massimi in settembre”: abbiamo più semplicemente affermato che “tali ipotesi hanno, dalla loro, buone probabilità per farsi concrete sulla base di quant’avvenuto alla fine d’agosto”. Tutto qui. Anche solo per evitar spiacevoli equivoci con chicchessia…Sulla seconda delle due ipotesi, tra l’altro, proprio noi s’era ben consci della spada di Damocle che vi pendeva sopra a causa della possibile chiusura (ancor ignota in quel momento) dei mercati americani. Non per nulla, proprio ieri, s’era trattato prima di questi ultimi e solo poi del nostro. In particolare, s’era precisato: