L’aspettativa di una correzione è talmente diffusa e corale che i casi possibili sono due: o essa non si concretizzerà mai, o sarà più blanda di quanto sia disposta ad accettare la maggioranza degli osservatori. Una correzione “di tempo”, piuttosto che “di prezzo”, come si suggeriva ieri. La possibilità di una sorpresa verso l’alto è sempre non trascurabile, in un bull market come quello attuale, seppure ciclico e non strutturale. All’inizio di maggio non pochi erano coloro i quali, pur in presenza di oggettivi segnali di inversione di tendenza di medio-lungo periodo (“mai registrati negli ultimi due anni”, era il tema dominante di questa colonna), suggerivano di ignorare il rialzo e di remarvi contro, forti del vecchio adagio “Sell in May and go away”. Ciononostante, il Dow Jones ha messo a segno un rialzo da allora alla fine di agosto del 16.2%, che rappresenta praticamente un record dal Dopoguerra ad oggi. Nel rapporto di lunedì abbiamo esaminato cosa succede tipicamente quando Wall Street ha ignorato una pur caratteristica stagionalità negativa fra maggio ed agosto, e ciò ci ha consentito di stimare un obiettivo che può risultare sorprendente per i più.Il messaggio in conclusione è che il mercato appare destinato a tirare il fiato, dopo la galoppata degli ultimi sei mesi e in particolare delle ultime sette settimane; e sappiamo probabilmente quando terminerà questa correzione. Ma commetterebbe una leggerezza chi crede che il bull market ciclico sia terminato.Nota. Il presente commento è un estratto sintetico del Rapporto Giornaliero, pubblicato tutti i giorni alle 8.20 da AGE Italia; pertanto eventuali riferimenti a studi tecnici vanno intesi riferiti ai grafici ivi riportati. Informazioni su contenuti e modalità di sottoscrizione sono disponibili sul sito di AGE Italia.