Dal nostro pezzo di ieri:“Se il mese d’ottobre dovesse chiudere a cavallo dei 23mila punti, il nostro piede potrebbe finire inavvertitamente sulla coda di un serpente di “medie” dimensioni. A tal proposito, però, non è tanto quel che accadrà in corso di settimana ad esser decisivo, quanto quel che avremo alla chiusura della stessa. Se in settimana, infatti, si dovessero toccare minimi ancor più bassi di quelli odierni (22924p), il significato “ribassista” dell’evento si rivelerebbe invero modesto se solo, in chiusura di mese (che, nel caso, sarebbe anche chiusura di settimana), ci si riportasse oltre i 23150 punti. Di più: un eventuale movimento di mercato caratterizzato da un’ulteriore discesa dei corsi e, a seguire, da un repentino recupero degli stessi entro venerdì sera, finirebbe con l’assumere ai nostri occhi una valenza decisamente… rialzista! Una valenza, tuttavia, sulla cui reale portata, almeno oggi, non ce la sentiamo proprio d’esprimere un giudizio preciso: prima, infatti, preferiremmo valutar di giustezza i minimi che s’andranno a toccare. Quelli odierni, infatti, dovrebbero esser varcati al ribasso già domani, sulla base di quella regola (“vera, però, solo il più delle volte”) per cui un mercato che chiude la seduta sui minimi è destinato a segnarne d’ulteriori nella seduta subito dopo. Ovviamente, il “segnar nuovi minimi” non significa “chiudere su nuovi minimi” il giorno dopo. Non lo significa ma neanche lo esclude, per cui… rischiamo di doverci avvalere della regola di cui sopra anche domani.”La seduta odierna ci regala due certezze. La prima, a dir il vero, più che un regalo è la conferma di quel che, in fondo, tutti noi si dava per assolutamente scontato già ieri: