Chi argomentava mesi addietro che il mercato salisse in assenza di dati economici convincenti; adesso si arrampica sugli specchi sostenendo che le quotazioni abbiano già incorporato le migliori notizie che sopraggiungono. La solita storia della volpe e dell'uva.
Wall Street celebra dunque un nuovo massimo storico: il 25esimo, per lo S&P500, quest’anno. Il primo della serie, conseguito lo scorso 7 gennaio, vedeva l’indice battere ancora 3800 punti: tanti, troppi, per molti, ma non per tutti. Convincente ieri ancora una volta l’ampiezza di mercato, con più dei tre quarti delle società quotate che hanno chiuso in rialzo.
Il catalizzatore, ad uso e consumo dei media "specializzati", è ancora una volta il contesto economico radioso. Il PIL americano nel primo trimestre è cresciuto del 6.4 percento annualizzato, sostenuto dai consumi: decollati a ritmi che non si vedevano dagli anni Sessanta. I sussidi di disoccupazione sono scesi ai minimi della stagione pandemica.
E che dire del fronte micro? dei 460 rapporti pubblicati finora, ben l’85% contempla EPS superiori alle aspettative, con il 75% delle aziende che dichiara ricavi maggiori delle attese. Secondo Goldman Sachs, nel 2022 il monte utili delle compagnie dello S&P500 raggiungerà i 200 dollari per azione, che di riflesso comporterà un Price/Earnings a 21 volte: elevato, ma non orbitale.
Gongola il presidente Biden, titolare di quello che risulta il secondo rally più intenso dei primi 100 giorni di amministrazione; su un podio ove figurano presidenti come Roosevelt e Kennedy. Mica pizza e fichi. Si discute se ed in che misura il mercato abbia prezzato le ottime notizie economiche, e la discussione ci sta tutta; non però da parte di chi argomentava fino a pochi mesi fa che il rialzo era insostenibilmente poggiato su dati economici (micro e macro) disastrosi. La solita storia della volpe e dell’uva.
Nell'Outlook di inizio anno abbiamo messo nero su bianco il target di mercato, in termini di prezzo e di tempo; ma constatiamo la persistenza di una sana dose di scetticismo che, se non favorirà l’ulteriore sensibile miglioramento delle quotazioni; di sicuro ne conterrà la frenata quando sarà il momento di ripiegare.
A proposito di target, lo Stoxx600 evidentemente è ancora alle prese con la fascia di resistenza compresa fra 440 e 450 punti. Qui fra l’altro le due gambe del rialzo partito a marzo 2020 si equivalgono in estensione, fra le altre cose. Sarà interessante verificare se il prossimo mese l’argine riuscirà a contenere l’effetto degli acquisti da parte degli investitori. Sul Rapporto Giornaliero di oggi si può contemplare la proiezione successiva in caso di sfondamento.