Resta tutto da vedere. E Wall Street si concede una pausa...

Mese di settembre in territorio negativo, dopo un'estate brillante. C'è attesa per le reazioni dei sondaggi di opinion e dei bookmaker dopo il faccia a faccia presidenziale di ieri fra Trump e Biden. Piazza Affari resta in mezzo al guado.

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Mese di settembre in territorio negativo, dopo un'estate brillante. C'è attesa per le reazioni dei sondaggi di opinion e dei bookmaker dopo il faccia a faccia presidenziale di ieri fra Trump e Biden. Piazza Affari resta in mezzo al guado.

Dopo la capitolazione di venerdì e il rimbalzo della seduta successiva, Piazza Affari si concede una pausa che non ridimensiona quanto di buono visto nelle precedenti 48 ore. La condizione tecnica del mercato azionario italiano rimane precaria, sul piano formale; e tenuto conto del vistoso accumulo di posizioni lunghe in opzioni put sull’indice, come rilevato nel rapporto di ieri.

Resta però la sensazione di un mercato riluttante ad accelerare verso il basso, dopo le apparenti rotture consumatesi di recente. Una condizione di stallo, di posizionamento in mezzo al guado; che verso l’alto sarebbe risolta soltanto con l’eventuale ritorno sopra i 19500 punti di indice FTSE MIB: ciò costituirebbe la conferma iniziale di una trappola per Orsi, che troverebbe successiva consacrazione al superamento dei massimi di agosto. Vedremo.

Wall Street nel frattempo si ferma, in attesa del primo dibattito pubblico fra i due candidati alla Casa Bianca. Al di là dei giudizi, l’aspettativa dei più è che ciò contribuisca finalmente a ridurre il gap da tempo venutosi a creare fra i sondaggi di opinione, ampiamente favorevoli allo sfidante, e le indicazioni dei siti di scommesse e dei bookmaker: che registrano un margine molto più risicato. Si ridimensionerà il primo dato, o si adeguerà il secondo? Vedremo.

Sullo sfondo restano le problematiche di mercato. Gli energetici rimangono il vaso di coccio, i finanziari continuano a deludere. Il confronto fra bancari europei e bancari americani è tornato a puntare verso il basso, trascinando con sé il rapporto fra Eurostoxx50 e S&P500: tanto in valuta locale, quanto in divisa comune. Sotto questa prospettiva è evidente come il venir meno della sottoperformance cronica del Vecchio Continente, irrimediabilmente passi per una condizione tecnica relativamente più promettente degli istituti di credito dell’Eurozona.

In termini assoluti lo S&P500 dovrebbe chiudere sopra i 3380 punti per confermare la natura interlocutoria del marcato consolidamento di questo mese. Un mese che spezza la sequenza brillante registrata da marzo in poi. Un settembre negativo, dopo un saldo positivo nei precedenti mesi di luglio ed agosto, prima di quest’anno è stato registrato nel 2003 e nel 1994, e poi ancora nel 1991 e nel 1989: Wall Street avrebbe ancora brillato, nei mesi (ed anni) successivi.

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