L'anno borsistico finisce così come incomincia

Gli investitori celebrano i nuovi massimi storici dei mercati azionari, e le copiose plusvalenze assicurate da una sovraesposizione, negli ultimi quasi dodici mesi, che ha fruttato i guadagni attesi.

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Gli investitori celebrano i nuovi massimi storici dei mercati azionari, e le copiose plusvalenze assicurate da una sovraesposizione, negli ultimi quasi dodici mesi, che ha fruttato i guadagni attesi. Convince la stagione degli utili, mentre si profila ora un consolidamento.

Gli investitori festeggiano il raggiungimento di un nuovo massimo storico: il 57esimo, a Wall Street, per l’indice S&P500. Il 2021 si sta prevedibilmente chiudendo così come si era aperto: con il continuo aggiustamento verso l’alto delle quotazioni, e con il conseguente premio per chi ha sovrappesato l’Equity nei portafogli di investimento. L'overweight raccomandato ad inizio novembre 2020 è stato ben remunerato.

Il rialzo messo a segno dalle borse in 7 dei primi 9 mesi di quest’anno, si basava sull’assunzione che gli utili aziendali avrebbero continuato a sorprendere in positivo. Così è stato, con il paradosso di un mercato azionario che, nel complesso, si è permesso persino il lusso di salire meno della dinamica di crescita degli EPS. Con la earnings season che entra nel vivo, infatti, la proiezione corrente vede gli utili operativi espandersi del 32% rispetto allo stesso quarto di un anno fa: 50 dollari tondi, rispetto ai 37.90 dollari del Q3 2020, che porterebbe il monte utili trailing a quasi 188 dollari, e a 200 dollari per l’intero 2021. Vale a dire, ad un multiplo di 23 volte sulla base della quotazione di ieri sera dello S&P500. Un Price/Earnings certamente non da affarone; ma non sfugge come alla fine dello scorso anno, il P/E si attestasse a 31 volte.

Un altro dato di cui ieri gli analisti hanno discusso molto, riguardo il nuovo massimo assoluto al contempo raggiunto dalla Advance-Decline Line, calcolata esclusivamente sulle società dello S&P500. Una conferma, in termini di ampiezza di mercato, che conforta in prospettiva: perché riduce significativamente i rischi di mercato. Non esclude i ripiegamenti dell’indice sottostante, ma ne circoscrive la portata di eventuali correzioni: il rischio di una correzione del 10% è tre volte maggiore, in assenza di una A-D Line sui massimi. Bene così.

Ciò non toglie che si scorgano a breve due ostacoli. Ne parliamo dettagliatamente nel Rapporto Giornaliero di oggi, al quale rimandiamo per vagliare profondità e durata di questo possibile consolidamento.

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Alessio Zavarise

15 mar 2024