Il bull market azionario è stato un fenomeno elitario

Il rialzo dei canoni di locazione assicurerà un contributo decisivo alla crescita dei prezzi al consumo nel 2022.

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Il rialzo dei canoni di locazione assicurerà un contributo decisivo alla crescita dei prezzi al consumo nel 2022. A farne le spese soprattutto il mercato obbligazionario: adorato dagli investitori di tutto il mondo, che negli anni passati hanno venduto azioni per comprare bond.

Gli investitori si fanno cogliere di sorpresa dal rilascio del dato sull’inflazione negli Stati Uniti nel mese di gennaio, con borse e mercato obbligazionario in simultaneo quanto consistente declino: un comportamento che anticipa ulteriori sacrifici di prezzo nelle prossime sedute, e che ancora una volta pone sotto i riflettori l’assenza di valide alternative per chi volesse sfuggire alla logica dell’allocazione 60/40; efficacissima nell’ultimo quarto di secolo, ma superata dal ritorno di un’inflazione che manda al macero la tradizionale correlazione inversa fra Equity e Bond.

Non fosse che si discute delle condizioni di vita di tutti i giorni, susciterebbe quasi tenerezza la sorpresa che ha accompagnato il rilascio del CPI negli Stati Uniti. Un anno fa di questi tempi ammonivamo circa il ritardo con cui il rincaro delle quotazioni immobiliari si sarebbe riflesso sull’inflazione tramite i canoni di locazione. In effetti l’esame analitico rivela – e conferma – come le componenti legate alla emergenza pandemica, pur impattanti, stiano perdendo peso; al contrario il CPI OER, che pesa per più del 40% nel paniere dell’indice generale, vede il suo contributo dilatarsi ulteriormente. Se Biden e Powell hanno ragione nell’anticipare un minore impatto dei prezzi delle auto usate, trascurano d’altro canto l’incidenza prospettica ulteriore del mercato immobiliare.

A risentire della prospettiva di un restringimento affidato all’irrazionalità che il momento genera, è soprattutto il mercato obbligazionario. S&P500 e MSCI Euro cedono rispettivamente il 5.5 ed il 2.5% da inizio anno: ci sta, dopo un 2021 spettacolare in termini di performance. Ma i tassi di interesse salgono e devastano i portafogli zeppi di titoli di Stato e Corporate a duration lunga, generando una minusvalenza mai sperimentata negli ultimi 45 anni. Non sorprende che, nell’ultimo mese, in borsa i difensivi abbiano battuto i ciclici per più del 7 percento. Idem dicasi per il Value rispetto al Growth.

Chi investe in borsa in effetti assiste a questa marcata quanto prevedibile e prevista volatilità, con un certo distacco. Nonostante il ribaltamento di ieri sera, il Fear&Greed resta ben distante da livelli che denotano pessimismo dilagante. Altre misure dissentono: si registra una netta prevalenza di ordini di acquisto di opzioni call, rispetto alle put, mentre il sondaggio di AAII conferma un diffuso pessimismo, confermato peraltro dai continui realizzi registrati dai fondi comuni azionari. Soltanto negli Stati Uniti, negli ultimi sette anni ben 2.2 trilioni di dollari sono stati disinvestiti dagli Equity Mutual Funds. Il bull market è stato un fenomeno elitario.

Nel frattempo si approssima la scadenza del Delta System che dovrebbe cogliere il minimo di questa fase di consolidamento.

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