Media finanziari preziosi alleati degli investitori più scal

Per la quinta volta dal 2008, il rendimento del mercato azionario americano si colloca sopra lo yield dei titoli di Stato.

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Per la quinta volta dal 2008, il rendimento del mercato azionario americano si colloca sopra lo yield dei titoli di Stato. Si ribalta dunque il segnale "negativo" tanto strombazzato dai media alla fine di febbraio. Speranze che sopraggiunga il ravvedimento? poche.

Non che si discuta di chissà quale segnale d’acquisto; ‘che disponiamo in casa di un arsenale di strumenti molto più efficaci e tempestivi nel segnalare le ripartenze del mercato. Ma vista la “distrazione” generalizzata dei media specializzati, qualcuno lo dovrà pur far rilevare.

In questi giorni abbiamo assistito ad un clamoroso controsorpasso: il calo dei rendimenti dei titoli di Stato americani, ha fatto conseguire al dividend yield una ritrovata leadership. In parole povere, la borsa americana rende più del Treasury USA. Nulla di sensazionale, ma quando a fine febbraio il rendimento dei titoli governativi americani a dieci anni si è spinto oltre il dividend yield dello S&P500, i media specializzati più blasonati (fra gli altri, CNBC, Reuters, Financial Times), hanno gareggiato nel segnalare la concorrenza irresistibile che ciò avrebbe comportato per l’Equity. Il quale puntualmente ha surclassato il reddito fisso nei mesi successivi.

Oggi che si registra il contrario, tutto tace: chi ha caldeggiato la vendita di azioni, oggi non suggerisce di ricomprare Equity sbarazzandosi dei titoli di Stato. Semplice omissione in buona fede, o bias selettivo? Ah, saperlo.

Oltretutto, come evidenzia il Rapporto Giornaliero di oggi, dal 2008 questo è il quinto segnale bullish, in termini di superamento del bond yield da parte del dividend yield; ed in tutti i casi il mercato azionario americano è salito a dodici mesi di distanza: del 17%, in media. Viceversa, chi malauguratamente fosse andato short in concomitanza con il segnale opposto (rendimento del T-Note che si spinge oltre il dividend yield dello S&P500), avrebbe subito una perdita media del 22% ad un anno di distanza (il segnale più recente essendo stato neutralizzato come detto dopo poco più di quattro mesi).

Nel tentativo sistematico di fornire loro un dispiacere, i media finanziari si sono rivelati in questi dodici anni l’alleato più prezioso degli investitori più scaltri e meno permeabili ai condizionamenti esterni.

Come era facilmente prevedibile, il mercato azionario ha cambiato ritmo rispetto alla crescita impetuosa del primo semestre, alternando correzioni violente ma di corto respiro, a risalite che sistematicamente avvicinano le quotazioni ai massimi assoluti. Lo S&P500 questo mese ha conseguito un nuovo picco assoluto: circostanza sperimentata in ciascuno dei primi sette mesi di quest’anno. Una performance strabiliante, conseguita soltanto altre quattro volte dal Dopoguerra in poi, come esaminato nell’aggiornamento di metà anno del 2021 Yearly Outlook.

Wall Street si è migliorata in otto degli ultimi nove mesi, ed in ciascuno degli ultimi sei mesi. Al di là del seguito sperimentato dal 2009 nelle circostanze analoghe precedenti; colpisce come tale setup storicamente non sia mai stato registrato nei nove mesi che hanno preceduto i picchi di mercato più rilevanti (1987, 2000 e 2007, per capirci). Questo depone a favore del conseguimento degli obiettivi prefissati nell’Outlook di metà anno.

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Alessio Zavarise

15 mar 2024