La schizofrenia favorisce il bull market azionario?

Da quando la Fed ha avviato il QE, Wall Street ha guadagnato il 686%.

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Da quando la Fed ha avviato il QE, Wall Street ha guadagnato il 686%. I bond hanno sfigurato, eppure sono stati raggiunti da copiosi flussi di investimento; che ora rischiano di essere dirottati verso l'Equity. La stagionalità concorda, la volatilità un po' meno.

E con quello di venerdì, salgono a 59 i nuovi massimi storici conseguiti dallo S&P500 quest’anno: 2 ogni sette sedute, in media. A questo ritmo, il 2021 si chiuderebbe con 70 nuovi picchi assoluti: sarebbe il secondo anno migliore, dal Dopoguerra, dopo l’irraggiungibile 1995; di cui pure l’anno corrente sta condividendo vistosamente l’evoluzione, come già apprezzato nei mesi passati sul nostro Rapporto Giornaliero.

L’inflazione è l’ennesimo mattoncino nel muro di paura sul quale il Toro si è agilmente arrampicato. Uno spauracchio che lubrifica la top line dei bilanci aziendali, contribuendo agli ottimi risultati del terzo trimestre: ancora una volta, superiore alle aspettative degli analisti. Il beat rate per la verità si è affievolito rispetto ad inizio stagione, con il 75.6% delle società riportanti che hanno prodotto EPS superiori alle previsioni. Conforta la reazione del mercato: sospettato di beneficiare delle serie difficoltà in cui si imbatte la principale alternativa di investimento.

Nell’Eurozona l’indice core dei prezzi al consumo si spinge oltre la soglia del 2.0% per la prima volta dal 2002. Ma è negli Stati Uniti che le fibrillazioni dell’inflazione scuotono le granitiche certezze dei banchieri centrali: stando a Goldman Sachs il primo aumento del Fed Funds rate sarà conclamato a luglio 2022. Un anno prima delle precedenti previsioni. E questa settimana la banca centrale americana annuncerà l’avvio del tapering.

Da quando la Federal Reserve ha inaugurato nel 2009 il Quantitative Easing, in termini total return il mercato azionario ha regalato un guadagno del 686 percento, mentre i bond si sono apprezzati del 64%. Ciononostante, i fondi azionari hanno beneficiato di una striminzita raccolta netta pari ad appena 360 miliardi di dollari. I fondi comuni obbligazionari, di contro, sono stati sommersi da 3.34 trilioni di dollari. Un comportamento schizofrenico che denuncia una grave dissonanza cognitiva.

Questo potrebbe spingere molti investitori al disimpegno da un fronte, ed all’impiego di risorse su versanti più promettenti. Con una performance del -5.7%, il 2021 è stato il secondo peggiore anno della storia per il JPM Global Aggregate Bond Index in dollari. Un annus horribilis esacerbato adesso dagli aggiustamenti tecnici di portafoglio: il Value at Risk imponendo ai gestori di tagliare gli investimenti che raggiungono determinate soglie di perdita, dirottando la liquidità verso altri fronti, come spiega egregiamente un articolo apparso su Reuters.

Il risultato è l’ennesimo mese brillante per l’Equity, ed un Sell in May dal saldo straordinariamente positivo, e dagli effetti prospettici ben noti ai nostri lettori. Certo, nell’immediato occorre affrontare il rischio prodotto da una fastidiosa correlazione positiva acquisita dal VIX nei confronti dello S&P: entrambi essendo saliti nelle ultime due settimane. C’è da temere? la risposta nel rapporto di oggi.

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