Hera: nessun timore per il dividendo

I circa 23 milioni di euro da pagare allo Stato come risarcimento per gli aiuti pubblici del periodo 1996-98 non metteranno a rischio i dividendi di Hera. Lo ha dichiarato ieri Tomaso Tommasi di Vignano presidente della più importante multiutility dell'Emilia Romagna. I dati del primo semestre dell'anno sono stati soddisfacenti e hanno battuto le attese del mercato, ma su un eventuale incremento della cedola del 2009 il management preferisce non esprimersi.Meglio attendere il saldo di fine anno per valutare l'andamento delle varie attività del gruppo e decidere di conseguenza sulla distribuzione degli utili agli azionisti. Nel frattempo il panorama nazionale appare già lievemente mutato e la fusione fra Iride ed Enia, un'aggregazione dalla quale già un anno fa Hera era stata esclusa per divergenze strategiche con le altre due società, oggi appare ancora a rischio a causa dei risarcimenti chiesti alla stessa Iride dallo Stato. L'accenno alla questione da parte di Tommasi di Vignano sicuramente in questa prospettiva acquista un peso particolare.Nel frattempo però Hera non rimane con le mani in mano e continua a riorganizzarsi per recuperare efficienza e per incrementare le sinergie fra le proprie diverse attività. L'obiettivo di un margine operativo lordo da 720 milioni di euro nel 2013 impone una marcia a tappe forzate e la riorganizzazione del business richiede investimenti e lungimiranza.Di recente il conferimento di varie reti di distribuzione del gas e di reti di teleriscaldamento da parte di vari comuni ha incrementato il capitale sociale del gruppo di 144 milioni di euro. Qualche polemica a livello locale sui criteri di valutazione non è mancata, ma l'operazione è stata comunque conclusa. Alcune fusioni sono d'altra parte indispensabili nel piano di ristrutturazione del gruppo che prevede dal prossimo gennaio l'integrazione delle 7 società operative territoriali del gruppo in Hera Spa e l'aggregazione delle strutture commerciali corrispettive ad Hera Comm per favorire a un tempo un corretto presidio territoriale e lo sfruttamento di possibili sinergie interne.