Anche ieri hanno prevalso gli acquisti a Wall Street che, dopo una partenza negativa, sulla scia dei dati macroeconomici in chiaroscuro e delle pur positive trimestrali di colossi finanziari come Citigroup e Goldman Sachs che non hanno tuttavia convinto il mercato, ha trovato la forza di reagire, terminando le contrattazioni in territorio positivo.Nell'ultima settimana le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione sono scese a 514.000 unità, in misura superiore alle previsioni degli analisti che si attendevano un calo meno corposo, a 525.000 unità. Sul fronte dell'inflazione, l'indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile, in linea con le attese (oltre il consensus invece il dato 'core' che ha evidenziato un analogo incremento), e una flesssione tendenziale dell'1,3%, leggermente superiore alle attese. Il settore manifatturiero ha evidenziato un andamento contrastante, con l'indice New York Empire State balzato a ottobre a 34,57 punti dai 18,88 del mese precedente, ben oltre le previsioni, ferme a 18 punti, e l'indice Philadelphia Fed sceso a 11,5 punti dai 14,1 di settembre, in misura superiore al consensus, fissato a 12 punti. Con un colpo di coda nel finale gli indici sono comunque riusciti a riprendere quota, terminando la seduta in prossimità dei massimi: il Dow Jones ha guadagnato lo 0,47%, l'S&P 500 lo 0,42% mentre il Nasdaq Composite ha chiuso in progresso di un frazionale 0,05%.In progresso i titoli farmaceutici, con Pfizer e Merck che hanno guadagnato rispettivamente l'1,67% e l'1,22%, ma hanno fatto bene anche quelli petroliferi, sostenuti dal nuovo balzo in avanti messo a segno dal prezzo del greggio che si è portato a ridosso dei 78 dollari per barile. Chevron ha chiuso in rialzo dell'1,63% mentre Exxon Mobil ha guadagnato l'1,53%.