L’impostazione del titolo TFI, a causa del calo che è iniziato il maggio scorso, è fortemente negativa. In questi pochi mesi l’azienda ha lasciato sul terreno più del 50% di capitalizzazione. Oggi i prezzi quotano in area 2,70 euro ma che in confronto ai massimi storici segnati nel 2008 (quasi 12,00 euro), sembrano nulla.
L’analisi delle medie mobili semplici ci conferma l’impostazione negativa poiché, oltre a fatto che la media mobile veloce a10 periodi ha intersecato dall’alto verso il basso la media lenta a 100 periodi il 26 maggio scorso, i prezzi permangono con costanza al disotto della lenta. Inoltre, non sembrano esserci segnali di riavvicinamento tra le due medie.
Al momento i prezzi sono nei pressi della resistenza dinamica data dalla linea di tendenza superiore del canale ribassista e, purtroppo, la spinta che ha ricevuto il titolo in seguito all’hammer rialzista del 12 dicembre scorso, non sembra avere la forza necessaria per continuare il rialzo.
Il MACD è in posizione rialzista ma ritengo sia un falso segnale; lo stocastico lento invece, è quasi arrivato in zona di ipercomprato per cui è lecito attendersi una correzione negativa dei prezzi.
Poiché i prezzi si trovano nella fine di un macro ciclo ribassista incominciato nel 2008, è da ritenere probabile che il titolo continui la sua discesa fino a raggiungere il supporto statico di lungo periodo posto in area 2,00 euro. Solo in seguito al raggiungimento di questo livello si potranno ricostruire le basi per una solida duratura inversione di tendenza.