Al Big Investor piace l’Europa

Il 2016 passerà alla storia finanziaria per alcune singolari reazioni, per una serie di eventi “inattesi” che hanno creato molto nervosismo.

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Il 2016 passerà alla storia finanziaria per alcune singolari reazioni, per una serie di eventi “inattesi” che hanno creato molto nervosismo. Tra tutti, in particolare, spiccano il referendum inglese sulla Brexit e l’elezione di Donald Trump.

Tornando con la mente a inizio 2016, l’anno è iniziato con lo shock della crisi cinese (sin dal primo giorno di riapertura delle contrattazioni) che in poco più di un mese ha provocato il crollo dei listini azionari mondiali, facendo segnare il peggior inizio di calendario della storia.

Una crisi che poi, da fine febbraio, è sembrata finire sotto il tappeto. Per ben otto mesi, infatti, abbiamo assistito a uno dei periodi più noiosi degli ultimi anni, con listini azionari che hanno oscillato all’interno di un ristretto canale. Osservando l’andamento dell’indice azionario Eurostoxx, si può notare come da aprile a novembre i prezzi siano rimasti ingabbiati in un range laterale dell’8,5% (che si è ancora più ristretto dall’inizio estate arrivando al 7,5%).

Una compressione che improvvisamente è esplosa, accompagnando uno dei rialzi più forti degli ultimi anni e permettendo agli indici europei di recuperare con un colpo di reni lo scivolone di inizio anno o comunque di limitare i danni. Ad esempio, il nostro indice Ftse Mib ha ridotto di oltre il 60% le perdite maturate da primavera a poche settimane fa.

GRAFICO ANNUALE FUTURE EUROSTOXX