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Stavolta a parlare (o a sproloquiare) sarebbe il quotidiano liberalconservatore Frankfurter Allgemeine secondo cui la Bce, capeggiata da Draghi, starebbe ritardando la pubblicazione del report sullo stato patrimoniale dei singoli stati dell’eurozona per evitare di bloccare i “privilegi” alle nazioni economicamente svantaggiate.
In realtà la situazione è particolarmente complessa. Prima di tutto bisogna considerare il fatto oggettivo in sè: la Bce ha una classifica dei patrimoni netti medi procapite, secondo cui risulterebbe che Italia e Cipro hanno una ricchezza superiore rispettivamente, a Germania e Spagna, dunque Paesi che potrebbero anche non avere, in teoria, bisogno di nessun aiuto economico. In teoria. Se poi nella pratica le società si devono indebitare con le banche per pagare le tasse (che servono per l'austerity voluta da Berlino) e le famiglie devono intaccare il patrimonio (perchè il lavoro non c'è proprio per i tagli all'economia voluti , ancora, da Berlino), questa è un'altra storia che evidentemente non vogliono considerare...
La questione più spinosa, però, nasce nel momento in cui la classifica verrà resa pubblica e per la precisione, solo dopo che il salvataggio di Cipro sarà deciso.
Gli Euroschuldensuender, ovvero i peccatori del debito europeo, coloro che hanno osato oltrepassare i sacri limiti del divino deficit di bilancio, potrebbero essere la pietra d’inciampo sulla quale la cancelliera Merkel, tirata in ballo anche lei in periodo di elezioni, potrebbe cadere. Infatti la tanto criticata (per alcuni) europa a due velocità non sembra avere più i confini tanto netti del Nord ricco e del Sud povero e di conseguenza tutte le pretese che quest’ultimo vanterebbe, in virtù di compiti di solidarietà economica (per quanto l’espressione possa sembrare un ossimoro), salterebbero immediatamente, lasciando ai singoli cittadini (nemmeno più alle istituzioni di riferimento), l’obbligo di sanare il debito.