Europa senza volumi

In queste settimane c’è da chiedersi se l’Orso yankee si è estinto. Bisogna risalire al febbraio 2016 per registrare una flessione superiore al 10% da parte di Wall Street.

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In queste settimane c’è da chiedersi se l’Orso yankee si è estinto. Bisogna risalire al febbraio 2016 per registrare una flessione superiore al 10% da parte di Wall Street. Nel corso dell’ultimo anno abbiamo assistito ad una dimostrazione di forza del Toro che in questi giorni spegne l’ottava candelina. Era, infatti, il 6 marzo 2009 quando l’S&P500 toccò il livello più basso degli ultimi 20 anni iniziando il quarto rialzo più longevo degli ultimi 70 anni: il migliore in assoluto per valore di quotazione.

Sorprende l’euforia che dall’elezione di Trump traina un rialzo imponente. Per avere un metro di riferimento basta contare che il Dow Jones ha impiegato “solo” 24 giorni per tagliare il traguardo dei 20 e 21 mila punti.

Tra gli indici europei solo il tedesco Dax riesce a trarne i maggiori benefici, riportandosi in questi giorni ai livelli dell’aprile 2015, mese che vide segnare i massimi storici assoluti. Nel resto d’Europa, tranne l’indice spagnolo Ibex che rivede i livelli di fine 2015, per gli altri due indici principali del Cac40 francese e del nostro Ftse Mib si fa fatica a tenere il passo rimanendo leggermente sotto i massimi di periodo degli ultimi tre mesi.

GRAFICO VOLUMETRICO EUROSTOXX

Analizzando i volumi dei Big Investors scambiati sul Future dell’Eurostoxx si nota come il recente allungo dei prezzi che si riportano ai valori di fine 2015, non viene degnamente sostenuto dagli acquisti. Attualmente risulta una divergenza tra prezzi (al rialzo) e volumi (al ribasso) tra i precedenti massimi di fine gennaio e quelli aggiornati in questi ultimi giorni.