Janet Yellen ospita a Jackson Hole il Symposium dei banchieri centrali di tutto il mondo per parlare di politica monetaria. L'attesa per ogni parola, per ogni virgola, è tale che i mercati hanno smesso di pulsare da qualche giorno nell'attesa di studiare ed analizzare ogni minimo passaggio dei discorsi che, in particolare, terranno il Governatore della Fed e della BCE terranno.
In gioco ci sono il futuro della tendenza del rapporto di cambio più trattato nel mondo, sia dal punto di vista finanziario che commerciale. Ma il vero nocciolo della questione è il nuovo capitolo della “guerra valutaria” che si sta giocando tra le aree economiche più influenti. Gli strumenti utilizzati non sono bombe intelligenti, minacce nucleari, no, sono armi di manipolazione economica.
Servono per stimolare - in modo più o meno convenzionale - la crescita economica e il mondo è in guerra, o meglio in competizione, per tenere sopra la linea di galleggiamento il PIL di ogni singolo competitor. Le valute fungono allo scopo attraverso il rapporto di competitività che riescono a determinare sulla base delle loro tendenze. Un tempo si chiamavano svalutazioni competitive.
Gli Usa ritengono di essere danneggiati da un rapporto di cambio sfavorevole. L'Europa (UEM) ha bisogno di un cambio debole per non mettere a nudo gli squilibri che si sono formati nell'Eurozona. I primi avvertono i pericoli di un rallentamento della crescita e quindi cercano di far leva sul cambio per compensare i minori possibili consumi interni con l'export. I secondi crescono prevalentemente solo grazie all'export.
In particolare, laddove nelle aree in cui i consumi faticano a crescere a causa di una deriva deflattiva dei salari e quindi della capacità di spesa, l'export costituisce la via di fuga per promuovere la crescita. Inoltre la ricerca di un target ottimale d'inflazione non consente alle monete di rivalutare il loro potere di acquisto. Questo vincolo risulta più significativo per le divise diverse dal dollaro in quanto quest'ultimo gode dello status di moneta di quotazione per le commodity.