La globalizzazione dell'informazione e della finanza ha portato in auge negli ultimi anni il tema della correlazione tra i mercati e tra le varie classi di strumenti finanziari (titoli, ETF, fondi, obbligazioni, valute, materie prime, derivati ecc.).La domanda che spesso sento fare, anche nel mondo dell'informazione generalista, pone proprio questo dubbio: ma con la forte correlazione tra i mercati mondiali è così necessario ed utile diversificare il proprio portafoglio ?Se dovessimo andare a sentimento potremmo rispondere di no. I frequenti effetti "domino" tra le borse ed il contagio che una bolla speculativa produce sugli altri settori è tale che sembra proprio inutile diversificare oltre all'ormai consolidato frazionamento in azionario, obbligazionario e liquidità.Ma noi non vogliamo andare a sentimento e desideriamo far parlare i numeri, ovvero i grafici che essi producono.Scopriamo così una realtà ben diversa: negli ultimi 15 anni ci sono state ad esempio diverse fasi di forte assenza di correlazione (zone in giallo) come si può evidenziare dal grafico lineare delle variazioni percentuali assolute rispetto al punto di partenza in cui tutti gli strumenti vengono posti a zero.Grafico in cui ho scartato appositamente gli indici azionari di diverse aree geografiche in quanto, escluse rare eccezioni, negli ultimi anni si è effettivamente saldata una fortissima correlazione tra le borse mondiali con conseguenti movimenti all'unisono.Per questo ho incluso nel grafico solo l'indice azionario americano S&P 500 (linea blu) in quanto lo ritengo tuttosommato rappresentativo del comparto azionario.Viceversa potete trovare il T-Bond come indicatore del comparto obbligazionario, l'Euro contro Dollaro ed alcune materie prime, sicuramente "in voga" come Petrolio, Oro e Rame.