I mercati scontano la fine della crisi: opportunità e rischi

La tenuta del sistema bancario continua ad alimentare una ripresa delle borse che ancora non è giustificata dall'economia, ma che non si può fare a meno di sfruttare. Di M.Intropido

Cari Lettori, innanzitutto ben ritrovati dopo la pausa estiva. Una volta tanto il mese di agosto potrebbe aver portato più soldi di quanti se ne sono spesi per le meritate vacanze. È stato un agosto caldo sia sulle spiagge, sia in borsa. Ci si è divertiti in entrambi i luoghi, per giunta rispettando la stessa regola, ovvero: non pensare al passato. Non pensando al lavoro durante le nuotate e non pensando alla crisi durante il rialzo estivo. Sicuramente è stata più facile la prima cosa rispetto alla seconda, perché è davvero facile non pensare alle beghe lavorative mentre ci si svaga tra le onde, ma non altrettanto sorvolare sul timore dell’arrivo di un pesante storno, preannunciato con insistenza da vari analisti negli ultimi due mesi. A giudicare da quello che si legge e si ascolta dalla maggioranza della pubblicistica finanziaria, ci si doveva attendere un “salutare” ritracciamento che poi non vi è stato. Vi sono alcuni che con le loro parole dimostrano di credere nel tentativo di ripresa, ma trasmettono ansia ed incertezza a quei risparmiatori che vogliono entrare sul mercato o già detengono titoli in portafoglio, che salgono nonostante l'economia continui ad andar male. E’ in effetti un problema non da poco, poiché nessuno prende davvero sul serio le dichiarazioni dei politici e degli economisti che sostengono l’imminenza della fine della recessione, semmai si può dire che la ripresa (cioè l'ammorbidimento della crisi) non è tanto lontana, ma questo è già abbondantemente scontato nei prezzi della stragrande maggioranza dei titoli azionari. Da cosa deriva dunque questo rally estivo delle borse che a tutti piace, ma che a molti fa un po' paura? Dalle stesse ragioni che hanno consentito ai mercati di rimbalzare dai minimi di Marzo in poi e cioè la consapevolezza che, tenuto insieme con lo sputo il sistema bancario, i soldi e più probabile che si facciano al rialzo che non al ribasso. Prova ne è la violenza con cui le borse hanno rimbalzato verso l'alto dopo il tentativo di ribasso di fine Giugno-inizio Luglio. I mercati azionari sono come quei cani smaniosi che con il loro guinzaglio tirano il padrone nella direzione in cui vogliono andare, con grande fatica ad ogni passo, ma con grandissima determinazione. Allo stesso modo una parte degli operatori, i più aggressivi naturalmente, già dal 2008 si sono resi conto che i prezzi di molti titoli diventavano ogni giorno sempre più attraenti, ma capivano anche che per un rally di borsa occorreva che la fine della crisi fosse , se non è visibile, perlomeno ipotizzabile. Ebbene, questo è ciò che sta accadendo giorno dopo giorno da Marzo in poi. Si tratta di un rally borsistico che si nutre sostanzialmente solo di se stesso, perché, come ho scritto prima delle vacanze, il fatto che le trimestrali aziendali abbiano battuto le aspettative è dovuto quasi esclusivamente alla povertà delle aspettative stesse, ma gli utili sono generalmente calati ancora una volta. E’ un rally che ha portato ampiamente in positivo il bilancio del 2009 borsistico, dunque un rialzo che, paura o no, l'investitore attivo devi tentare di sfruttare. In questi casi la strategia che paga di più è sempre quella di acquistare i titoli che dimostrano di salire al di sopra dei massimi precedenti. Questa è la regola più elementare d’inizio e continuazione di un trend rialzista che ci è stata tramandata da Charles Dow giusto un secolo fa. Chi vuole aspettare le conferme rischia di perdere tanti treni. Fortunatamente, un mercato che si nutre di se stesso offre agli investitori incerti delle ottime occasioni sui titoli ritardatari, come abbiamo visto molto bene nella settimana che si è appena conclusa. A quel punto, però, bisogna crederci. E se le cose vanno male? La cura è sempre la stessa: lo stop loss, cioè la chiusura delle posizioni prima che la perdita diventi troppo pesante da tollerare. E qual è il livello dell'indice FTSEMIB che dovrebbe metterci in allerta? Direi un'eventuale nuova discesa al di sotto dei 20.700 punti, ma per un quadro più completo ed esaustivo vi rimando, come sempre, alla newsletter gratuita RF News di Ricerca Finanza che pubblicheremo lunedì ed a cui potete iscrivervi tramite il sito www.rfnews.info