Le parole più adatte per descrivere l’economia russa in questo momento sono incertezza e rallentamento. Ci sono 3 trend attualmente in atto – problemi strutturali, fattori ciclici e implicazioni geopolitiche – ed è difficile stimare la portata di ognuno di questi in quanto tendono ad alimentarsi l’uno con l’altro.
Il rallentamento strutturale nel 2011-2013
Vi è incertezza nel senso che il rallentamento strutturale sottostante esistente è stato messo in ombra dal quello ciclico iniziato nel 2011. Il FMI e la maggior parte degli analisti hanno sostenuto che il rallentamento degli ultimi anni sia stato ‘principalmente strutturale’ dato che il divario produttivo (la differenza tra la crescita reale e quella potenziale) è stato quasi colmato.
Il rallentamento della crescita dal 4,3% nel 2011 all’1,3% nel 2013 ha avuto quindi fondamentalmente natura strutturale. Molto probabilmente sono entrate in gioco anche delle componenti cicliche, con le economie globali ed emergenti anch’esse in rallentamento ma, mentre la crescita russa è precipitata del 70% in questi due anni, il rallentamento dei mercati emergenti e di quelli globali è stato solo del 25%.
Il rallentamento geopolitico e strutturale nel 2014-2015
Ci aspettiamo che l’economia russa cresca dello 0% nel 2014 e del 2% nel 2015 con una continuazione del rallentamento e che le economie globali ed emergenti accelerino. Si prevede che l’economia russa rallenterà ulteriormente anche se il trend globale è positivo. È difficile constatare con precisione quanta della debolezza russa sia dovuta a problematiche strutturali e quanta alle incertezze geopolitiche e alle sanzioni ma il FMI sostiene che al momento la crescita potenziale della Russia si attesti al 2% (al 3,5% nel medio termine), da cui si può dedurre che la situazione geopolitica tagli la crescita di quest’anno di quasi 2 punti percentuali. Esiste ovviamente un grande grado d’incertezza sia nelle previsioni che nelle analisi ed è forse più indicativo guardare ai canali di trasmissione.