I dati della trimestrale di Saipem (comunicati martedì 25 luglio) hanno confermato la più recente tradizione, rivelandosi peggiori delle attese. Ma il titolo a Piazza Affari, già negli scorsi giorni, aveva iniziato a scendere portandosi vicino ai minimi assoluti e sotto il prezzo dell’ultimo aumento di capitale ((0,362 euro) nonostante alcuni report di case d’affari con target price generosi.
Un aumento di capitale da 3,5 miliardi di euro nel gennaio 2016, chiuso con un 12,2% di inoptato, aveva costretto le banche del consorzio di collocamento a intervenire ovvero Goldman Sachs, Jp Morgan, Banca Imi, Citigroup, Deutsche Bank, Mediobanca, Unicredit, Hsbc, Bnp Paribas, Abn Amro e Dnb Markets.
Sulla semestrale 2017 di Saipem ancora una volta ha predominato il colore rosso con risultati inferiori alle aspettative già basse nonostante un comunicato stampa diffuso dalla società.
Il titolo che dai massimi del 2012 ha perso oltre il 93%, continua a deludere e il management di trimestre in trimestre mostra una fiducia che non trova riscontro nei conti, in un settore reso sempre più difficile dal basso livello di investimenti nel settore petrolifero.
Il fatturato Saipem nel primo semestre ha perso il 13% rispetto a 12 mesi fa con ricavi pari a 4.590 milioni con una perdita di 110 milioni di euro a fronte di un utile pari a 53 milioni nei primi sei mesi del 2016. L'utile adjusted (ovvero al netto degli oneri di ristrutturazione) del periodo è stato invece di 92 milioni, contro i 140 milioni del primo semestre 2016.
L'indebitamento finanziario netto al 30 giugno scorso era pari a 1,504 miliardi, con un incremento di 54 milioni rispetto agli 1,45 miliardi segnati al 31 dicembre 2016.