In Spagna il Toro corre più veloce

Le scelte di asset allocation globale di questo inizio anno hanno premiato i mercati azionari del Vecchio Continente.

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Le scelte di asset allocation globale di questo inizio anno hanno premiato i mercati azionari del Vecchio Continente. La crescita del PIL in Europa non è certo vertiginosa ma è stabile; a contribuire alla decisione degli investitori ci hanno pensato anche le valutazioni proibitive raggiunte dalle aziende americane e la sconfitta dei “populisti” nelle elezioni olandesi e francesi.

La normalizzazione del quadro macroeconomico e in particolare il ritorno di una modesta inflazione nell’Eurozona ha indotto la BCE a rivedere il proprio atteggiamento di politica monetaria. L’istituto infatti ha dichiarato che, per il momento, non prevede di espandere ulteriormente il proprio bilancio oltre la fine dell’anno. Questa decisione ha penalizzato gli asset obbligazionari segnando un ulteriore goal a vantaggio dei mercati azionari.

I progressi registrati dal primo gennaio ad oggi superano i dieci punti percentuali con una tendenza delle small cap e dei settori ciclici a sovraperformare le large cap e i settori più difensivi.

Tra i paesi che hanno approfittato maggiormente di questo clima fortemente rialzista vi è la Spagna: sia per fattori economici (la crescita fatta registrare nel 2016 è quasi doppia rispetto alla media europea) che per fattori tecnici; si aggiunga che la composizione dell’indice spagnolo è sbilanciato a favore del settore finanziario, ha messo a segno un rialzo che sfiora il 20%.

Se l’Ibex 35 continuerà con questo slancio il traguardo dei 12.000 punti potrebbe essere molto vicino. D’altro canto questo livello storicamente (in particolar modo nel 2009 e nel 2015) ha rivestito un ruolo resistenziale particolarmente significativo. Per questo motivo in corrispondenza di questo obiettivo potremmo assistere a un rallentamento, favorito dalle allettanti prese di beneficio.