“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”: frase che tutti conosciamo e che fa riferimento al principio di conservazione dell’energia. Da appassionato di ingegneria, mi piace fare dei richiami alla fisica per interpretare la realtà con dei modelli ad essa aderenti e che meglio ne illustrano i meccanismi di azione. Il principio afferma che in un qualunque sistema la potenza è costante ed è data dal prodotto di parametri fissi e variabili.
Un circuito idraulico, per esempio, ha una potenza determinata dalla sezione e lunghezza delle tubature, dalla portata generata dalla pompa e dalla pressione presente. Una volta costruito e dimensionato il circuito, i tubi e la pompa a portata fissa diventano parametri fissi, mentre la regolazione del sistema può avvenire solo agendo sulla molla della valvola di pressione. Altro esempio è quello dell’auto. I cavalli sono l’espressione della potenza, telaio, cilindrata, numero di pistoni, cambio e coppia sono parametri fissi mentre la variabile più diretta è la velocità.
Il sistema economico-finanziario ha anch’esso una sua potenza costante: la portata di acqua generata dalla pompa è la massa monetaria (M1, M2, M3) e la pressione è il tasso di riferimento della banca centrale (e gli altri tassi ad esso legati). Il compito primario del governatore della banca centrale è appunto quello di regolare i tassi (agire sulla pressione) favorendo una politica monetaria espansiva (abbassando i tassi) per aumentare la liquidità o una politica restrittiva (aumentando i tassi) per drenare liquidità. Qualora la situazione risulti particolarmente compromessa e la “regolazione della pressione” non sia sufficiente, allora si interviene sulla pompa, variandone la portata e aumentandone la liquidità immessa (esempio Quantitative Easing).