Si conclude una settimana a Wall Street in cui la volatilità è andata alle stelle, il bilancio finale però, pur essendo negativo, è estremamente limitato.
Quest’ultima seduta è stata decisamente la più “normale”, tutti e tre i principali indici statunitensi sono stati praticamente sempre positivi (l’S&P500 ed il Nasdaq per la verità sono stati anche sotto la parità, ma sono immediatamente risaliti), ed anche la variazione finale rientra nella norma.
Sembra proprio ci sia voglia di “tornare alla normalità” che non significa necessariamente dover per forza salire, ma perlomeno ridurre drasticamente la volatilità.
Oggi, per la verità, i dati macro hanno lasciato molto a desiderare, in particolare l’indice di fiducia del Michigan è sceso a livelli impressionanti, addirittura a 54,9 punti, un livello che non si toccava da più di trent’anni.
Essendo un indice di fiducia speriamo che ci siano stati errori nella rilevazione dei dati che possano aver influito sul risultato, altrimenti ci sarebbe davvero da mettersi le mani nei capelli, pensare che mai neppure nel momento più nero della crisi si sia scesi così in basso fa raggelare il sangue, cosa si aspettano gli americani?
Vabbè gli indici non ne hanno risentito, forse hanno guardato con favore all’altro dato in uscita, quello delle vendite al dettaglio risultate in linea con le attese (+0,5%), anzi se depuriamo il dato dalle componenti più volatili (automobili) l’aumento è risultato superiore alle attese.
Occorre infine sottolineare che, finalmente, i volumi sono diminuiti, vedere volumi così consistenti nella settimana che precedeva ferragosto è stata una delle anomalie più “inquitanti”, altro che ferie gli operatori erano tutti particolarmente attivi.