Superbonus 110%: sì per il 2022! Ma per il 2023?

Ci sarà un superbonus 110% anche per il 2023? Anche perché non è così scontato già per il 2022.

Il superbonus 110% è stato prorogato per il 2022.

Come confermato dalla Manovra di bilancio 2022, il bonus più importante e generoso tra le varie agevolazioni fiscali per l’edilizia italiana è garantito per tutti per il 2022, che siano villette, condomini o ex IACP.

Anche il Geometra Danilo Torresi ha chiarito la faccenda della proroga per il 2022 nel suo video di approfondimento Youtube.

Però non è ancora chiaro cosa ci aspetterà nel 2023, visto che non è garantito, con l’attuale congiuntura economica e soprattutto istituzionale, se il Governo (che sia l’attuale Draghi o un nuovo governo post-elezioni del Presidente della Repubblica) manterrà nella Manovra di fine 2022 il supporto economico al Superbonus 110%.

Vediamo infatti quali sono le ultime novità sul piano delle scadenze e delle eventuali proroghe per i vari committenti.

Superbonus 110% per il 2022: ecco come funziona

Il Superbonus 110% è una misura di supporto e incentivo fiscale e creditizio per tutti coloro che vogliono partecipare al progetto di riqualificazione ed efficientamento energetico, uno dei cavalli di battaglia dei piani europei, tra cui il Next Generation EU, nonché il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) italiano.

Questo sconto o credito fiscale garantisce per una serie di lavori trainati e trainanti un rimborso pari al 100% delle spese, più un extra di 10 punti, probabilmente per fini di manutenzione e di spese future.

A livello storico è difficile avere memoria di un buono statale del genere, visto che la maggior parte dei supporti si aggira tra il 50%, massimo 90% del rimborso, quindi con un margine, anche minimo, di spesa personale.

Questa possibilità è diventata l’occasione d’oro per molti di rinnovare l’esterno della propria casa (il famoso “cappotto termico”, cioè la copertura isolante della dimora) e anche vari impianti di riscaldamento, come caldaie o pannelli fotovoltaici.

Ma anche l’occasione che ha fatto di alcuni uomini ladri, visto che solo a novembre si sono registrati ben 800 milioni di euro per lavori incompleti o falsificati, anche se su un totale di 12 miliardi. Un 6-7% di nero che è accettabile, anche perché questa è solo la prima tranche.

Superbonus 110%: ecco chi lo finanzia nel 2022!

Nel 2022 il Superbonus 110% sarà assicurato dallo Stato Italiano tramite i vari finanziamenti europei per la riqualificazione energetica.

Ricordiamo che a giugno-luglio 2020 l’allora governo Conte II aveva garantito con l’Unione Europea una serie di riforme e attività purché finanziabili con ben oltre 200 miliardi di euro.

Praticamente un Piano Marshall 2.0, visto che in due anni, a causa dei vari scostamenti di bilancio, l‘Italia è arrivata a quasi 160% di rapporti debito PIL.

Il finanziamento del bonus sarà garantito in terze parti anche da eventuali istituti di credito o finanziari, i quali, tramite la pratica di sconto in fattura o cessione del credito se direttamente su richiesta dei privati, potranno supportare il costo dei lavori, a patto ovviamente di ottenere il credito pattuito dall’Agenzia delle Entrate.

In pratica il finanziamento è disposto dallo Stato, ma a confermare il versamento sarà l’Agenzia delle Entrate, una volta confermato che:

  • non sono state superate le quote di spesa massime previste dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico);
  • sono state raggiunte le due classi energetiche, o la classe massima (A);
  • tutti i lavori sono stati documentati e confermati con le varie documentazioni.

Anche in questo caso la situazione è più complessa.

Superbonus 110%: ecco chi lo controlla nel 2022!

Il controllo fiscale è gestito dall’Agenzia delle Entrate, la quale deciderà di garantire il finanziamento soltanto una volta accertato che tutti i documenti e i vari sopralluoghi siano sicuri e veritieri.

Perché la parte più importante di questo bonus è la parte finale, quella dell’asseverazione tecnica e del visto di conformità.

Sono i due documenti che attestino la fine dei lavori, senza i quali avviene l’immediato blocco dell’erogazione del credito.

E anche di peggio, visto che l’Agenzia può provvedere, in caso di sospetto irregolarità, ad un accertamento fiscale, che comporterebbe alla sospensione fino a 30 giorni dell’efficacia delle comunicazioni su cessioni del credito o su sconti in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate, in caso in cui non venga presentato il visto di conformità o venga invece messo in dubbio la sua veridicità.

Questo allungherebbe parecchio i tempi burocratici per l’accesso al bonus, ma era inevitabile che il Governo si spingesse su questa strada, viste le ultime frodi ai danni dell’erario.

Superbonus 110%: strada lunga fino al 31 dicembre 2022!

Il Superbonus 110% può diventare una bella avventura, visto che, con l’irrigidimento del Governo Draghi a seguito delle varie frodi edilizie (forse inevitabili davanti ad un credito del genere), i tempi burocratici sono aumentati sensibilmente.

E un po’ come accade con l’inflazione, aumenta da una parte ma non dall’altra. Infatti non c’è compensazione tra tempi tecnici e scadenze amministrative, dal momento che, quasi sfiorando la bagarre parlamentare, è stato difficile garantire una scadenza migliore per i richiedenti al bonus per il 2022.

Alla fine le date convergono tutte tra metà 2022 e metà 2023, per la stragrande maggioranza dei casi.

In particolare, per i richiedenti al bonus come proprietari di “villette” (termine generico per intendere gli edifici aventi da uno a quattro unità immobiliari), la scadenza principale è il 30 giugno 2022.

Se non garantiscono entro il 30 giugno 2022 la presentazione di una SAL (Stato di Avanzamento Lavori) di almeno il 30%, non sarà possibile beneficiare del bonus.

O questo o un ISEE inferiore a 25.000 euro per tutti i proprietari di villette, scelta che non ha avuto il bene placet del Parlamento, visto che avrebbe innescato una riduzione immediata della platea.

Va detto che nemmeno la SAL è un’ottima prospettiva.

Superbonus 110%: confermato per il 2022 solo con la SAL!

Se sei un proprietario di una villetta, il Superbonus 110% ti sarà garantito per tutto l’anno a patto di avere uno Stato di Avanzamento Lavori già al 30% entro e non oltre il 30 giugno, così la proroga scatterà, e avrai tempo fino al 31 dicembre 2022 per tutti gli altri lavori.

Come abbiamo già visto in un articolo in merito alla SAL, la situazione non è così semplice, perché per raggiungere quella percentuale bisogna avere già provveduto anche a delle spese.

Quindi, da qui fino al 30 giugno, bisognerà attuare almeno il 30% di esse, così da confermare la proroga. Ovviamente, se hai già provveduto alla cessione del credito o allo sconto in fattura, dovresti avere già finanziato i lavori edilizi. 

Sennò quel 30% diventa spesa pura, e il finanziamento una trappola. Questo può essere il rischio determinato dal mettere come scadenza un obbligo documentale, anche se questo problema sembra più per chi è proprietario di una villetta.

Visto che per condomini ed ex IACP la situazione è totalmente differente. Per loro il futuro è scritto per il 2023.

Superbonus 110%: sì per il 2022! Ma per il 2023?

Per il 2023 il futuro del Superbonus 110% è garantito, ma solo per condomini ed ex IACP, visto che per loro è possibile ottemperare alle richieste documentali ed edilizie entro il 30 giugno 2023, o addirittura al 31 dicembre 2023 se garantiscono anche loro una SAL, ma al 30% in questo caso.

Sono condizioni più favorevoli ma non discriminatorie, perché il grosso dell’edilizia è di tipo comunitario, pubblico per certi versi. Più dell’80% della popolazione italiana vive in un edificio di sua proprietà, e quasi il 60% in condomini.

Inoltre le spese per le aree comuni, facciate o per il cappotto termico di un edificio decisamente più grande ed esteso di una villetta unifamiliare sono decisamente più estese. Anche se sempre nei limiti di 96.000 euro.

Pertanto è plausibile che il grosso del credito finirà a loro, anche se si avrebbe una massificazione dei benefici, visto che riguarderebbe una platea più ampia dei classici proprietari di villette.

A questo si aggiunge anche i costi che questa operazione, presa in carico dal Governo Draghi dopo la caduta del Governo Conte II a gennaio 2021, sta generando alle casse erariali. Si prevede infatti una spesa finale di oltre 30 miliardi di euro a fine 2036.

Un’eventuale proroga per questi ultimi potrebbe essere fattibile, ma solo con percentuali diverse. E non sto parlando della SAL.

Superbonus 110%: dopo il 2023 si abbassa! Ecco di quanto

Anche per cercare di ridurre il carico fiscale che creerebbe un bonus così mastodontico, il Governo Draghi ha stabilito nella Manovra di Bilancio una progressiva riduzione del benefit fiscale, passando dal 2024 ad un più contenuto 70%, e dal 2025 al 65%.

Sono cifre più abbordabili a livello governativo, anche se questo si tradurrebbe per il richiedente nel doversi far carico del 30-35% delle spese complessive.

E se vuole fare un lavoro da 96.000 euro, si tradurrebbe in una cifra che oscilla tra i 28.000 e i 33.000 euro. Diciamo che non farebbe più gola nemmeno per chi ha già commesso delle frodi.

Quindi a conti fatti dal 2023 la sicurezza della proroga è solo per condomini ed ex IACP. Solo con una Manovra l’attuale Governo (o quello che lo succederà in casi avversi) potrà decidere se garantire il credito fiscale anche dopo il 2023, anche a costo di cambiare i requisiti d’accesso.

L’abbiamo già visto con la storia dell’ISEE a 25.000 euro, poi finita con una SAL al 30%. E poi con il visto di conformità da novembre 2021 a causa del decreto anti-frode. C’è sempre tempo per cambiare le carte in tavola.

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