IMU sulla prima casa? Draghi è incerto! Novità sulla riforma

Il rischio dell'IMU sulla prima casa sembra ormai poco realistico con Draghi. Ecco le novità sulla riforma

IMU sulla prima casa? Forse diventerà realtà.

Questo è quanto emerge dagli ultimi sviluppi in merito alla riforma del catasto, con una maggioranza sempre più spaccata sul piano delle tassazioni.

Il Governo Draghi spinge per riformare il sistema, ma questo potrebbe significare, da una parte, all’aggiornamento della situazione catastale di milioni di immobili, e dall’altra ad un aumento della tassazione.

Lo stesso segretario della Lega, Matteo Salvini, si sta opponendo energicamente all’aggiungere ulteriori tassazioni sulla testa degli italiani, anche se si parla solo di aggiornare immobili che attualmente si trovano in una posizione di vantaggio a livello burocratico.

L’idea è infatti di riportare ad un riequilibrio nel calcolo della rendita catastale, e non tanto nell’aumentare le tasse a tutti in maniera indiscriminata. Anche se lo spettro della patrimoniale è sempre all’angolo.

Se non altro è ancora possibile avere accesso alle esenzioni, anche in caso di aggiornamento. Per saperne di più ti suggerisco il video di Procida Vivone & Partners, disponibile su Youtube e sul suo canale.

La situazione non è delle migliori, specie con le scadenze imminenti per il PNRR (acronimo per Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Se non si sblocca questo impasse potrebbe essere la fine delle erogazioni degli aiuti a noi promessi per la ripresa di questo paese, visto che dal 2020 sono previsti oltre 200 miliardi di euro di supporti.

In questo articolo faremo il punto della situazione, e vedremo cosa comporterebbe al pagamento dell’imposta sui primi immobili.

IMU sulla prima casa: ecco cosa propone la riforma del catasto

La questione dell’Imposta Municipale Unica è tutta in un semplice articolo, come già accennato da Gianni Carbone in un suo recente articolo, cioè l’art.6 della delega fiscale.

In questo articolo si richiede l’aggiornamento dei meccanismi di classificazione degli immobili. Ricordiamo che bisogna pagarla in merito al possesso di uno dei seguenti immobili:

  • terreni agricoli (coltivati o non),
  • capannoni o capanne, anche a uso domestico,
  • locali commerciali, sfitti o meno.
  • abitazioni successive alla prima,
  • abitazioni di lusso.

Inoltre si richiede l’adozione di strumenti per l’individuazione di immobili che risultino “non classificati” presso il Catasto o almeno non sia stato segnalato alle autorità competenti in maniera regolare. Si parla di “immobili fantasma“, e stando alle ultime analisi, si parla di ben 1,2 milioni di edifici, secondo quanto denunciato da repubblica.it.

Non sembra nulla di così apocalittico, se ci pensate. Prevede solo di rinfrescare gli archivi relativi alla classificazione immobiliare di questo paese, in modo da allinearli all’effettivo patrimonio esistente.

Anche se questo significa in effetti aumentare la tassazione. E, in casi avversi, comportare in alcuni frangenti al pagamento dell’imposta anche sulla prima dimora.

IMU sulla prima casa: ecco cosa cambia con la riforma

Partiamo dal presupposto che ufficialmente non è previsto più il pagamento dell’imposta dal 2014, come precisa Cafacli.it.

Con questa legge è previsto il pagamento dell’Imposta Municipale Unica sulla prima dimora nel caso in cui, come segnala anche money.it:

“qualora l’abitazione principale in cui il contribuente risiede e dimora con il proprio nucleo familiare sia considerata di lusso.”

L’unico pagamento rimasto è solo per tutti gli immobili successivi al primo. Solo in quel caso bisogna provvedere al versamento dell’imposta, anche se con le dovute sanzioni.

Pertanto il ritorno a quello che si chiamava “ICI“, cioè Imposta Comunale sugli Immobili, ed è praticamente la tassa sulla prima dimora, non sarebbe previsto con questa riforma voluta dal Governo.

Perché il pagamento spetterebbe solo per chi, da decenni, s’è trovato al Catasto un immobile segnato come semplice casa residenziale, e che invece nella realtà è di lusso.

Con l’aggiornamento lo Stato comincerebbe a richiedere i soldi a chi ha usufruito di questo vantaggio burocratico, cioè di una rendita catastale inferiore rispetto a quella reale.

In effetti, se vi hai fatto caso, si parlerebbe di tassare un patrimonio effettivo, anche se immobiliare. E dunque una specie di patrimoniale.

IMU sulla prima casa come nuova patrimoniale? Ecco cosa vuole Draghi

La direzione del Governo Draghi sarebbe al momento di aggiornare le rendite catastali, su cui si basa il calcolo dell’imposta municipale.

Attualmente l’importo della tassa è dettato da questi fattori:

  • base imponibile dell’immobile,
  • aliquota disposta dall’ente comunale,
  • coefficiente di calcolo della categoria catastale,
  • moltiplicazione con la rendita catastale con rivalutazione al 5%.

In questo caso, se la rendita dovesse aumentare, il calcolo sarebbe sfavorevole per il contribuente. Così come il cambio del coefficiente relativo alla classificazione immobiliare.

Infatti tutto ciò ha il sapore di una patrimoniale 2.0, che riguarderà appunto la tassazione delle proprietà.

L’idea di una “patrimoniale” è mal vista da parte della maggioranza, in particolare da parte di Lega e Fratelli d’Italia, che vedono in tutto ciò un motivo in più per tassare gli italiani, specie quelli che hanno una casa ereditata che non potranno più mantenere per via dell’aumento della tassazione.

Perché il timore è questo: un ritorno dell’ICI sulla prima casa, e l’aumento sulle seconde case.

Ma è proprio così? In realtà la situazione è meno tragica di quello che sembri.

IMU sulla prima casa, ma non per tutti! Draghi punta alla riforma

La tassazione sulla prima dimora sarà probabilmente limitata a pochi sfortunati, visto che Draghi intanto vuole puntare sulla riforma catastale, e meno sulla tassazione effettiva.

Se fosse immediatamente coinvolta l’imposta, i tempi di modifica e aggiornamento sarebbero ancora più stretti, invece si prevede l’attuazione dell’aggiornamento entro il 2026, cioè tra 4 anni. E solo con la riconferma da parte dei governi venturi, visto che, fino a prova contraria, dal 2023 è prevista la fine dell’attuale Legislatura, e l’elezione del Parlamento.

Inoltre Draghi ha voluto precisare che, sì, da una parte ci sarà il rinnovo della rendita catastale, pertanto, se la casa ha un aumento della rendita, la tassa dovrebbe aumentare.

Ma questo scatterà solo se gli enti comunali provvederanno a mantenere o aumentare le aliquote IMU, quelle che hai già visto nel calcolo.

L’amministrazione del comune in cui risiedi potrebbe decidere a mantenere inalterate le aliquote, o addirittura abbassarle, così da mantenere invariato il gettito fiscale per tutti.

E’ una possibilità che garantirebbe a tutti un sospiro di sollievo, visto che non si rischierebbe il pagamento sulla prima dimora, salvo nel caso accennato.

Ma allora chi paga l’IMU sulla prima casa?

Attualmente l’Imposta sulla prima casa è previsto solo per tutti gli immobili considerati di lusso, cioè signorili (a/1), ville (a/8) e castelli (a/9), come precisa idealista.it.

In pratica il contribuente medio avrà da pagare la tassa meno che sulla prima abitazione. Sempre se la sua casa non sia effettivamente un edificio residenziale semplice.

Con la riforma l‘obiettivo di Draghi è quello di censire gli immobili sfuggici al catasto e di mappare i terreni edificabili (precedentemente agricoli), così da rilevare immobili abusivi o fantasma.

Teoricamente per Draghi sarebbe ok far pagare l’imposta sulla prima casa, se questo significa far pagare a chi ha avuto per tutto questo tempo il beneficio burocratico del Catasto, cioè di avere una casa signorile ma di pagare una quota da casa residenziale.

Ovviamente questo potrebbe rendere il mercato immobiliare molto instabile, visto che potrebbe far esplodere una serie di bolle immobiliari in caso di ricalcolo della rendita, come segnala ilsussidiario.net.

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
765FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate