Influencer, anche loro pagano molte tasse: ecco quali sono e a quanto ammontano

Non più semplice passatempo, il mestiere dell'influencer è oggi più tassato di quello che dovrebbe essere. Ecco quali tasse pagano

All’inizio il mestiere dell’influencer poteva essere al pari di un piccolo passatempo. Ma negli ultimi anni non sono pochi gli influencer che riescono a vivere tranquillamente, se non a diventare benestanti.

Se prima poteva rientrare tra le cosiddette prestazioni occasionali, quindi non tassabili se non entro un certo limite reddituale, col tempo in diversi hanno dovuto mettersi in regola, e provvedere a tutti gli adempimenti fiscali richiesti.

Infatti molti di loro, pur guadagnando molto, si ritrovano alla fine dell’anno a pagare molte tasse. E forse più di qualsiasi altro lavoratore del settore digitale.

Influencer, anche loro pagano molte tasse

Ufficialmente il lavoro dell’influencer riguarda la promozione di contenuti tramite social network o altri media (es. blog, siti web, Youtube…), utilizzando la propria immagine pubblica. Tali contenuti possono riguardare sia la produzione multimediale di vario genere (formazione, intrattenimento…) sia lo sponsor di prodotti a fini commerciali.

Sotto la definizione di influencer rientrano infatti mestieri come blogger, videomaker, fotografi, content creators, Youtuber.

Teoricamente chiunque può diventarlo, anche chi ha già un lavoro: molte modelle, piloti di aereo, chef, avvocati e sportivi professionisti sono diventati influencer grazie ai social, e alla fine dell’anno possono guadagnare anche più di quanto già ottengono col proprio lavoro.

Ma al tempo stesso devono provvedere a maggiori oneri fiscali, perché la figura dell’influencer non rientra in alcuna normativa civile e tributaria nazionale.

Nello stesso Testo Unico delle Imposte sui Redditi non c’è alcuna norma relativa al trattamento fiscale previsto per  i compensi percepiti a seguito della cessione del diritto di sfruttamento dell’immagine, attività più vicina possibile a quella esercitata dagli influencer.

Sempre nell’ambito del diritto di immagine non c’è nemmeno una prassi specifica dell’Agenzia delle Entrate.

Proprio per questo, il regime fiscale degli influencer è accomunato a quello di un’altra categoria, quella pubblicitaria. Una soluzione “transitoria”, in attesa di un eventuale perfezionamento da parte del legislatore, che però rende il lavoro dell’influencer maggiormente tassato rispetto alle sue disponibilità.

Quali sono le tasse che pagano gli influencer

Le prime tasse che l’influencer deve pagare sono quelle d’iscrizione. Per l’apertura della partita IVA non viene richiesta alcuna spesa, a parte l’assunzione di un commercialista, che dovrà comunicare l’avvio dell’attività all’Agenzia delle Entrate.

Con l’apertura di questa Partita IVA, si dovrà essere associati ad un Codice ATECO. Anche se si tratta di una professione digitale, ad oggi l’ATECO non prevede un codice specifico, pertanto toccherà iscriversi con questi codici:

  • 73.11.02, “conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari”,

  • 74.90.99, “altre attività professionali nca”.

Essendo pertanto un’attività commerciale è necessario iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio. Il costo dell’iscrizione al Registro ammonta ad 37 euro per diritti e bolli. A questo si associa il costo del diritto annuale, che ammonta a:

  • 88 euro per le ditte individuali,

  • 200 euro per le imprese iscritte nella sezione ordinaria.

Queste spese però sono irrisorie davanti agli oneri previdenziali previsti a fine anno. Essendo un’attività commerciale, il richiedente dovrà iscriversi alla gestione commercianti INPS.

A differenza della Gestione Separata, quella dei Commercianti prevede il versamento di contributi in misura fissa, indipendentemente dal volume dei compensi percepiti, per circa 4.000 euro annui, ma solo entro i 15.000 euro di reddito annuo lordo. Se però si fattura a fine anno più di 15.000 euro, verrà richiesto il versamento di ulteriori contributi.

E nel caso si voglia aprire un locale per la propria attività, bisognerà sentire la propria amministrazione comunale per verificare eventuali obblighi di presentazione della SCIA, ovvero la Segnalazione certificata di inizio attività.

Leggi anche: Qui la lista completa di cosa comprare e scaricare per pagare meno tasse

A quanto ammontano le tasse a fine anno per l’influencer

La tassazione dell’influencer pertanto non è poca, soprattutto per l’iscrizione e per gli oneri previdenziali. Va detto però che le entrate stesse vanno anche analizzare nell’ambito di uno schema negoziale, ovvero se tali compensi provengano da prestazioni artistiche alle dipendenze altrui, o se si tratta di mera concessione in uso del diritto di immagine.

Se questo schema negoziale è di tipo complesso, ovvero originato da rapporti di dipendenza con aziende e privati, l’influencer rientra nel lavoratore dipendente, e quindi la questione fiscale e previdenziale è a carico del datore/committente.

Altrimenti, se di tipo autonomo, si è obbligati alla Partita IVA. Ma supponiamo però due casistiche: un influencer con reddito da 14.000 euro lordi annui e uno da 50.000 euro lordi.

Da un punto di vista fiscale, entrambi possono godere della flat tax, con IRPEF al 5% per i primi 5 anni, per poi passare al 15%. Conviene se non si hanno dispositivi o strumenti a carico, per i quali non si potrà richiedere alcuna detrazione essendo in regime forfettario.

Diversa è la situazione degli oneri previdenziali: entrambi hanno un coefficiente di reddività molto alto, pari al 78%.

Nel primo caso tra IRPEF e INPS avrebbe da pagare almeno 4.227 euro, con un netto a fine anno di 9.773 euro, essendoci l’onere dei 4.000 euro minimi per la previdenza.

Nel secondo caso, si parlerebbe almeno di 10.313 euro tra oneri fiscali e previdenziali, con un netto a fine anno di 40.687 euro.

Il regime ordinario per questo mestiere non conviene, a meno di non avere notevoli spese detrabili, non ammissibili con il forfettario. Servirebbero almeno 25.000 euro di spese detraibili per poter avere la stessa quota dei forfettari, nel caso del richiedente con 50.000 euro lordi.

Leggi anche: Quanto paga di tasse uno streamer? Cosa dice il fisco su tassazione e partita Iva

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