IRES 2022: come si calcola, chi non deve pagarla

L'IRES, imposta destinata a tassare i redditi societari regolamentata dal Decreto Legge 344 del 2003. Come si paga, le aliquote, chi ne è esonerato.

L’IRES è un’ imposta destinata a tassare i redditi societari, istituita nel lontano 2004 è regolamentata dal Decreto Legge 344 del 2003.

Nasce in sostituzione della vecchia IRPIG (imposta sul reddito delle persone giuridiche) con l’obiettivo di rendere uniforme la tassazione delle società oltre che degli enti nella Unione Europea.

L’IRES inoltre avrebbe dovuto contribuire nella riduzione della pressione fiscale anche grazie alla progressiva eliminazione dell’IRAP cosa che sta accadendo in questi mesi, è infatti uno dei vari punti chiave della riforma fiscale sulla quale sta lavorando il Governo.

Negli anni l’IRES ha subito vari cambiamenti tra i più rilevanti sicuramente la modifica della percentuale dell’aliquota di tassazione scesa grazie alla Legge di Bilancio 2016 dal 27,50% al 24% praticamente un punto in e mezzo in meno, aliquota che a partire dal 2017 ad oggi non è più variata, nel 2022 si dovrà pagare un IRES con riferimento ai redditi prodotti nel 2021.

Cos’è l’Ires

L’IRES è un’imposta che non dovrà essere versata da ditte individuali così come neanche da società di persone, bensì è destinata esclusivamente ai redditi prodotti da società di capitali.

A differenza dell’IRPEF, l’IRAP non è un’imposta progressiva, ma proporzionale con un’aliquota del 24%.

La normativa IRES è stata introdotta ed è presente sul TUIR (Titolo II del Testo Unico delle Imposte sul Reddito),  testo che disciplina riguardante la tassazione dei redditi per tutti le tipologie di contribuenti.

L’IRES in pratica, secondo quanto indicato dall’art.72 del TUIR prevede una tassazione proporzionale dei redditi provenienti dalle categorie evidenziate dall’art.6 e cioè redditi di capitale, d’impresa, da lavoro dipendente, di capitale e fondiari, redditi diversi.

Le aliquote IRES

Passiamo ora a comprendere come viene calcolata l’IRES che come già abbiamo specificato in precedenza è proporzionale con una aliquota al 24%.

Di differente c’è la modalità di calcolo applicata alla base imponibile che varia da contribuente a contribuente in base alla categoria di appartenenza.

L’aliquota applicata al reddito complessivo netto è stabilita dall’articolo 75 del TUIR.

Per quanto riguarda la distinzione di calcolo sulla base imponibile avviene rispetto a 3 diverse categorie, nello specifico:

  • società di capitali;
  • enti commerciali residenti e non residenti;
  • società non residenti.

Un ulteriore distinguo va fatto tra le società di capitali  residenti per le quali esistono regimi agevolate in base al luogo in cui l’attività è situata ed in base alla tipologia di attività.

Queste speciali categorie verranno identificate da particolari codici tributo.

Elencare in modo dettagliato in questa sede le modalità di calcolo della base imponibile delle 3 macro-categorie oltre che delle sottocategorie specificate per le società residenti è un po’ complesso. 

Cerchiamo di condividere però qualche altra informazione utile come quella presente nell’articolo 81 del TUIR che vede  il reddito complessivo prodotto dalle società di capitali e gli enti commerciali residenti definito “reddito d’impresa” qualunque sia la sua natura.

Proseguendo con la lettura del testo si arriva fino all’art.83 del TUIR in cui viene specificato come per il calcolo corretto della base imponibile si debba aggiungere o sottrarre, al risultato del conto economico, le variazioni previste dalla normativa.

Le variazioni in questione, per quanto riguarda le spese da poter scaricare, fanno riferimento nello specifico a:

  • cenone e servizi internet deducibili al 20%;
  • spese quali vitto e alloggio per motivi di rappresentanza;
  • traffico telefonico  deducibili all’80%;
  • spese per carburanti e assicurazioni (tali costi sono quindi deducibili al 20%);

Infine tra le variazioni in diminuzione in riferimento a ricavi non imponibili o costi non dedotti nei precedenti esercizi troviamo anche, il 100% dei crediti di imposta non tassabili e super-ammortamenti.

E’ inoltre l’art.109 a stabilire come spese negative siano in parte deducibili se riferite a beni o servizi rivolte all’attività dalla quale derivano ricavi o altri proventi.

E’ invece l’art.84 del TUIR a stabilire come le perdite di un esercizio possono essere imputate in diminuzione negli esercizi successivi fino al limite del’80% del reddito imponibile.

IRES: Come si versa

L’IRES va versata tramite i procedimenti del saldo e dell’acconto.

Viene determinata in In fase di dichiarazione dei redditi, una volta definita verranno sottratti gli acconti versati nell’anno precedente. 

Il pagamento oltre al saldo rispetto ai redditi dell’anno precedente, prevede il versamento di un acconto riguardante l’anno in corso, il termine ultimo per il pagamento dell’IRES è il 16 giugno.

In definitiva entro il 16 giugno si dovrà versare l’IRES del 2021 oltre ad un primo acconto del 2022.

C’è un’altra data da ricordare quando si parla di IRES ed è quella del 30 novembre, data che rappresenta la scadenza per il versamento del secondo acconto.

Il calcolo degli acconto viene fatto attraverso il metodo di calcolo denominato “metodo storico”.

In pratica, basterà prendere l’imposta dell’anno precedente versando il 40% nel primo acconto ed il rimanente 60% in occasione del secondo acconto.

Chi sono i soggetti, i contribuneti destinati al pagamento dell’ Ires?

Vediamo in questo paragrafo quali sono le categorie, i contribuenti, destinati al pagamento dell’IRES.

E’ l’art.73 presente nel Decreto legge 44 del 2014 del TUIR a definire i confini dei soggetti oggetto del versamento dell’imposta.

Più precisamente è il comma 1 a specificare che l’IRES dovrà essere obbligatoriamente versata da:

  • società di capitali, comprese cooperative e società di mutua assicurazione residenti sul territorio italiano;
  • enti di natura pubblica e privata, trust compresi anche questi residenti in Italia e che esercitano attività commerciale;
  • società non residenti sul territorio italiano, compresi  enti, trust, residenti all’estero.

Tra gli enti diversi dalle società sono chiamate al pagamento dell’IRES associazioni non riconosciute e consorzi nel momento in cui si verificano i presupposti dell’imposta, ovvero la 

la produzione di reddito previsto dall’articolo 72 del Tuir.

Ires: il ravvedimento operoso per limitare l’importo delle sanzioni 

Può capitare che si possa saltare la scadenza, oppure se sono stati fatti degli errori in fase di calcolo duarante il pagamento dell’IRES, bene niente paura anche in questo caso come per utte le altre imposte si potrà ricorrere al ravvedimento operoso.

Il ravvedimento operoso è sempre consigliato poichè comporta sanzioni notevolmente più basso rispetto a sanzioni notificate direttamente dall’Agenzia delle entrate a seguito di irregolarità riscontrate durante i controlli fiscali.

Ovviamente l’entità della sanzione e degli interessi relativi dipende dalla velocità con cui provvedete al pagamento di quanto dovuto.

Chi sono i soggetti esonerati dal pagamento dell’IRes?

Infine una veloce occhiata ai soggetti esonerati dal pagamento dell’ Ires, chi sono?

Dobbiamo andarli a trovare sempre nella normativa e più precisamente nell’art.74 del Tuir.

I soggetti esonerati sono comuni, comunità montane, province e regioni, unioni di comuni, organi e amministrazioni dello Stato, consorzi tra enti locali.

Siamo arrivati dunque al termine di questo articolo in cui abbiamo provato a fare chiarezza su una imposta spinosa e difficile da comprendere.

Il consiglio per quanto riguarda il pagamento di questa imposta resta sempre quello di farsi seguire dal proprio commercialista o da uno studio di fiscalisti. 

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