Per il mercato obbligazionario il peggiore anno di sempre

Dopo cinque settimane il Barclays Bond TR Index ha già eclissato il record negativo dell'intero 1994.

Dopo cinque settimane il Barclays Bond TR Index ha già eclissato il record negativo dell’intero 1994. Tremano gli investitori in reddito fisso: l’aumento dei tassi di interesse si profila minaccioso. Meno colpito l’Equity, anche grazie ad una dinamica degli EPS ancora confortante.

È stata una settimana disastrosa per il reddito fisso, mentre il mercato azionario tutto sommato si è difeso bene. Il sorprendente dato sulle buste paga negli Stati Uniti nel mese di gennaio, quasi il doppio della stima più ottimistica; rilancia il processo di normalizzazione della politica monetaria americana: adesso la probabilità di un clamoroso aumento da 50 punti base a marzo è stimata al 27%, da un irrilevante 5% di mercoledì.

Ne fanno le spese titoli di Stato e corporate bond: vulnerabili soprattutto per via degli elevati flussi di denaro registrati in entrata negli anni passati. Soltanto negli Stati Uniti, 386 miliardi di dollari hanno prediletto nel 2021 i Bond mutual fund, mentre dagli Equity mutual fund sono defluiti 442 miliardi. Nonostante nel frattempo il mercato azionario sia decollato, mentre il reddito fisso abbia fatto registrare una delle performance peggiori degli ultimi cinquant’anni.

D’altro canto, la stagione degli utili aziendali del quarto trimestre risulta al momento positiva, sebbene non spettacolare. Il beat rate sfiora il 75%: meno della proporzione benigna del Q2 e Q3, ma più della media storica, situata al 68%. Affinché il mercato azionario sia interessato dalla prospettiva di un bear market, occorre che si manifesti una recessione – magari, favorita da una politica monetaria eccessivamente restrittiva – che induca una contrazione degli EPS. Una riduzione del tasso di crescita non basta.

Ciò non toglie che le aspettative per il 2022 siano ben differenti da quelle, rosee, che delineavamo un anno fa, sulla scorta di setup quantitativi di grande spessore. Il barometro gennaio condiziona il resto dell’anno, ma anche l’andamento di breve periodo, come commentiamo nel Rapporto Giornaliero di oggi.

Una volta registrato questo effetto trascinamento, però, i mercati azionari dovrebbero distendersi alla volta del massimo dell’anno, sulla cui tempistica ci siamo già pronunciati. I ribassisti fra i piccoli investitori sono più della metà del totale. Il Panic-Euphoria model di Citi è passato dai 200 punti, ai recenti 22 punti: segnalando un pessimismo che conferma l’intaccamento definitivo del sentiment degli investitori. Non siamo alla capitolazione, ma poco ci manca.

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