Unione Europea autolesionista

Oggi le Borse sono risultate letteralmente euforiche, perché? Perché sono arrivate pessime notizie.

Oggi le Borse sono risultate letteralmente euforiche, perché? Perché sono arrivate pessime notizie. Non sto scherzando, e non ho nemmeno bevuto, le notizie oggi sono principalmente due.

La prima, diciamo più europea, è che si va verso un tetto sul prezzo del petrolio russo, e ciò potrebbe portare ad uno “stop alle forniture” da parte della Russia.

La seconda arriva dagli Stati Uniti, sono stati diramati i dati sul lavoro, ebbene sono aumentati i disoccupati.

Ve l’ho detto, sono due notizie negative, e le Borse come hanno reagito? Ripeto, in maniera euforica!

Milano ha guadagnato il 2,9%, Francoforte addirittura il 3,33%. Mi direte, sono tutti impazziti? No! La Borsa, a volte, funziona così!

 

Il mercato ritiene che il tetto sul prezzo del petrolio russo potrà essere approvato da tutti i Paesi dell’Unione europea e soprattutto possa avere effetti benefici per le aziende che si ritroveranno a pagare bollette meno salate.

La seconda notizia, quella dell’aumento dei disoccupati negli Stati Uniti, fa salire ancor di più le Borse perché si ritiene che, se l’economia a stelle e strisce dovesse mostrare segnali di raffreddamento, la Banca Centrale, la Fed, potrebbe rivedere i suoi piani e rallentare se non fermare i previsti aumenti dei tassi.

Quindi cari ascoltatori, le notizie possono essere positive per le Borse, ma non certo per i lavoratori.

Io poi sono davvero preoccupato per la questione energetica.

E’ chiaro che ad una richiesta da parte dei Paesi europei di un prezzo fissato per il petrolio russo la risposta non potrebbe che essere uno stop da parte di Mosca delle forniture, rimarremo così senza petrolio russo, e già questo per noi sarebbe un disastro, ma siamo solo all’inizio.

Perché la Von der Leyen ha dichiarato: “Sono delle ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa”. Una semplice follia, perché come ha prontamente replicato Medvedev una decisione di questo tipo porterebbe ovviamente anche ad uno stop del gas russo.

Semplicemente non ci sarà più gas russo in Europa”, queste le precise parole pronunciate da Medvedev, e questo per noi, per l’Italia, sarebbe letteralmente disastroso.

I media mainstream vi continuano a dire che abbiamo riempito le scorte al 83%, certo ma questo ci porterebbe ad avere disponibilità di gas forse nemmeno all’inizio dell’inverno ossia alcuni giorni prima di Natale.

Da quel momento si renderebbe necessario un razionamento, avremmo un gennaio terribile, ed un febbraio tremendo.

Già oggi aziende fornitrici di energia stanno informando i clienti che avevano sottoscritto contratti che prevedevano prezzi fissi per un certo periodo di tempo che procederanno a disdire quei contratti.

Una beffa per i consumatori, ma evidentemente se procedono in quel modo è perché ciò fosse previsto nelle clausole.

Ossia io stipulo un contratto con un’azienda che mi fornisce il gas concordando un prezzo fisso per un determinato periodo di tempo, il prezzo del gas nel frattempo aumenta e questa azienda che fa?

Disdice il contratto.

Se il prezzo del gas anziché aumentare fosse diminuito, a vostro avviso come avrebbe agito l’azienda fornitrice?

Ah, un’altra precisazione, per coloro che invece avevano sottoscritto contratti che prevedevano solo la fornitura di energia derivante da fonti rinnovabili, che quindi non ha avuto nessun aumento.

Sappiate che anche loro faranno la stessa fine, semplicemente perché il prezzo è unico, non c’è un prezzo per l’energia derivata da combustibili fossili e un altro prezzo per quella derivante da fonti rinnovabili, quindi nessuna distinzione.

Quindi per gli “ecologisti” doppia beffa!

Ma le conseguenze peggiori, io continuo ma ribadirlo, saranno sul nostro comparto manifatturiero, il nostro comparto industriale potrebbe davvero finire in pezzi.

Ed a quel punto il nostro debito pubblico potrebbe davvero diventare insostenibile.

Ricordo a tutti che è la nostra industria, composta praticamente solo da piccole imprese, che tiene a galla l’Italia e la rende diversa ad esempio dalla Grecia.

Distrutta quella … addio Italia.

La conseguenza, terribile, sarebbe appunto che innanzitutto spolperebbero gli italiani di tutti i loro risparmi, e poi si potrebbe anche correre il rischio che … per salvare l’Unione europea, la si possa tramutare in qualcosa di ancora più terribile: gli Stati Uniti d’Europa.

Se abbiamo pagato una tassa per entrare nell’euro, immaginatevi che razza di patrimoniale pagheremo per entrare a far parte degli Stati Uniti d’Europa.

Perché gli Stati Uniti d’Europa sarebbero ancora più terribili dell’Unione europea? Beh, la risposta è scontata.

Se uscire dall’Unione europea, che implica anche l’uscita dall’euro, è già estremamente complicato, l’uscita dagli Stati Uniti d’Europa è ovvio che si potrebbe ottenere solo con una insurrezione popolare.

Ma d’altronde gli Stati Uniti d’Europa cosa sarebbero? Non sarebbero altro che una gigantesca Jugoslavia, destinata quindi a fare la medesima fine.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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