Fondi pensione: proteggi il tuo futuro in sole 5 mosse!

Fondi pensione: l'agognata quiescenza lavorativa, da miraggio, si trasformerà in incubo se il lavoratore italiano non capirà che è necessario crearsi una pensione integrativa. Occorre agire sin da subito perché ogni giorno che passa, è un giorno perso. E, alla fine, se i conti non torneranno, non ci saranno alibi. Per nessuno.

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Il tema delle pensioni, nel nostro Paese, è quanto mai spinoso e delicato. Ogni giorno di più. C'è preoccupazione, tra gli italiani, perchè, come recita una canzone di Enrico Ruggeri, "Il futuro è un'ipotesi". Già. Allarme, tra le parti sociali, per la mancanza, nel DEF di misure concrete per coloro che vedono il raggiunimento dell'agognato traguardo, appeso ad un filo.

Come ricorda un articolo tratto dal sito wallstreetitalia.com:

"Quota 102, l'anticipo pensionistico introdotto dall'Esecutivo di Mario Draghi per sostituire Quota 100 e che dà diritto alla pensione anticipata al raggiungimento, entro il 31 dicembre 2022, di un'età anagrafica di almeno 64 anni e di un'anzianità contributiva minima di 38 anni, durerà solo quest'anno e dal 2023, a meno di riforme, tornerebbe in vigor la Legge Fornero che prevede il pensionamento a 67 anni".

Non poche preoccupazionie le hanno anche coloro che invece, la pensione, la vedono come un lontano miraggio. Tra queste persone, molte, hanno utilizzato il servizio denominato "La mia pensione futura", messo a disposizione dall'Inps per avere le idee più chiare. Di cosa si tratta?

Dal sito ufficiale Inps, traiamo la risposta:

"La mia pensione futura è il servizio che permette di simulare quale sarà presumibilmente la pensione al termine dell'attività lavorativa. Il calcolo si basa sulla normativa in vigore e su tre elementi fondamentali età, storia lavorativa e retribuzione/reddito".

Ecco, dopo aver quantificato il tutto, sono stati tanti coloro che si sono messi le mani nei capelli. Sorge quindi spontaneo un quesito: cosa si può fare per risolvere il problema? La risposta alla domanda c'è: i fondi pensione.

Fondi pensione: che cosa sono

Di che cosa si tratta esattamente? Di cosa stiamo parlando?

Il sito ufficiale borsaitaliana.it ci fornisce la definizione istituzionale, ovvero:

"Organismo di investimento collettivo del risparmio che raccoglie i contributi dei lavoratori e/o dei datori di lavoro e li investe in strumenti finanziari, allo scopo di erogare una prestazione pensionistica (rendita vitalizia o capitale) al termine della vita lavorativa del lavoratore".

Per usare un linguaggio un pochino più semplice, il fondo pensione è una forma di accantonamento che viene effettuata dal lavoratore (facendo o meno confluire anche il proprio TFR in caso di lavoratore dipendente) al fine di garantirsi un capitale o una rendita nel momento in cui raggiungerà l'età pensionabile.

A differenza dei contributi versati all'Inps che sono obbligatori, quelli che vengono fatti confluire nel Fondo Pensione sono assolutamente volontari e quindi è il lavoratore stesso che decide se, come, quando e quanto versare nel fondo. Massima libertà quindi, e nessun vincolo in fase di versamento. Semmai, i vincoli esistono nel definire una destinazione finale dell'accantonamento anche se sono previste casistiche per richiedere anticipatamente parte di questo denaro.

Come ci ricorda un articolo pubblicato su ilsole24ore.com:

"I fondi pensione crescono nel 2021. ..........Gli iscritti sono 403mila in più del 2020, con una crescita complessiva del 4,3%. Le risorse destinate alle prestazioni sono lievitate di 14,7 miliardi rispetto al 2020 toccando quota 212,6 miliardi".

Numeri importanti, che certificano la presa di coscienza (del problema) di sempre più italiani. Numeri, però, ancora insufficienti.

Fondi pensione: dove investire

C'è ancora una certa alea di scetticismo intorno ai fondi pensione. Del resto, l'italiano medio, guarda con aria sospettosa tutto ciò che appartiene al mondo bancario, assicurativo, finanziario. Diciamo che non ha tutti i torti visto che, anche nel recente passato, di esperienze negative, in tali ambiti, la narrativa è fiorente.

Detto ciò, è doveroso anche rimarcare che, senza una presa di coscienza del problema da parte di tutti i lavoratori, le cose, non potranno che peggiorare. Se l'età media della popolazione che percepisce una pensione aumenta e diminuiscono i contributi versati nelle casse dell'Inps per via del decremento del numero di persone occupate, non ci vuole uno scienziato per comprendere che il sistema arriverà prima o poi ad un livello di non ritorno.

Ecco perchè è fondamentale che ogni lavoratore comprenda che la sottoscrizione di un fondo pensione è basilare per il proprio futuro e quella della propria famiglia. Giova ricordare che, il patrimonio raccolto dal fondo pensione è autonomo rispetto a quello dell'Ente che lo ha istituito. Questo ai fini di una maggior tutela nei confronti degli aderenti, onde evitare fallimenti (come in America) con la conseguente perdita di quanto versato in una intera vita lavorativa.

Fatta questa doverosa premessa, è importante capire dove investire: e qui, si torna al concetto di propensione al rischio e di grado di sopportazione del rischio, oltre ovviamente all'età anagrafica e al tempo che separa il sottoscrittore del fondo dall'età pensionabile. Ergo, l'antico amletico dubbio: sicurezza o rendimento?

Fondi pensione: sicurezza o rendimento?

La domanda è basilare perchè determina la strategia di investimento da perseguire. Già, perchè il fondo pensione, oltre ad avere finalità previdenziali, ha comunque una natura finanziaria in quanto permette di scegliere la tipologia di mercati sui quali investire in base agli obiettivi che si perseguono (e al rischio, al lasso di tempo a disposizione, etc).

Quindi, come tutti gli investimenti, si potrà optare per una diversità di scenari proposti che vanno dal capitale garantito (abbinato, spesso, ad un minimo di rendimento annuo garantito a livello di interesse) sino al rischio più elevato con la destinazione delle somme versate verso mercati a più alto potenziale di rischio e rendimento.

Pare ovvio che, se il sottoscrittore ha davanti a sè un arco temporale di lungo periodo, potrebbe scegliere una linea di investimento più rischiosa contando sui maggiori profitti che l'azionario statisticamente sa riconoscere negli anni. Pur tuttavia, possiamo trovarci di fronte a lavoratori trentenni con una totale avversione al rischio: in questo caso, una linea prudente, se non proprio garantita, potrebbe essere la soluzione migliore (per tasche e salute).

La flessibilità è una peculiarità essenziale di ogni fondo: si può selezionare la periodicità dei versamenti da effettuare oppure scegliere di anno in anno. Si può variare la composizione del proprio portafoglio, passando da una linea conservativa ad una più aggressiva e viceversa. Insomma, si tratta di un investimento plasmabile, modellabile a seconda delle esigenze e che, essendo totalmente volontario, non genera nessun obbligo nei confronti del sottoscrittore.

Fondi pensione: caricamenti e costi di gestione

Come ogni investimento, anche quello che si effettua accendendo un fondo pensione, neccessita di una valutazione dei caricamenti e dei costi di gestione. Soprattutto in periodi di rendimenti risicati o di mercati particolarmente altalenanti.

Ecco che quindi, occorre valutare e comparare le varie proposte che il mercato offre. Che cosa sono i caricamenti? Si tratta di una quota del premio che, anzichè essere investita, viene trattenuta dal soggetto che colloca/gestisce il fondo pensione stesso. Ergo, se versiamo 1000 euro e paghiamo un caricamento del 3%, significa che la quota netta investita sarà pari a 970 euro (dai quali, di norma, occorre ancora sottrarre i cosiddetti costi di amministrazione e/o pratica, che sono pari a qualche decina di euro).

Questi sono i cosiddetti costi diretti, ovvero quelli che vengono detratti dal premio lordo alla luce del sole. Esistono poi i cosiddetti costi di gestione che invece non vediamo, in quanto già trattenuti dal rendimento offerto dal prodotto. Anche in questo caso, è sempre bene controllarne l'entità poichè costi di gestione eccessivi non fanno altro che andare a minare la profittabilità dell'investimento stesso.

Fondi pensione: massimizzare il beneficio fiscale

Uno degli aspetti più interessanti del fondo pensione (dal punto di vista del rendimento) è dato dalla possibilità di dedurre fiscalmente il premio versato sono ad un massimo di euro 5.164,57 che, in alcuni casi, per lavoratori di prima occupazione può addirittura essere elevato e raggiungere i 7.746,86.

Importante è ribadire il fatto che la deduzione fiscale vada ad abbattere il reddito imponibile, generando quindi un rendimento del nostro investimento davvero elevato. Se poi si è a cavallo tra due scaglioni di reddito, il beneficio è ancora maggiore, per non dire massimizzato.

Chiaramente ognuno versa in base alle proprie disponibilità e al proprio reddito: anzi, proprio per questo, molte persone (specie i liberi professionisti) scelgono annualmente l'importo da destinare al fondo in base all'andamento dei ricavi di quella stagione. Se ci sono le condizioni e le possibilità economiche, versare i 5000 euro all'anno, è la soluzione migliore, sia in ottica pensionistica futura, sia in termini economici, fiscali e finanziari.

Fondi pensione: capitale o rendita?

Quando si arriva alla agognata pensione, si è obbligati trasformare il montante accumulato in rendita pensionistica, oppure ci sono altre opzioni, possibilità? Capitale o rendita?

In effetti, c'è anche la possibilità di suddividere il montante accumulato tramutando il 50% in rendita e prendendo immediatamente la restante parte in modo da poterla utilizzare come meglio si crede.

C'è però una terza ipotesi: ove ricorrano particolari requisiti, si può anche ritirare il 100% del montante maturato in una unica soluzione. E quindi, destinare il tutto ad eventuali altre forme di investimento o comunque utilizzarlo nel miglior modo che si ritiene possibile.

Ovviamente la scelta viene effettuata in base a quello che è il montante accumulato, diretta conseguenza dei versamenti effettuati nel tempo e dei profitti generati dall'investimento. Il consiglio è quello di, una volta arrivati vicini al fatidico momento, farsi fare un calcolo dal proprio fondo per capire quale sarebbe la rendita spettante e valutare perciò se possa fare al caso nostro o se non sia meglio ritirare il capitale a metà o nella sua interezza.

Risulta quindi buona norma informarsi ed essere informati per fare scelte consapevoli: perchè da quelle scelte dipende il nostro futuro.