Gazprom
Gazprom, compagnia russa di gas naturale
Il colosso russo Gazprom (dal nome in cirillico Газпром, derivante dalla contrazione di Gazovaja Promyšlennost, ovvero “industria del gas”) è ad oggi la maggiore società attiva in Russia.
Operante nel campo della produzione di gas naturale, Gazprom controlla circa il 18% delle riserve di gas naturale nel mondo, ha un ammontare totale di riserve che si attesta a 18.991 chilometri cubi (km³) di carburante fossile e copre una percentuale pari a quasi il 70% della produzione totale di gas russo.
Le origini del gruppo
La società Gazprom nasce nel 1989 come ente incaricato dall’allora Presidente dell’Unione Sovietica, Mikhail Gorbačëv, a seguito di un progetto di riforme economiche che vide l’unione dei Ministeri nazionali del petrolio e del gas. Ponendo Gazprom a capo della produzione, distribuzione e vendita di combustibile delle principali risorse energetiche del Paese, la nuova “industria del gas” Gazprom divenne il punto di riferimento per il rifornimento dell’intera Russia.
Nel 1991, a seguito della caduta dell’Unione Sovietica, molti possedimenti di Gazprom (circa il 30% delle condutture e gran parte della capacità di compressione) uscirono al di fuori dei confini russi, costringendo il gruppo a riorganizzarsi. Nel periodo tra il 1993 ed il 1997 il primo uomo di Gazprom, Viktor Černomyrdin, venne nominato Primo Ministro dal nuovo Presidente in carica, Boris Yeltsin. In breve tempo il prestigio del gruppo energetico crebbe.
Nel periodo delle riforme economiche russe, Gazprom avviò un processo di privatizzazione, divenendo Joint-Stock company (grazie all’approvazione della Federazione Russa) e risultando privatizzata a tutti gli effetti nel febbraio 1993: aperta al pubblico come società per azioni, vennero offerti buoni d’acquisto ai cittadini russi con l’intento di incentivare l’interesse degli acquirenti verso i nuovi titoli Gazprom; venne inoltre impedita agli investitori esteri la detenzione di più del 9% delle azioni totali.
Negli anni a seguire gli stranieri potranno acquistare solo azioni Depositarie, aventi costo superiore rispetto a quello applicato all’interno e per una percentuale totale non superiore al 20%.
Come arriva il gas in Italia dalla Russia?
Dopo aver parlato della questione legata a dove passa il gas russo, passiamo adesso ad approfondire questo specifico argomento, andando a vedere, invece, come quest'ultimo arriva in Italia dalla Russia.
Nello specifico, il gas per arrivare dalla Russia fino all'Italia, transita prima per l'Austria, per poi approdare nell'impianto situato a Tarvisio, in provincia di Udine.
Quanto gas ha la Russia?
Dopo aver parlato di come arriva in Italia il gas dalla Russia, passiamo adesso a vedere, invece, quanto quest'ultima dispone di questa determinata materia prima.
Nello specifico, la Russia è il secondo Paese, dopo gli Stati Uniti, per produzione di gas naturale. Ogni anni, infatti, i russi estraggono circa 665 milioni di metri cubi di questa specifica materia prima, per esportarla in tutto il mondo, ed anche in Italia.
Oltre a questi dati, però, la Russia si presenta anche come il primo stato al mondo in quanto a riserve disponibili, le quali ammontano a circa poco meno di 50 mila miliardi di metri cubi di gas naturale.
Chi compra il gas dalla Russia?
Dopo aver parlato di quanto gas ha la Russia, passiamo adesso a vedere, invece, chi è che acquista quest'ultimo dai russi.
Nello specifico, sono molti i Paesi europei che ricorrono alla Russia per ricevere la fornitura del gas naturale. In percentuale, la dipendenza europea dai russi, in quanto ad approvvigionamento di questa particolare materia prima, si attesta a circa il 40%.
Alcuni Stati europei detengono gas esclusivamente attraverso la fornitura della Russia. Questi sono:
- Bosnia ed Erzegovina;
- Macedonia del Nord;
- Moldavia.
Altri Paesi, invece, hanno una percentuale minore di dipendenza dalla Russia, ma comunque significativa. E tra questi figura anche l'Italia.
Ecco le percentuali degli Stati in ordine decrescente di dipendenza:
- Finlandia 94%;
- Lettonia 93%;
- Bulgaria 77%;
- Germania 49%;
- Italia 46%;
- Polonia 40%;
- Francia 24%;
- Olanda 11%;
- Romania 10%;
- Georgia 6%.
Il successo di Gazprom e l’arrivo di Putin
Nel 1998, sollevato Černomyrdin dalla carica di Primo Ministro, lo Stato obbliga Gazprom al pagamento delle tasse arretrate: tale situazione apre gli occhi su un bilancio non pienamente in salute, in parte dovuto alle perdite di gestione, in parte imputabile alla corruzione degli organi interni e alla poca trasparenza dei conti. Tra le operazioni sospette si ricorda la joint-venture Gazprom/Itera, le cui transazioni si pensa andarono nelle tasche di dirigenti, familiari e parenti.
Con l’arrivo del Presidente Vladimir Putin ed il cambio delle maggiori cariche nazionali, Gazprom inizia un periodo di espansione sul territorio, tramite acquisizioni strategiche. Tra queste vi sono quella con la rete NTV (tv indipendente russa) e il quotidiano Izvestia, acquisizioni che portarono ad un cambiamento anche nel mondo dell’editoria locale.
Nel 2004 il Governo russo deteneva una quota del 38,37% in Gazprom, mantenendo la maggioranza nel Consiglio direttivo (da sola, la stessa Gazprom contribuiva per il 25% sul totale del gettito fiscale russo e per l’8% sul prodotto Interno Lordo).
Nel 2004 Gazprom, assieme al Presidente Putin, tentano di acquistare la società petrolifera Rosneft, progetto che poi non andrò a termine. Fallito il progetto, lo Stato aumenta la propria partecipazione in Gazprom, portandola al 50%.
Oltre a questa, si ricorda l’acquisizione della compagnia petrolifera Sibneft (ora divenuta Gazprom Neft), che sortì a Gazprom il raggiungimento della seconda posizione tra le maggiori società con riserve di petrolio a disposizione (circa 119 miliardi di barili), terza solo all’Arabia Saudita (263 miliardi di barili) e all’Iran (134 miliardi).
Il gruppo oggi
La società vanta la più lunga rete di condutture mondiale, con oltre 158.200 km di estensione. Proprio le condutture sono tra le principali problematiche del gruppo, il quale, con una rete vecchia e di portata limitata rispetto all’evoluzione della domanda di rifornimento attuale, rischia di non giungere al potenziale effettivo.
La società Gazprom è stata più volte indagata e accusata di coinvolgimento negli affari riguardanti la criminalità organizzata, con una quantità importante di investimenti liquidi effettuati dalla mafia tedesca tramite l’acquisto di azioni Gazprom.
Dal 2004 Gazprom è fornitore unico di nazioni quali: Bosnia ed Erzegovina, Estonia, Finlandia, Macedonia, Lettonia, Lituania, Moldavia e Slovacchia. Fornisce inoltre il 97% dei rifornimenti del gas bulgaro, l’89% di quello ungherese e l’86% di quello polacco. Si accodano a questi nella lista dei Paesi acquirenti di gas: Repubblica Ceca, Turchia, Austria, Romania, Germania, Italia e Francia. Traendo le somme, il 25% dell’intera fornitura di gas in Europa arriva dal gruppo Gazprom.
Altre curiosità di Gazprom
La realtà di Gazprom va inoltre al di là delle materie prime e dell’energia, possedendo investimenti in società controllate bancarie, finanziarie, assicurative, agricole ed immobiliari. Tra le proprietà di Gazprom vi sono inoltre la squadra di calcio FC Zenit di San Pietroburgo e la sponsorizzazione di nomi d’eccellenza quali Chelsea, Schalke 04 e UEFA Champions League.
Portata nel tempo al 20% la quota partecipativa di Gazprom per gli stranieri, la soglia limite venne abolita solo nel 2006. Le questioni riguardo il prezzo dei rifornimenti di gas hanno scatenato e scatenano tutt’ora pesanti questioni economico-displomatiche tra la Russia e gli Stati acquirenti, specie per quanto riguarda l’Ucraina e la Bielorussia.
I principali dati finanziari
La società Gazprom ha sede a Mosca, in Russia, e ha all’attivo più di 417 mila dipendenti.
Quotata alla Borsa di Mosca col simbolo GAZP, la società ha concluso l’esercizio inerente all’anno 2013 con un fatturato pari a 106,4 miliardi di dollari (al 16esimo posto della classifica mondiale per ricavato) e utili netti pari a 35,62 miliardi di dollari (la quinta nel mondo).
Per maggiori informazioni: GAZPROM
Gazprom, compagnia russa di gas naturale
Il colosso russo Gazprom (dal nome in cirillico Газпром, derivante dalla contrazione di Gazovaja Promyšlennost, ovvero “industria del gas”) è ad oggi la maggiore società attiva in Russia.
Operante nel campo della produzione di gas naturale, Gazprom controlla circa il 18% delle riserve di gas naturale nel mondo, ha un ammontare totale di riserve che si attesta a 18.991 chilometri cubi (km³) di carburante fossile e copre una percentuale pari a quasi il 70% della produzione totale di gas russo.
Le origini del gruppo
La società Gazprom nasce nel 1989 come ente incaricato dall’allora Presidente dell’Unione Sovietica, Mikhail Gorbačëv, a seguito di un progetto di riforme economiche che vide l’unione dei Ministeri nazionali del petrolio e del gas. Ponendo Gazprom a capo della produzione, distribuzione e vendita di combustibile delle principali risorse energetiche del Paese, la nuova “industria del gas” Gazprom divenne il punto di riferimento per il rifornimento dell’intera Russia.
Nel 1991, a seguito della caduta dell’Unione Sovietica, molti possedimenti di Gazprom (circa il 30% delle condutture e gran parte della capacità di compressione) uscirono al di fuori dei confini russi, costringendo il gruppo a riorganizzarsi. Nel periodo tra il 1993 ed il 1997 il primo uomo di Gazprom, Viktor Černomyrdin, venne nominato Primo Ministro dal nuovo Presidente in carica, Boris Yeltsin. In breve tempo il prestigio del gruppo energetico crebbe.
Nel periodo delle riforme economiche russe, Gazprom avviò un processo di privatizzazione, divenendo Joint-Stock company (grazie all’approvazione della Federazione Russa) e risultando privatizzata a tutti gli effetti nel febbraio 1993: aperta al pubblico come società per azioni, vennero offerti buoni d’acquisto ai cittadini russi con l’intento di incentivare l’interesse degli acquirenti verso i nuovi titoli Gazprom; venne inoltre impedita agli investitori esteri la detenzione di più del 9% delle azioni totali.
Negli anni a seguire gli stranieri potranno acquistare solo azioni Depositarie, aventi costo superiore rispetto a quello applicato all’interno e per una percentuale totale non superiore al 20%.
Come arriva il gas in Italia dalla Russia?
Dopo aver parlato della questione legata a dove passa il gas russo, passiamo adesso ad approfondire questo specifico argomento, andando a vedere, invece, come quest'ultimo arriva in Italia dalla Russia.
Nello specifico, il gas per arrivare dalla Russia fino all'Italia, transita prima per l'Austria, per poi approdare nell'impianto situato a Tarvisio, in provincia di Udine.
Quanto gas ha la Russia?
Dopo aver parlato di come arriva in Italia il gas dalla Russia, passiamo adesso a vedere, invece, quanto quest'ultima dispone di questa determinata materia prima.
Nello specifico, la Russia è il secondo Paese, dopo gli Stati Uniti, per produzione di gas naturale. Ogni anni, infatti, i russi estraggono circa 665 milioni di metri cubi di questa specifica materia prima, per esportarla in tutto il mondo, ed anche in Italia.
Oltre a questi dati, però, la Russia si presenta anche come il primo stato al mondo in quanto a riserve disponibili, le quali ammontano a circa poco meno di 50 mila miliardi di metri cubi di gas naturale.
Chi compra il gas dalla Russia?
Dopo aver parlato di quanto gas ha la Russia, passiamo adesso a vedere, invece, chi è che acquista quest'ultimo dai russi.
Nello specifico, sono molti i Paesi europei che ricorrono alla Russia per ricevere la fornitura del gas naturale. In percentuale, la dipendenza europea dai russi, in quanto ad approvvigionamento di questa particolare materia prima, si attesta a circa il 40%.
Alcuni Stati europei detengono gas esclusivamente attraverso la fornitura della Russia. Questi sono:
- Bosnia ed Erzegovina;
- Macedonia del Nord;
- Moldavia.
Altri Paesi, invece, hanno una percentuale minore di dipendenza dalla Russia, ma comunque significativa. E tra questi figura anche l'Italia.
Ecco le percentuali degli Stati in ordine decrescente di dipendenza:
- Finlandia 94%;
- Lettonia 93%;
- Bulgaria 77%;
- Germania 49%;
- Italia 46%;
- Polonia 40%;
- Francia 24%;
- Olanda 11%;
- Romania 10%;
- Georgia 6%.
Il successo di Gazprom e l’arrivo di Putin
Nel 1998, sollevato Černomyrdin dalla carica di Primo Ministro, lo Stato obbliga Gazprom al pagamento delle tasse arretrate: tale situazione apre gli occhi su un bilancio non pienamente in salute, in parte dovuto alle perdite di gestione, in parte imputabile alla corruzione degli organi interni e alla poca trasparenza dei conti. Tra le operazioni sospette si ricorda la joint-venture Gazprom/Itera, le cui transazioni si pensa andarono nelle tasche di dirigenti, familiari e parenti.
Con l’arrivo del Presidente Vladimir Putin ed il cambio delle maggiori cariche nazionali, Gazprom inizia un periodo di espansione sul territorio, tramite acquisizioni strategiche. Tra queste vi sono quella con la rete NTV (tv indipendente russa) e il quotidiano Izvestia, acquisizioni che portarono ad un cambiamento anche nel mondo dell’editoria locale.
Nel 2004 il Governo russo deteneva una quota del 38,37% in Gazprom, mantenendo la maggioranza nel Consiglio direttivo (da sola, la stessa Gazprom contribuiva per il 25% sul totale del gettito fiscale russo e per l’8% sul prodotto Interno Lordo).
Nel 2004 Gazprom, assieme al Presidente Putin, tentano di acquistare la società petrolifera Rosneft, progetto che poi non andrò a termine. Fallito il progetto, lo Stato aumenta la propria partecipazione in Gazprom, portandola al 50%.
Oltre a questa, si ricorda l’acquisizione della compagnia petrolifera Sibneft (ora divenuta Gazprom Neft), che sortì a Gazprom il raggiungimento della seconda posizione tra le maggiori società con riserve di petrolio a disposizione (circa 119 miliardi di barili), terza solo all’Arabia Saudita (263 miliardi di barili) e all’Iran (134 miliardi).
Il gruppo oggi
La società vanta la più lunga rete di condutture mondiale, con oltre 158.200 km di estensione. Proprio le condutture sono tra le principali problematiche del gruppo, il quale, con una rete vecchia e di portata limitata rispetto all’evoluzione della domanda di rifornimento attuale, rischia di non giungere al potenziale effettivo.
La società Gazprom è stata più volte indagata e accusata di coinvolgimento negli affari riguardanti la criminalità organizzata, con una quantità importante di investimenti liquidi effettuati dalla mafia tedesca tramite l’acquisto di azioni Gazprom.
Dal 2004 Gazprom è fornitore unico di nazioni quali: Bosnia ed Erzegovina, Estonia, Finlandia, Macedonia, Lettonia, Lituania, Moldavia e Slovacchia. Fornisce inoltre il 97% dei rifornimenti del gas bulgaro, l’89% di quello ungherese e l’86% di quello polacco. Si accodano a questi nella lista dei Paesi acquirenti di gas: Repubblica Ceca, Turchia, Austria, Romania, Germania, Italia e Francia. Traendo le somme, il 25% dell’intera fornitura di gas in Europa arriva dal gruppo Gazprom.
Altre curiosità di Gazprom
La realtà di Gazprom va inoltre al di là delle materie prime e dell’energia, possedendo investimenti in società controllate bancarie, finanziarie, assicurative, agricole ed immobiliari. Tra le proprietà di Gazprom vi sono inoltre la squadra di calcio FC Zenit di San Pietroburgo e la sponsorizzazione di nomi d’eccellenza quali Chelsea, Schalke 04 e UEFA Champions League.
Portata nel tempo al 20% la quota partecipativa di Gazprom per gli stranieri, la soglia limite venne abolita solo nel 2006. Le questioni riguardo il prezzo dei rifornimenti di gas hanno scatenato e scatenano tutt’ora pesanti questioni economico-displomatiche tra la Russia e gli Stati acquirenti, specie per quanto riguarda l’Ucraina e la Bielorussia.
I principali dati finanziari
La società Gazprom ha sede a Mosca, in Russia, e ha all’attivo più di 417 mila dipendenti.
Quotata alla Borsa di Mosca col simbolo GAZP, la società ha concluso l’esercizio inerente all’anno 2013 con un fatturato pari a 106,4 miliardi di dollari (al 16esimo posto della classifica mondiale per ricavato) e utili netti pari a 35,62 miliardi di dollari (la quinta nel mondo).
Per maggiori informazioni: GAZPROM
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