Bitcoin: UniCredit chiude il conto a chi compra criptovalute

UniCredit "informa i gentili clienti" che chiuderà i conti di chi acquista Bitcoin e altre criptovalute. Ma legamente può farlo?

Che molti istituti finanziari mondiali siano contrari agli investimenti in criptovalute, con i Bitcoin che minano sempre più le monete tradizionali e anche altre riserve di valore come l’oro, è cosa nota. A creare scalpore di recente ci ha pensato però UniCredit con la sua posizione avversa alle criptovalute.

A quanto dichiarato dall’assistenza clienti chi acquista Bitcoin, Ethereum e le altre crypto, usando una carta UniCredit, rischia addirittura di vedere chiuso il proprio conto.

Non si tratta di una voce di corridoio, ma di un’informazione che viene da un Tweet della stessa assistenza clienti della banca e ripresa da molte testate tra cui citiamo Punto Informatico.

Un utente ha chiesto ad UniCredit su Twitter, con un post datato 7 gennaio 2022, se effettivamente acquistando criptovalute si rischiava di avere problemi con il conto corrente.

UniCredit in modo pubblico e senza mezzi termini ha risposto al Tweet che effettivamente l’acquisto di Bitcoin, Ethereum e altre crypto è contro le policy della banca, citiamo testualmente: “le attuali policy di Gruppo vietano relazioni con controparti emittenti valute virtuali o che agiscono su piattaforme di scambio”.

Quindi pare proprio sia così! Chi conta di investire in criptovaluta nel 2022 potrebbe avere una vita difficile se cliente UniCredit.

Ma negli ultimi tempi i Bitcoin sono al centro di polemiche anche per altri motivi come la dichiarazione in USA della banca centrale, la Federal Reserve (Fed), di voler aumentare nel 2022 i tassi di interesse sulle obbligazioni, azione che ha causato il crollo immediato di quasi tutte le criptovalute sul mercato.

Anche se nel complesso mondo delle previsioni di mercato non mancano quelli che invece vedono i Bitcoin affrontare il 2022 con una tendenza rialzista, che li porterà entro l’anno al valore di 100 mila dollari ad unità.

UniCredit vs Bitcoin, la banca annuncia sanzioni per gli utenti che acquistano criptovaluta  

Il Tweet che abbiamo citato, in cui UniCredit conferma il divieto per i suoi clienti di usare carte e conto per acquistare criptovalute, nasce in seguito alle lamentele mosse da un’altro utente. Quest’ultimo in una conversazione chat con l’assistenza UniCredit lamentava che alla richiesta, se con il conto fosse possibile acquistare sulla piattaforma di scambio Cripto.com, si è visto rispondere che tali acquisto venivano sconsigliati dalla banca e che “questo potrebbe portare a segnalazioni o chiusure del conto”.

La cosa più divertente è che, quando lo stesso utente ha chiesto all’assistenza di indicare in che punto del contratto veniva specificato che si vietava agli utenti di usare il conto per acquistare criptovalute, ha ottenuto questa risposta: “non è un qualcosa indicato nel contratto, ma una policy di UniCredit sulla gestione di determinati pagamenti che al momento non sono visti come pagamenti sicuri”.

Se questa chat era privata e le informazioni sono state diffuse dall’utente interessato, al Tweet del 7 gennaio di un’altro cliente, UniCredit ha risposto pubblicamente confermando ancora una volta che la banca non permette ai suoi utenti di comprare Bitcoin, Ethereum e criptovalute in genere nè di utilizzare piattaforme di scambio a questo scopo, poiché non sono sicure.

UniCredit ha davvero il potere di chiudere il conto se si acquistano criptovalute? Probabilmente no!

L’affermazione che le piattaforme come Cripto.com, Coinbase etc non siano sicure non merita troppe spiegazioni, quando all’acquisto di Bitcoin tramite piattaforme di scambio si sono avvicinati anche mega investitori.

Michael Saylor, solo per fare un esempio, possiede miliardi di dollari in BTC acquistati su piattaforme di scambio, a cui si aggiunga che è molto più facile violare le App delle banche che non un Crypto Wallet.

La questione in realtà e complessa perché, se lasciamo da parte i Tweet dell’assistenza UniCredit, e diamo uno sguardo al sito, qui si fa riferimento alle criptovalute solo per affermare che l’istituto non sta pianificando in investimenti questo senso, perché li ritiene rischiosi e consiglia altre forme per investire. Ma non c’è nessun accenno alla politica che ne vieta l’acquisto per i clienti.

Eppure il Tweet non è una bufala e viene all’assistenza clienti stessa, resta quindi da capire anche quale potere legale abbia una banca di poter chiudere un conto corrente accusando il titolare di violazioni che non sono espressamente indicate nel contratto, né in nessun altro documento o informazione pubblica che riguarda le policy del Gruppo.

In ogni caso, la situazione è piuttosto fresca e si aspettano chiarimenti della banca in questo senso.

La questione UniCredit in relazione alle criptovalute e le piattaforme di scambio è riassunta nei suoi punti salienti anche nel video YouTube a cura di Bitcoin & Crypto Strategy con Maury, di cui vi proponiamo la visione:

  

Prezzo Bitcoin in crollo per colpa della Federal Reserve Board (Fed)

Se la politica di UniCredit in Italia non ha il potere di influire in alcun modo sul mercato delle criptovalute e influenzarne l’andamento, soprattutto a livello globale.

Al momento, stiamo assistendo ad un crollo del prezzo Bitcoin e delle altre cripto nel mercato per causa della Federal Reserve (Fed), poiché la banca centrale statunitense, impegnata a contrastare l’inflazione del dollaro, ha annunciato che aumenterà i tassi di interesse obbligazionari, manovra che ha avuto un effetto devastante sul mercato cripto, ma che secondo molti analisti deve essere considerato un effetto della volatilità nel breve periodo, che non inficia la crescita dei Bitcoin nel futuro a lungo termine. 

Non mancano infatti previsioni autorevoli che vedono i BTC raggiungere i 100 mila dollari ad unità nel 2022.

A febbraio prima emissione di Bitcoin Bond in El Salvador, per il valore di $ 1 miliardo 

Se gli istituti finanziari occidentali e i governi non sono in genere favorevoli alle criptovalute, perché in qualche modo minano le valute tradizionali, il mondo cripto è vasto e non mancano esperienze opposte.

In El Salvador l’anno scorso i Bitcoin sono diventati moneta di Stato ed è stato avviato il progetto di fondazione di Bitcoin City.

Ma le novità non si fermano qui perché pare che El Salvador abbia deciso di modificare ancora l’assetto legale per favorire gli investimenti cripto.

C’è infatti in progetto di emettere a febbraio 2022 Bitcoin Bond per il valore di un miliardo di dollari, i cosiddetti Volcano Bond, perché i processi di gestione e mining dei BTC in El Salvador avvengono tutti grazie all’energia geotermica dei vulcani, cioè sono alimentati da energia rinnovabile al 100%.

L’annuncio delle nuove leggi sulle obbligazioni digitali e l’emissione dei Volcano Bond è stata data il 3 gennaio 2022 dal Chief Strategy Officer di Blockstream, Samson Mow. Blockstream è una società di criptovalute che ha proprio il compito di supervisionare l’emissione di questi Bitcoin bond in El Salvador, quindi è una fonte piuttosto autorevole, anche se molti non si spiegano per quale motivo l’annuncio non sia venuto dall’esecutivo governativo.

A parte le informazioni fornite da Mow, dal Governo è arrivato solo un Tweet che annuncia almeno 20 leggi in vista, proprio allo scopo di cambiare l’assetto finanziario del paese, che ormai considera i BTC l’investimento principale.

Stando alle indiscrezioni una di queste leggi che saranno introdotte riguarda l’acquisizione della cittadinanza salvadoregna per i cosiddetti Bitcoiners. Cioè la possibilità per gli investitori BTC di ottenere facilmente la cittadinanza salvadoregna.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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