Ecco le risposte alle più grandi domande sulla contaminazione delle criptovalute

Tutte le criptovalute contaminano nello stesso modo? Qual è l'impatto ambientale che generano? E come si fa a ridurlo? Queste sono solo alcune delle tante dom

Tutte le criptovalute contaminano nello stesso modo? Qual è l’impatto ambientale che generano? E come si fa a ridurlo? Queste sono solo alcune delle tante domande che le persone si pongono quando pensano all’impronta ecologica delle monete digitali.

Gli investitori consapevoli che puntano sulla sostenibilità cercano di scavare sempre più a fondo per essere sicuri che le loro scelte non ricadano sulle comunità, sull’ambiente o sulle economie locali. 

Non tutte le criptovalute contaminano nello stesso modo

Iniziamo da una domanda fondamentale: tutte le criptovalute producono un’impronta ecologica? Che le monete digitali siano contaminanti è un dato di fatto ma non si può certo generalizzare. Ci sono alcune criptovalute che presentano un’attenzione maggiore all’ambiente riducendo al minimo eventuali effetti dannosi.

Tra queste troviamo le cosiddette criptovalute “green”, occhio però che in questo calderone troviamo anche i furbetti che danno l’appellativo Verde solo per fini di marketing. Un esempio “green” può essere Chia, nata già con una visione precisa: adottare un protocollo di consenso che garantisca una crescita sostenibile.

Anche se ci sono alcuni aspetti che potrebbero essere migliorati, il Proof of Space and Time è sicuramente una scelta migliore rispetto al Proof of Work in termini di consumi energetici perché non è basato sulla competizione sfrenata dei minatori. 

Qual è l’impatto ambientale che generano le monete digitali

Anche le criptovalute meno contaminanti generano un impatto notevole perché si avvalgono di sistemi di calcolo complessi e all’avanguardia oppure di strutture elettriche basiche che però hanno una vita breve. Così vengono prodotte grandi quantità di rifiuti elettrici ed elettronici spesso in Paesi dove il riciclaggio o l’economia circolare sono concetti molto lontani dalla realtà.

Si parla spesso di Bitcoin e delle criptovalute che utilizzano il protocollo Proof of Work per il suo consumo di energia elettrica e le conseguenze della Grande Migrazione.

Il fatto che solo i bitcoin abbiano bisogno di una quantità di energia elettrica pari a quella consumata da tutto il Cile in un anno è un indicatore importante. L’impatto ambientale generato si incrementa poi se pensiamo che le criptovalute possono essere prodotte in qualsiasi parte del mondo. Ma come mai?

Come ridurre gli impatti ambientali delle criptovalute

Quest’ultimo era un punto fondamentale. Dal momento che viviamo nell’era digitale, i confini politici sono molto trasparenti quando non ci sono solidi accordi o regolamentazioni interne. La battaglia contro il mining iniziata dalla Cina è stata portata avanti in molti altri Stati come Bangladesh, Iraq, Algeria, Marocco, Egitto, Qatar e Tunisia.

Ecco un primo esempio drastico della riduzione degli impatti: il divieto di produrre o effettuare transazioni.

Senza arrivare ad un divieto totale, ci sono altre Nazioni che hanno optato per una regolamentazione più stretta ma ancora molto permissiva. Tra questi troviamo l’Europa che ha istituito un gruppo incaricato per controllare e gestire il tema cripto nei confini europei.

Accordi internazionali per la gestione e lo scambio di monete digitali

La globalizzazione per essere sostenibile ed equa ha bisogno di uno stretto controllo soprattutto dal punto di vista commerciale. Se alcuni paesi applicano delle restrizioni severe ma in altri si può fare un po’ quel che si vuole allora la sostenibilità non regge più.

Facciamo un esempio. In Europa non si possono minare bitcoin producendo un consumo di energia elettrica molto elevato che proviene da fonti di energia non rinnovabili. Tuttavia, il libero scambio di bitcoin è permesso senza limitazioni, anche di quei bitcoin che sono stati prodotti in Paesi senza regolamentazioni pro-ambiente.

Purtroppo Bitcoin è solo una delle tante realtà presenti in questo mondo complesso perché ad oggi in circolazione ci sono più di 20 mila criptovalute e nessuno studio ha analizzato in modo ufficiale di quali cifre stiamo parlando e del vero impatto totale.ù

Invece di questionarci riguardo le potenzialità del mondo cripto sarebbe meglio trascorre più tempo per cercare di tradurre in numeri i consumi complessivi e stabilire un limite prima che sia l’ambiente stesso a porlo. L’indifferenza e la tolleranza nei confronti di scelte poco sostenibili sta causando danni irreversibili che avranno ripercussioni dirette sulla qualità della nostra vita.

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