Ecco cosa succederebbe all’ambiente se le criptovalute sparissero domani

Le criptovalute sono un grande progresso tecnologico, ma con gravi impatti ambientali. Cosa succederebbe all'ambiente se sparissero domani?

Con i nuovi progressi tecnologici il mondo prende direzioni difficili da prevedere. Basti pensare a tutte quelle innovazioni che hanno rivoluzionato la nostra vita come il computer che in realtà era stato creato con una finalità ben precisa: decifrare messaggi in codice durante le due guerre mondiali.

Come facciamo quindi a sapere quali saranno le conseguenze sulla società se le criptovalute fossero le protagoniste del nostro sistema finanziario? E se invece sparissero domani davvero gli impatti ambientali diminuirebbero drasticamente?

Le relazioni cause-effetto delle criptovalute

Il fatto di ipotizzare possibili scenari e le ripercussioni nella nostra società di una nuova tecnologia ha un grande margine di errore persino nel caso in cui si conoscesse nero su bianco l’obiettivo finale. Proprio per questa ragione si sente parlare molto di criptovalute, in particolare del loro potenziale che va al di là dell’area finanziera.

Purtroppo c’è sempre un “altro lato della moneta” e in questo caso è la contaminazione ambientale. Alcune crypto consumano grandi quantità di energia elettrica e non sempre da fonti di energia rinnovabile. Inoltre l’uso di apparecchiature elettroniche ad alto potenziale implica la necessità di un ricambio permanente generando grandi quantità di rifiuti elettrici ed elettronici.

Se volessimo definire le monete digitali come un vero cambiamento rivoluzionario allora non possiamo esimerci dal considerare la sostenibilità parte fondamentale di questo processo. Con i suoi tre pilastri che coprono l‘area economica, quella ambientale e quella sociale, la sostenibilità è calcolata sommando diversi fattori.

Al giorno d’oggi Alexde Vries stima che l’impronta di carbonio dei Bitcoin dello scorso anno sia stata di 480–500 g di CO2 per kWh (gCO2/kWh).

Perchè si parla tanto degli impatti ambientali dei Bitcoin

Supponendo che le emissioni di CO2 restino costanti, si può calcolare quale sarà l’impronta di carbonio relazionata con la crescita del valore del Bitcoin. Nello stesso articolo di Vries si legge che la stima di CO2 di quest’anno dovrebbe essere di 90,2 milioni di tonnellate di CO2 (Mt CO2).

Questa quantità è paragonabile alle emissioni di carbonio prodotto dall’area metropolitana di Londra o del consumo totale annuo di energia di Paesi come il Cile. La fetta della torta della contaminazione relazionata alle criptovalute in realtà è molto piccola se si pensa al consumo delle grandi industrie per esempio.

Come sempre il vero problema non si vede nella quantità di consumi ma nella scelta delle fonti di energia da cui si attinge. Limitate restrizioni che riflettono una politica ambientale molto debole potrebbero incentivare i minatori a cercare alternative più economiche e meno sostenibili.

Se le criptovalute uscissero dalla scena?

A causa del suo protocollo di validazione, Bitcoin è la criptovaluta presa come esempio di contaminazione ambientale. Il Proof of Work infatti per come è stato progettato e per come si sta adottando incentiva la competizione e l’efficienza, una combinazione letale non solo per gli impatti ambientali generati, ma anche economici e sociali.

Bisogna essere coscienti che Bitcoin è una delle migliaia di criptovalute che troviamo su mercato, particolarmente studiata perchè la più antica e anche quella con un alto valore di mercato. Tuttavia, se sommassimo anche i consumi di altre monete digitali come Ethereum probabilmente otterremo comunque risultati allarmanti.

Non ci sono studi accurati che mostrano dati esatti sulla quantità di energia elettrica consumata e nemmeno della catena di produzione, vendita e smaltimento dei prodotti tecnologici utilizzati. Questi studi non esistono sulle criptovalute ma nemmeno sul sistema bancario che conosciamo molto bene.

Oggi se le monete digitali uscissero dalla scena non ridurrebbero i gravi effetti ambientali che stiamo riscontrando dovuti comunque dalle attività antropiche. La vera domanda sarebbe: possiamo progredire tecnologicamente senza generare un’impronta ecologica così grande?

Criptovalute vs monete fiat: qual è il sistema migliore

Molti studiosi si sono chiesti se le criptovalute potrebbero davvero sostituire al 100% le monete fiat ponendosi domande sull’accesso alla tecnologia nelle diverse zone del mondo, sui consumi di energia elettrica che si genererebbero e sulle materie prime di cui si avrebbe bisogno.

Per riassumere andiamo per punti. L’accesso alla tecnologia è ancora molto limitato in tante zone del mondo ma anche il sistema bancario non è arrivato dappertutto, anzi in alcune zone di El Salvador si usano dove le banche nemmeno esistono.

I consumi di energia elettrica osservati fino ad ora sono allarmanti perchè fanno riferimento a una piccola nicchia della popolazione mondiale. Se venissero moltiplicati allora salirebbero alle stelle diventando insostenibili se non verranno cambiati i codici e regolamentati i consumi.

Le materie prime utilizzate vengono dall’estrazione mineraria che verrà incrementata al ritmo con cui si sviluppano nuove tecnologie. Questo perchè per minare criptovalute bisogna essere veloci ed efficaci, caratteristiche che spingono i minatori a cercare soluzioni sempre più all’avanguardia.

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