Ecco 3 soluzioni per rendere più sostenibili le criptovalute!

Le criptovalute per esistere hanno bisogno di grandi quantità di energia elettrica e di apparecchiature elettriche ed elettroniche, queste due componenti sono

Le criptovalute per esistere hanno bisogno di grandi quantità di energia elettrica e di apparecchiature elettriche ed elettroniche, queste due componenti sono un po’ come l’acqua ed il sole per le piante. Quindi se non sono previste delle politiche che mirano ad una crescita sostenibile, gli impatti potrebbero essere molto gravi.

Per poter approfittare dei vantaggi delle criptovalute, non possiamo non affrontare il loro consumo di energia e il modo in cui vengono percepite dalle persone. La loro crescente popolarità apre nuovi scenari dalle mille potenzialità come l’inclusione finanziaria e una coperture internazionale maggiore di quella delle banche.

L’industria delle criptovalute riconosce apertamente di generare un impatto ambientale e sempre più ricercatori stanno cercando nuove opzioni per ridurre l’impronta di carbonio e puntare verso un’economia circolare. Se è vero che Bitcoin consuma più elettricità in un anno della Svezia è altrettanto vero che grazie all’uso di fonti di energia rinnovabile questo problema potrebbe essere superato.

Il caso ambientale contro le criptovalute è una tematica aperta ancora dibattuta anche se la maggior parte delle persone riconosce i loro benefici. Quali sono allora i modi per ridurre l’impronta di carbonio delle criptovalute? E gli investitori stanno priorizzando i criteri ambientali, sociali e di governance (ESG)?

Criptovalute e sostenibilità: gli elementi di base delle monete digitali

Le monete digitali non sono meno fisiche di quelle che usiamo tutti i giorni: nonostante siano intangibili, le criptovalute sono fatte di computer alimentati da energia. Nonostante esistano diverse criptovalute che si avvalgono di meccanismo di controllo differenti, tutte quante hanno bisogno di elementi fondamentali per garantire la loro esistenza.

Questi elementi sono quattro: un software, una blockchain e un hardware. Dipendendo poi dal protocollo adotatto, ci saranno diverse figure che contribuiranno a validare e certificare le informazioni, troveremo per esempio i minatori (come nel caso di Bitcoin), i validatori (per Ethereum) e i coltivatori (per Chia). 

Per mantenere la decentralizzazione, tutte le monete digitali si avvalgono della tecnologia blockchain che permette di eliminare gli intermediari come banche ed istituzioni finanziarie. In questo modo sono le stesse persone della rete che garantiscono la sicurezza e la protezione dei dati.

Parlando di sostenibilità in generale si apre un mondo perchè non è solo sufficiente garantire la sostenibilità ambientale per potersi aggiudicare la medaglia della Sostenibilità. Infatti ci sono altri pilastri che sono quello economico e quello sociale, i quali non possono essere lasciati in disparte.

Criptovalute e sostenibilità: cosa sono i criteri ESG

I criteri ESG fanno riferimento all’acrinomo inglese di Environmental, Social e (Corporate) GovernanceQueste tre grandi categorie di interesse sono importanti per definire un investitore socialmente responsabile e non dal momento che considerano nel loro insieme i tre grandi pilastri della sostenibilità.

Quando parliamo di investitori consapevoli, facciamo riferimento a quelle persone che considerano importante incorporare i propri valori e le proprie preoccupazioni (come gli impatti ambientali) come priorità di investimento invece di considerare solo la relazione rischi/guadagni quando si presenta un’opportunità di investimento.

Nello specifico se stiamo valutando la sostenibilità ambientale di una criptovaluta dobbiamo considerare tutti gli aspetti che potrebbero determinare un impatto sugli ecosistemi come la provenienza dei componenti delle apparecchiature utilizzate, il loro uso e il loro smaltimento, l’uso di energia rinnovabiile oppure di combustibili fossili ecc.

Criptovalute e sostenibilità: perchè gli investitori puntano sulle monete digitali

Secondo un articolo pubblicato a dicembre dello scorso anno su Forbes, Mark Cuban sostiene che Bitcoin è:

“Più una religione che una solizione ai problemi.”

Anche Finn Berton, professore di scienze e tecnologie all’università di California Davis e autore di Digital Cash: The Unknown History of the Anarchists, Utopians, and Technologists Who Created Cryptocurrency.” comunica che:

“La cultura attorno ai bitcoin è parte dell’appeal.”

Con la crescita del mondo digitale e dei social media, prodotti come le criptovalute sono particolarmente attrattivi per moltissime persone per diverse ragioni tra cui la fede del progetto, il riconoscimento come partecipanti nella counterculture o una nuova tendenza momentanea.

Gli investitori di criptovalute si dividono quindi in tre grandi gruppi, generalmente i primi che vedremo sono gli investitori consapevoli mentre gli altri due sono investitori non consapevoli degli impatti generati o semplicemente persone che non ritengono prioritario inserire nei loro investimenti i principi ESG.

Criptovalute e sostenibilità: gli investitori consapevoli

Nel primo gruppo ci sono gli investitori più consapevoli perchè hanno abbracciato il progetto nel vero senso della parola difendendo le intenzioni e le mosse degli sviluppatori di cripto perchè considerano questo mondo la migliore soluzione per il futuro. Tra i sostenitori delle criptovalute troviamo ovviamente investitori esigenti nel miglioramento dei processi come la riduzione dell’impatto ambientale.

Quando si presenta un nuovo investimento non è solo importante il guadagni finale che se ne può ricavare ma quanto questo guadagno sia “pulito” in termini di sostenibilità verso l’ambiente, l’economia e le persone. Se il risultato non si può categorizzare come sostenibile allora andrà evitato.

Il potere di questo tipo di investitori è molto più forte di ciò che possiamo immaginarci. Sono infatti le persone stesse che alimentano il mondo cripto che possono fare pressione sugli sviluppatori affinchè migliorino i loro processi e propongano un’alternativa sostenibile da inserire nel mercato finanziario e non solo una promessa senza soluzioni.

Quasi sempre sono i clienti stessi a dettare le regole del gioco ma senza una buona formazione e consapevolezza questo potenziale non sarà sfruttato abbastanza.

Criptovalute e sostenibilità: gli investitori non consapevoli

Nel secondo e nel terzo gruppo è più difficile – ma non impossibile – trovare investitori sostenibili dal momento che la pressione sociale e il divertimento sono i motori che spingono questo tipo di persone all’investimento. Su una bilancia di costi/benefici sempre vincerà ciò che risulta più attrattivo o di tendenza.

Il mondo delle criptovalute è ancora una realtà di nicchia che principalmente include questo tipo di investitori. Infatti secondo un’inchiesta pubblicata su Forbes, l’84% degli investitori americani non considera che le criptovalute generino un impatto sull’ambiente. In particolare:

“Circa il 32% afferma di ritenere che Bitcoin non abbia alcun impatto sull’ambiente.

Un altro 26% ha risposto che pensa che BTC sia “buono per l’ambiente”.

Solo il 6% afferma che Bitcoin è una minaccia ambientale significativa.”

Accusare le monete digitali a priori di essere un elemento dannoso per l’ambiente che contribuisce ad aumentare gli effetti del cambiamento climatico non è corretto perchè il processo di creazione della criptovaluta, il suo meccanismo di consenso e la sua politica sono i veri fattori determinanti dell’eco-sostenibilità di queste.  

Criptovalute e sostenibilità: il mercato finanziario tradizionale

Molte persone hanno reagito alle accuse di insostenibilità delle criptovalute dicendo che il mercato finanziario tradizionale non è trasparente e che non ci sono dati ufficiali riguardo l’impatto del sistema bancario, delle transazioni internazionali dagli ATM ecc.

Questo è sicuramente vero, infatti la contaminazione generata da coloro che fungono da intermediari nelle transazioni quotidiane non è conosciuta. Si stima che Bitcoin consumi meno della metà delle 100 più grandi banche al mondo ma secondo dati generalizzati e stimati.

Le criptovalute sono attualmente un sistema di scambio utilizzato da XXX utenti mentre il sistema bancario, seppur non sia arrivato ovunque nel mondo, è quello più utilizzato a livello mondiale. In termini di copertura e accessibilità, le criptovalute potrebbero davvero arrivare dove le banche non sono mai arrivate.

Le promesse e le potenzialità delle criptovalute sono molteplici e se gestite nel modo corretto potrebbero davvero rivoluzionare il mercato finanziario ma in caso contrario potrebbero generare danni molto gravi come nel caso de El Salvador, probabilmente un terreno di sperimentazione del centroamerica.

Criptovalute e sostenibilità: possibili soluzioni

Una campagna per cambiare il mining di bitcoin da Proof of Work a Proof of Stake chiamata Change the Code Not the Climate stima che la mossa potrebbe ridurre l’impronta di carbonio di bitcoin del 99%. Però questa non è uan soluzione perfetta dal momento che abbiamo visto come il protocollo Proof of Stake generi di conseguenza nuove sfide per mantenere la decentralizzazione del capitale.

Sono state fatte diverse campagne per incentivare gli sviluppatori di criptovalute a cambiare i loro processi interni e le loro poliche tra cui quella lanciata da Greenpeace e dall’Environmental Working group, Change the Code Not the Climate. Queste campagne sicuramente stimolano un pensiero critico nei vecchi e nei nuovi investitori incentivando miglioramenti e soluzioni più sostenibili.

Le scelte degli sviluppatori di criptovalute sono fondamentali per determinare il loro impatto, e l’esempio più eclatante potrebbe proprio essere Bitcoin, un sistema che ha iniziato ad essere criticato dopo la Grande Migrazione quando la maggior parte delle miniere di bitcoin hanno smesso di alimentarsi con energia proveniente da fonti rinnovabili.

Al giorno d’oggi non c’è un protocollo o una politica totalmente sostenibile che rispetti i criteri ESG. La popolarità delle monete digitali dovrebbe essere accompagnata con una coscienza collettiva, processi di educazione a livello globale rispetto allo sviluppo sostenibile dell’economia di ogni Paese.

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